Cronaca
Operazione "Open House", 9 arresti per furti in appartamento
Tra i reati contestati, l'associazione per delinquere. All'interno, il modus operandi della banda
Trani - martedì 21 luglio 2015
11.50
Si è svolta questa mattina la conferenza stampa dell'operazione "Open House", condaotta dai Carabinieri della Stazione di Trani, coadiuvati nella fase operativa dai militari delle compagnie di Bari Centro, Bari San Paolo e Modugno. Nel corso della mattinata, sono state trarre in arresto nove persone, di età compresa tra i 20 e i 49 anni (nel box laterale le loro generalità, ndr), ritenute responsabili dei reati di furto in appartamento e, per cinque di essi (Vito Genchi, Giuseppe Leonetti, Francesco Leonetti, Damiano Profeta, Domenico Genchi, ndr), di associazione per delinquere finalizzata al furto in appartamento.
Le operazioni di oggi, scaturite dalle indagini coordinate dal dott. Luigi Scimé della Procura della Repubblica di Trani, sono state avviate a seguito dell'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare redatta dalla dott.ssa Maria Grazia Caserta, gip presso il medesimo Tribunale, la quale ha concordato con il gravissimo quadro indiziario raccolto a carico degli indagati, disponendo per quattro di essi, aventi già gravi precedenti, la custodia cautelare in carcere (Vasienti, Franco, Vito Genchi e Giuseppe Leonetti, ndr) e per i restanti cinque, di cui alcuni incensurati, la più mite misura degli arresti domiciliari.
Le indagini, durate complessivamente quattro mesi, sono state avviate a seguito di una normale denuncia di furto, avvenuta proprio a Trani: la vittima dopo essere uscita per alcuni acquisti, rincasata ha trovato l'appartamento a soqquadro. Particolare che ha subito insospettito gli investigatori è l'assenza, al rientro della proprietaria, delle mandate precedentemente date alla serratura per chiudere adeguatamente la porta di casa. Il minuzioso sopralluogo effettuato a seguito della denuncia ha consentito di rinvenire e porre sotto sequestro un telefono cellulare, incautamente abbandonato da ignoti che, probabilmente disturbati nelle fasi esecutive del delitto, si erano dati a precipitosa fuga abbandonando l'apparecchio.
I successivi accertamenti, condotti con evidenti difficoltà dovute soprattutto allo scarso utilizzo delle utenze telefoniche da parte degli inddagati, faceva emergere un quadro ben chiaro quanto inquietante: i militari si sono ritrovati dinanzi a due distinte "squadre" di topi d'appartamento, entrambi aventi basi operative nella città di Bari, ma operanti alacremente in tutto il territorio delle province di Bari e Bat.
Singolare il modus operandi: tutti con un ruolo ben definito, con doti tipiche di attori consumati, avvicinavano le vittime, sapientemente scelte tra le fasce di età maggiormente esposte al rischio, e con metodologie ogni volta differenti sottraevano alle stesse le chiavi delle rispettive abitazioni. Lo schema operativo classico prevedeva il furto "momentaneo" delle chiavi, lasciate dalle ignare vittime all'interno delle auto parcheggiate mentre attendevano alle faccende giornaliere (in particolare, durante la sosta per recarsi a mercati settimanali, supermercati e uffici postali). I ladri non disdegnavano metodologie alternative, quali la foratura dei pneumatici oppure il furto della borsa della vittima, distratta con futili conversazioni. Sottrazioni momentanee. Infatti, dopo aver copiato le chiavi, con modalità altrettanto casuali, i malviventi si preoccupavano di far rinvenire le stesse al legittimo proprietario che, pensando ad una dimenticanza e a un provvidenziale ritrovamento, non si insospettiva.
Dopodiché, subentravano altri componenti della banda, specializzati nell'identificazione dell'obiettivo e nell'individuazione dell'appartamento da svaligiare. Mediante accertamenti nella banca dati Aci, ormai facilmente accessibile, effettuati proprio a partire dalle targhe dei veicoli delle vittime, i ladri risalivano all'indirizzo di casa. A distanza di qualche mese, effettuati numerosi appostamenti per stabilire le abitudini delle vittime, la banda entrava in azione: due si introducevano in casa, uno faceva da palo all'angolo per segnalare eventuali forze dell'ordine e, fattore ancor più sintomatico di elevata capacità criminale, un altro componente pedinava le vittime per monitorare i tempi di rientro presso l'abitazione. Questo modus operandi è stato attuato in almeno dieci casi, mentre numerosi risultano gli episodi di sottrazione e copia delle chiavi. I ladri si spostavano nella stessa giornata da un obiettivo all'altro, scegliendo se intervenire o meno con assoluta casualità, anche in relazione alla presenza o meno dei proprietari di casa.
