Vita di città
Il passaggio a livello e gli altri progetti sotto i riflettori del movimento “Articolo 97”: in un incontro il punto della situazione
Covelli: dare un segnale forte all’amministrazione e comunicare in modo trasparente con i cittadini.
Trani - lunedì 4 novembre 2024
7.57
La cittadinanza ha risposto numerosa all'invito fatto dal movimento civico "Articolo 97" a riunirsi per riepilogare gli ultimi passi fatti verso la soppressione del passaggio a livello di via Sant'Annibale Maria di Francia. Il dibattito che ne è scaturito ha portato, inevitabilmente, a parlare anche del maxiprogetto per cui è stato chiesto un finanziamento di circa cinque milioni di euro da parte del Comune, tramite il PNRR, ma si vada per gradi.
La questione del passaggio a livello è un problema con cui le amministrazioni che si sono susseguite dal 2003 in poi hanno dovuto fare i conti; infatti, si deve risalire ai primi anni 2000 per comprendere come e perché si sia arrivati allo stato attuale. I residenti hanno stimolato incessantemente negli anni l'amministrazione per poter trovare una soluzione al problema lavorando sull'unica proposta progettuale possibile. Come ricorda il dott. Vito Piazzolla, residente e membro attivo del comitato, la travagliata storia di questo passaggio a livello, vede nel 2007 addirittura l'esecuzione di un sequestro giudiziario del passaggio a livello, da parte della Procura di Trani per motivi di sicurezza. Le incertezze sul suo futuro non hanno accennato a smorzarsi nemmeno successivamente; infatti, nel 2011, si riscontrava anche l'esistenza di un vincolo della soprintendenza che rallentava ulteriormente le trattative per l'apertura del cantiere. Nel 2016 nasce il movimento civico per la realizzazione del sottovia carrabile e pedonale di Via De Robertis che, con il suo referente, Avv. Alessandro Moscatelli, scongiurava il cambio di rotta che il Sindaco voleva attuare inventando proposte alternative che si dimostravano irrealizzabili, perdendo inutilmente quattro anni, finchè, nel febbraio 2020 il Comune firmava una convenzione con Ferrovie dello Stato, che si accollava l'esecuzione dei lavori, svincolando il Comune che, comunque, si impegnava a versare a RFI un contributo di circa trecentottantamila euro. Circa due anni dopo, nel 2022, ha iniziato a farsi concreta anche l'idea del prolungamento del sottopassaggio della stazione, con sbocco su via del Ponte romano. Per questo motivo il finanziamento inizialmente destinato ai sottoservizi per i lavori del passaggio a livello, stimato in circa un milione di euro (al netto della quota a RFI e del compenso dei tecnici), sarebbe servito per eseguire questo il semplice prolungamento del sottopasso della stazione verso via del Ponte Romano.
Invece, l'amministrazione presentava un maxi progetto per la riqualificazione della intera area a ridosso della stazione inglobando anche il sottopasso pedonale chiedendo inizialmente un finanziamento da PNRR di cinque milioni di euro e successivamente di cinque milioni e mezzo di euro, svincolando il milione già acquisto e dirottandolo verso la ristrutturazione della scuola "Papa Giovanni XXIII".
L'amministrazione, infatti, decideva di affiancare al progetto di soppressione del passaggio a livello con realizzazione di sottovia carrabile e pedonale, l'ampio maxiprogetto di riqualificazione delle zone a ridosso della stazione, comprensive di pista ciclopedonale fino a Via Cappuccini, di posti auto Kiss&Go, di aree attrezzate a verde, gioco e sport, di velostazione e di impianti di ricarica di velocipedi ed, infine, del prolungamento del sottopasso della stazione ferroviaria.
Per questo progetto il Comune ha chiesto un finanziamento PNRR di cinque milioni e mezzo di euro.
