Cronaca
Omicidio Mastrodonato, rimangono in carcere due dei tre fermati
Il gip del Tribunale di Trani: «Hanno agito con metodo mafioso»
Trani - sabato 25 febbraio 2017
06.00
Il gip del Tribunale di Trani, Maria Grazia Caserta, non ha convalidato il fermo di due dei tre uomini fermati nei giorni scorsi per l'omicidio del 21enne Antonio Mastrodonato, avvenuto il 12 febbraio scorso in via Superga e per il quale era finito già in carcere il 32enne Giulio Vitolano. Ma il giudice per le indagini preliminari ha confermato la custodia cautelare in carcere per Alessandro Corda e Albi Duda (albanese residente a Trani) - che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere - e riconosciuto l'aggravante di aver agito con metodo mafioso e per agevolare associazioni a delinquere di stampo mafioso. La mancata convalida è probabilmente da ricollegare all'assenza di pericolo di fuga. Domani si terrà l'interrogatorio di garanzia dell'ultimo fermato per il delitto, Alessandro Brescia, amico della vittima e accusato di aver cercato di uccidere Vitolano (che ha già ammesso l'omicidio). Sarà sentito dal Gip del Tribunale di Bari.
L'agguato contro Mastrodonato - secondo quanto accertato dalla Dda di Bari che coordina le indagini di polizia e carabinieri, insieme alla Procura di Trani - sarebbe maturato all'interno dello scontro fra gruppi criminali emergenti che si contendono il controllo dei traffici illeciti in città. Peraltro il ragazzo è figlio di Vincenzo Salvatore Mastrodonato, arrestato nel settembre 2014 per il sequestro di un 37enne di Palo del Colle che stava per essere dato in pasto ai maiali, per non aver consegnato una partita di droga.
L'omicidio di Mastrodonato avvenne di domenica pomeriggio in via Superga, proprio mentre una donna con un passeggino - come emerso dalle immagini di telecamere di videosorveglianza - passava per la strada. Due giorni dopo il fatto fu fermato Giulio Vitolano, che ammise di aver ucciso Mastrodonato ma per legittima difesa. Le indagini hanno permesso di identificare, poi, i suoi presunti complici, Alessandro Corda e Albi Duda, che aspettavano Vitolano in macchina per aiutarlo a fuggire dopo l'omicidio. Per Vitolano il gip di Bari, Marco Galesi, nei giorni scorsi, pur confermando la misura cautelare in carcere (senza convalida del fermo per mancanza del pericolo di fuga) aveva però escluso l'aggravante mafiosa.
L'agguato contro Mastrodonato - secondo quanto accertato dalla Dda di Bari che coordina le indagini di polizia e carabinieri, insieme alla Procura di Trani - sarebbe maturato all'interno dello scontro fra gruppi criminali emergenti che si contendono il controllo dei traffici illeciti in città. Peraltro il ragazzo è figlio di Vincenzo Salvatore Mastrodonato, arrestato nel settembre 2014 per il sequestro di un 37enne di Palo del Colle che stava per essere dato in pasto ai maiali, per non aver consegnato una partita di droga.
L'omicidio di Mastrodonato avvenne di domenica pomeriggio in via Superga, proprio mentre una donna con un passeggino - come emerso dalle immagini di telecamere di videosorveglianza - passava per la strada. Due giorni dopo il fatto fu fermato Giulio Vitolano, che ammise di aver ucciso Mastrodonato ma per legittima difesa. Le indagini hanno permesso di identificare, poi, i suoi presunti complici, Alessandro Corda e Albi Duda, che aspettavano Vitolano in macchina per aiutarlo a fuggire dopo l'omicidio. Per Vitolano il gip di Bari, Marco Galesi, nei giorni scorsi, pur confermando la misura cautelare in carcere (senza convalida del fermo per mancanza del pericolo di fuga) aveva però escluso l'aggravante mafiosa.