Le operazioni di oggi, scaturite dalle indagini coordinate dal dott. Luigi Scimé della Procura della Repubblica di Trani, sono state avviate a seguito dell'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare redatta dalla dott.ssa Maria Grazia Caserta, gip presso il medesimo Tribunale, la quale ha concordato con il gravissimo quadro indiziario raccolto a carico degli indagati, disponendo per quattro di essi, aventi già gravi precedenti, la custodia cautelare in carcere (Vasienti, Franco, Vito Genchi e Giuseppe Leonetti, ndr) e per i restanti cinque, di cui alcuni incensurati, la più mite misura degli arresti domiciliari.
Le indagini, durate complessivamente quattro mesi, sono state avviate a seguito di una normale denuncia di furto, avvenuta proprio a Trani: la vittima dopo essere uscita per alcuni acquisti, rincasata ha trovato l'appartamento a soqquadro. Particolare che ha subito insospettito gli investigatori è l'assenza, al rientro della proprietaria, delle mandate precedentemente date alla serratura per chiudere adeguatamente la porta di casa. Il minuzioso sopralluogo effettuato a seguito della denuncia ha consentito di rinvenire e porre sotto sequestro un telefono cellulare, incautamente abbandonato da ignoti che, probabilmente disturbati nelle fasi esecutive del delitto, si erano dati a precipitosa fuga abbandonando l'apparecchio.
I successivi accertamenti, condotti con evidenti difficoltà dovute soprattutto allo scarso utilizzo delle utenze telefoniche da parte degli inddagati, faceva emergere un quadro ben chiaro quanto inquietante: i militari si sono ritrovati dinanzi a due distinte "squadre" di topi d'appartamento, entrambi aventi basi operative nella città di Bari, ma operanti alacremente in tutto il territorio delle province di Bari e Bat.
Singolare il modus operandi: tutti con un ruolo ben definito, con doti tipiche di attori consumati, avvicinavano le vittime, sapientemente scelte tra le fasce di età maggiormente esposte al rischio, e con metodologie ogni volta differenti sottraevano alle stesse le chiavi delle rispettive abitazioni. Lo schema operativo classico prevedeva il furto "momentaneo" delle chiavi, lasciate dalle ignare vittime all'interno delle auto parcheggiate mentre attendevano alle faccende giornaliere (in particolare, durante la sosta per recarsi a mercati settimanali, supermercati e uffici postali). I ladri non disdegnavano metodologie alternative, quali la foratura dei pneumatici oppure il furto della borsa della vittima, distratta con futili conversazioni. Sottrazioni momentanee. Infatti, dopo aver copiato le chiavi, con modalità altrettanto casuali, i malviventi si preoccupavano di far rinvenire le stesse al legittimo proprietario che, pensando ad una dimenticanza e a un provvidenziale ritrovamento, non si insospettiva.
Dopodiché, subentravano altri componenti della banda, specializzati nell'identificazione dell'obiettivo e nell'individuazione dell'appartamento da svaligiare. Mediante accertamenti nella banca dati Aci, ormai facilmente accessibile, effettuati proprio a partire dalle targhe dei veicoli delle vittime, i ladri risalivano all'indirizzo di casa. A distanza di qualche mese, effettuati numerosi appostamenti per stabilire le abitudini delle vittime, la banda entrava in azione: due si introducevano in casa, uno faceva da palo all'angolo per segnalare eventuali forze dell'ordine e, fattore ancor più sintomatico di elevata capacità criminale, un altro componente pedinava le vittime per monitorare i tempi di rientro presso l'abitazione. Questo modus operandi è stato attuato in almeno dieci casi, mentre numerosi risultano gli episodi di sottrazione e copia delle chiavi. I ladri si spostavano nella stessa giornata da un obiettivo all'altro, scegliendo se intervenire o meno con assoluta casualità, anche in relazione alla presenza o meno dei proprietari di casa.