Gli esponenti di Articolo 97 non nascondono le perplessità circa questo progetto che, seppure ambizioso, presenta una serie di criticità; innanzitutto, come fa notare Raffaele Covelli, l'amministrazione manca sia di condivisione che di trasparenza tanto con i residenti quanto con i commercianti della zona. Gli stessi, infatti, non sarebbero stati messi debitamente a conoscenza di quest'ultimo progetto per tempo e, di conseguenza, quel necessario dialogo che dovrebbe esserci fra cittadini e amministrazione è venuto meno. Anche la comunicazione da parte del Comune è stata piuttosto lacunosa, come dimostra il recente annuncio di inizio dei lavori del prolungamento del sottopasso a marzo 2024 e quello dei lavori della soppressione del passaggio a livello a maggio 2024, date che tuttavia sono state disattese. Ulteriori perplessità sollevate dall'avv. Moscatelli riguardano le conseguenze che si avrebbero se vi fosse un discostamento dalla spesa iniziale, rispetto al finanziamento richiesto, la incertezza o, comunque, il dubbio dell'avvenuta acquisizione delle aree di RFI (il progetto comprendeva il capannone dello scalo merci ed un più vasta area che ora sembrano esclusi), l'enorme ritardo del maxi progetto rispetto a quello della realizzazione del sottovia che RFI sembra aver già appaltato ad una impresa di Bari e, quindi, la incertezza sulla realizzazione preliminare del sottopasso della stazione rispetto a quello del sottovia principale (che avrebbe consentito ai pedoni di attraversare la linea ferroviaria nel periodo di chiusura del passaggio a livello).
Dove trovare i fondi, chiede l'avvocato Moscatelli, se i lavori dovessero costare più di quanto richiesto? E ancora ci si domanda: come possono partire i cantieri se vi è incertezza sui i terreni sui quali si lavorerà (si parla ancora di incontri tra Comune e RFI? Come verrà regolamentata la concomitanza di tre diversi cantieri sullo stesso sito?
Su Via Togliatti sono previsti tre diversi cantieri, due di RFI (sottovia di Via De Robertis e lavori correlati alla velocità) ed uno del Comune di Trani (maxi progetto Next Generation EU).
Ed, fine, è lecita una preoccupazione che riguarda la sicurezza e deriva dalla realizzazione di una pista ciclopedonale con servizi a ridosso di binari percorsi quotidianamente da centinaia di convogli.
Articolo 97 ha voluto fare informazione tra i cittadini, rendendo loro noti progetti e finanziamenti di cui la maggior parte è ignara; allo stesso modo ha voluto mettere in luce le preoccupazioni, le criticità e le incertezze riguardo questi progetti.
Con grande rammarico ha, inoltre, constatato, l'assenza delle istituzioni, ritualmente invitate all'incontro, che avrebbero avuto modo di dialogare con i cittadini e confrontarsi con loro su un ambizioso progetto che coinvolge una larghissima parte dei cittadini tranesi.
La questione del passaggio a livello è un problema con cui le amministrazioni che si sono susseguite dal 2003 in poi hanno dovuto fare i conti; infatti, si deve risalire ai primi anni 2000 per comprendere come e perché si sia arrivati allo stato attuale. I residenti hanno stimolato incessantemente negli anni l'amministrazione per poter trovare una soluzione al problema lavorando sull'unica proposta progettuale possibile. Come ricorda il dott. Vito Piazzolla, residente e membro attivo del comitato, la travagliata storia di questo passaggio a livello, vede nel 2007 addirittura l'esecuzione di un sequestro giudiziario del passaggio a livello, da parte della Procura di Trani per motivi di sicurezza. Le incertezze sul suo futuro non hanno accennato a smorzarsi nemmeno successivamente; infatti, nel 2011, si riscontrava anche l'esistenza di un vincolo della soprintendenza che rallentava ulteriormente le trattative per l'apertura del cantiere. Nel 2016 nasce il movimento civico per la realizzazione del sottovia carrabile e pedonale di Via De Robertis che, con il suo referente, Avv. Alessandro Moscatelli, scongiurava il cambio di rotta che il Sindaco voleva attuare inventando proposte alternative che si dimostravano irrealizzabili, perdendo inutilmente quattro anni, finchè, nel febbraio 2020 il Comune firmava una convenzione con Ferrovie dello Stato, che si accollava l'esecuzione dei lavori, svincolando il Comune che, comunque, si impegnava a versare a RFI un contributo di circa trecentottantamila euro. Circa due anni dopo, nel 2022, ha iniziato a farsi concreta anche l'idea del prolungamento del sottopassaggio della stazione, con sbocco su via del Ponte romano. Per questo motivo il finanziamento inizialmente destinato ai sottoservizi per i lavori del passaggio a livello, stimato in circa un milione di euro (al netto della quota a RFI e del compenso dei tecnici), sarebbe servito per eseguire questo il semplice prolungamento del sottopasso della stazione verso via del Ponte Romano.
