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Ora è arte "decaduta": via le sculture. Ci scrive l'art director

Claudio Suzzi: «Il nostro territorio non è ancora pronto»

In risposta all'articolo "Arte Decadente", pubblicato da traniweb nei giorni scorsi e relativo alle installazioni di Fari a Levante, nel frattempo rimosse, riceviamo e pubblichiamo una replica dal direttore artistico della manifestazione Claudio Suzzi:

«In risposta all'articolo anonimo apparso il 2 settembre 2009 su TraniWeb non sapremmo cosa dire, non sapremmo come rispondere a tali accuse di "decadenza", se non dicendo che la programmazione dell'edizione 2009 di Fari a Levante, costata un contributo del Comune pari a 30 mila euro IVA inclusa, è stata caratterizzata da eventi di altissima qualità, ed ha coinvolto la cittadinanza con manifestazioni culturali di differente genere ed approccio artistico. La realtà è che Fari a Levante vorrebbe essere un Festival d'arte Itinerante, il Festival della Città di Trani, un Festival con l'obiettivo di dislocarsi in più punti, abitando piazze, strade, luoghi convenzionali e non, che di solito non sono adibiti a manifestazioni artistiche o culturali, valorizzandone i contesti e mettendoli così in rapporto con la comunità locale.

Ebbene il genere dell'istallazione artistica urbana è una di queste e la sua permanenza dipende, oltre che dalle condizioni atmosferiche (che in agosto sono state alquanto soleggiate), dalla ben più importante civiltà e sensibilità degli abitanti del luogo. "Interazioni Minime" di Gianni Causarano - pregevole giovane artista tranese - si inserisce in quel filone d'arte visiva che presuppone un rapporto diretto e privilegiato con il tessuto sociale ed urbano, che intende creare dei cortocircuiti tra la gente e la città, svelando forze e debolezze di un territorio. L'obiettivo di "Interazioni Minime" è stato quello di creare un collegamento, un ponte visivo tra centro e periferia, per questo l'istallazione sulla banchina del porto (ai piedi della statua di San Nicolino), in piazza Indipendenza, in piazza XX settembre (stazione) e in piazza della Repubblica (ai piedi della statua di Giovanni Bovio). Purtroppo tutto ciò non è stato inteso e nessuna scheda informativa o descrizione di sorta avrebbe risolto un problema di educazione civica e culturale a cui forse il nostro territorio non è ancora pronto.

Peccato che le testate informative locali non abbiano scritto niente quando le opere sono state istallate, nel momento in cui, integre in tutte le loro parti, presentavano tutto il loro reale valore estetico e concettuale. L'artista Causarano, così come tanti altri ottimi artisti tranesi, si è impegnato per dare un segno alla Città, per far capire le sue necessità di artista e noi di Fabrica Famae Teatro / Spazio O.F.F., ci siamo prodigati ed esposti per offrirgli un canale di sfogo, la possibilità di sentirsi riconosciuto a casa propria. Purtroppo gli oggetti, come tutti sanno, a lungo andare si deteriorano. Questo è successo anche alle belle sculture di Causarano, che forse erano state pensate proprio con l'ipotesi di poter essere distrutte da qualcosa o da qualcuno a corto di altri divertimenti. Noi dell'organizzazione, non potendo predisporre un controllo diurno e notturno atto alla salvaguardia delle povere opere in balia del "vento", abbiamo solo la responsabilità di non averle smantellate in concomitanza con la fine del Festival (il 27 agosto 2009) e per questo, se questo è il vero problema, ci scusiamo. Vi salutiamo ringraziando però tutte quelle persone, e ce ne sono molte, che hanno apprezzato e forse capito l'intervento urbano di Causarano, così come hanno partecipato con entusiasmo e rispetto a tutte le varie iniziative del Festival.

Noi pensiamo che la sensibilità urbana sia un'arte, sicuramente un'arte tecnica, architettonica, ma anche un'arte dello spirito, un'arte che consenta a tutti di rispettare e riconoscersi nelle forme cangianti della propria Città. Se questo a Trani non succede, se a Trani non vi è la possibilità di lasciare un'opera (che fondamentalmente è un oggetto) incustodita in una strada, senza la certezza che questa venga calpestata, deturpata e forse derisa, se a Trani non ci può essere un'arte pubblica, forse ci vorrebbero maggiori accorgimenti educativi, non solo per le opere artistiche ma anche per tante altre opere a cui bisognerebbe dedicare maggiore attenzione. In ogni caso noi di Fabrica Famae Teatro / Spazio O.F.F. siamo fieri e siamo lieti di avervi fatto conoscere un giovane artista tranese e così continueremo per il futuro, anche se siamo coscienti che l'arte è effimera e con un calcio, qualsiasi opera, può trasformarsi in un cumulo di macerie insignificanti».
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