Omicidio Mastrodonato
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Cronaca

Omicidio Mastrodonato, rimane in carcere anche Alessandro Brescia

Avrebbe sparato per difendere Giulio Vitolano. Per lui riconosciuta l'aggravante mafiosa

Resta in carcere anche Alessandro Brescia, il 20enne tranese accusato di aver tentato di uccidere Giulio Vitolano, a sua volta reo confesso dell'omicidio di Antonio Mastrodonato avvenuto il 12 Febbraio in Via Superga: Vitolano scampò alla morte perché la pistola di Brescia s'inceppò, dopo che i primi proiettili non avevano colpito il bersaglio. Dunque sulla scena del delitto di Mastrodonato (noto come Peppa Pig) c'era anche Brescia in quello che fu un vero e proprio conflitto a fuoco. Poco fa il gip del Tribunale di Bari, Marco Galesi, ha convalidato il fermo di Brescia disposto giovedì dal pm antimafia di Bari, Giuseppe Maralfa, ed ha emesso contestuale ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il gip ha riconosciuto l'aggravante mafiosa del tentato omicidio. Evidentemente ha avuto a disposizione un quadro investigativo più completo di quanto non avesse avuto nel vagliare la posizione di Vitolano, per il quale pure emise ordinanza di custodia cautelare in carcere senza però ravvisare l'aggravante mafiosa. Interrogato nell'ambito dell'udienza di convalida, Brescia non si è sottratto alle domande di gip e pm Maralfa (presente all'interrogatorio) fornendo la versione della legittima difesa proprio a seguito dei proiettili che avrebbe, per primo, esploso Vitolano.

Brescia è finito in carcere venerdì mattina, qualche giorno dopo Alessandro Corda e Albi Duda, a loro volta accusati di aver preso parte all'omicidio di Mastrodonato, avvenuto mentre una mamma passava per strada con un passeggino.
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