Invece, l'amministrazione presentava un maxi progetto per la riqualificazione della intera area a ridosso della stazione inglobando anche il sottopasso pedonale chiedendo inizialmente un finanziamento da PNRR di cinque milioni di euro e successivamente di cinque milioni e mezzo di euro, svincolando il milione già acquisto e dirottandolo verso la ristrutturazione della scuola "Papa Giovanni XXIII".
L'amministrazione, infatti, decideva di affiancare al progetto di soppressione del passaggio a livello con realizzazione di sottovia carrabile e pedonale, l'ampio maxiprogetto di riqualificazione delle zone a ridosso della stazione, comprensive di pista ciclopedonale fino a Via Cappuccini, di posti auto Kiss&Go, di aree attrezzate a verde, gioco e sport, di velostazione e di impianti di ricarica di velocipedi ed, infine, del prolungamento del sottopasso della stazione ferroviaria.
Per questo progetto il Comune ha chiesto un finanziamento PNRR di cinque milioni e mezzo di euro.
Gli esponenti di Articolo 97 non nascondono le perplessità circa questo progetto che, seppure ambizioso, presenta una serie di criticità; innanzitutto, come fa notare Raffaele Covelli, l'amministrazione manca sia di condivisione che di trasparenza tanto con i residenti quanto con i commercianti della zona. Gli stessi, infatti, non sarebbero stati messi debitamente a conoscenza di quest'ultimo progetto per tempo e, di conseguenza, quel necessario dialogo che dovrebbe esserci fra cittadini e amministrazione è venuto meno. Anche la comunicazione da parte del Comune è stata piuttosto lacunosa, come dimostra il recente annuncio di inizio dei lavori del prolungamento del sottopasso a marzo 2024 e quello dei lavori della soppressione del passaggio a livello a maggio 2024, date che tuttavia sono state disattese. Ulteriori perplessità sollevate dall'avv. Moscatelli riguardano le conseguenze che si avrebbero se vi fosse un discostamento dalla spesa iniziale, rispetto al finanziamento richiesto, la incertezza o, comunque, il dubbio dell'avvenuta acquisizione delle aree di RFI (il progetto comprendeva il capannone dello scalo merci ed un più vasta area che ora sembrano esclusi), l'enorme ritardo del maxi progetto rispetto a quello della realizzazione del sottovia che RFI sembra aver già appaltato ad una impresa di Bari e, quindi, la incertezza sulla realizzazione preliminare del sottopasso della stazione rispetto a quello del sottovia principale (che avrebbe consentito ai pedoni di attraversare la linea ferroviaria nel periodo di chiusura del passaggio a livello).
Dove trovare i fondi, chiede l'avvocato Moscatelli, se i lavori dovessero costare più di quanto richiesto? E ancora ci si domanda: come possono partire i cantieri se vi è incertezza sui i terreni sui quali si lavorerà (si parla ancora di incontri tra Comune e RFI? Come verrà regolamentata la concomitanza di tre diversi cantieri sullo stesso sito?
Su Via Togliatti sono previsti tre diversi cantieri, due di RFI (sottovia di Via De Robertis e lavori correlati alla velocità) ed uno del Comune di Trani (maxi progetto Next Generation EU).
Ed, fine, è lecita una preoccupazione che riguarda la sicurezza e deriva dalla realizzazione di una pista ciclopedonale con servizi a ridosso di binari percorsi quotidianamente da centinaia di convogli.
Articolo 97 ha voluto fare informazione tra i cittadini, rendendo loro noti progetti e finanziamenti di cui la maggior parte è ignara; allo stesso modo ha voluto mettere in luce le preoccupazioni, le criticità e le incertezze riguardo questi progetti.
Con grande rammarico ha, inoltre, constatato, l'assenza delle istituzioni, ritualmente invitate all'incontro, che avrebbero avuto modo di dialogare con i cittadini e confrontarsi con loro su un ambizioso progetto che coinvolge una larghissima parte dei cittadini tranesi.