Territorio
Ospedale, Santorsola promette: «Nonostante il declassamento, le condizioni miglioreranno»
A Trani è previsto il laboratorio di analisi centrale della provincia
BAT - giovedì 3 marzo 2016
8.33
Il destino dell'ospedale di Trani è segnato: sarà una struttura di riabilitazione e post-acuzie, con servizi di medicina territoriale. Ma in compenso avrà servizi, come il laboratorio di analisi centrale della Bat, che serviranno a risarcire i tranesi per il declassamento della struttura, finora presidìo unico con Bisceglie. E' quanto emerso al termine della conferenza stampa in cui l'assessore regionale all'Ambiente, Domenico Santorsola, ha illustrato alla città le promesse del governo Emiliano alla città dopo l'elabotazione del nuovo piano di riordino ospedaliero. Ma anche annunciato la novità fondamentale per la provincia: sarà realizzato l'ospedale di secondo livello o hub (per intenderci del tipo Policlinico) di cui al momento il territorio è sguarnito. Sarà ad Andria, come già previsto nei programmi della giunta Vendola. E ora da Bari si apprestano ad accellelare le procedure mai avviate.
«Il riordino ospedaliero - ha esordito Santorsola - ha dovuto tener conto del decreto ministeriale 70/2015 che riclassifica gli ospedali e della legge di stabilità 2016. In tutta la Puglia sono stati riconosciuti 5 ospedali di secondo livello, 11 di primo livello e 12 strutture di base. Il lavoro compiuto dal governo regionale è stato difficile, abbiamo dovuto prendere atto della riduzione dei servizi alla collettività». «Con i consiglieri Caracciolo e Zinni - ha spiegato - abbiamo cercato di concordare un piano comune che andasse incontro alle esigenze del territorio provinciale piuttosto che cittadino. Abbiamo ottenuto una struttura di grande livello, che sarà costruita ad Andria. Quelli già presenti a Barletta e nella stessa Andria saranno potenziati».
Quanto al San Nicola Pellegrino Santorsola ha ricordato di aver «dato l'anima e il cuore per l'ospedale cittadino. È stata la mia vita, rinunciando in tanti momenti a posti di maggior prestigio e lavorando in condizioni di disagio e in maniera solitaria. Certo non avrei voluto chiuderlo. La sua chiusura è stata determinata da Fitto e il suo piano ha portato le ripercussioni fino ai giorni nostri. Con un susseguirsi di direttori sanitari di Bisceglie - ha detto senza mezzi termini - nessuno ha saputo difenderci. Situazione frutto di una serie di politiche sciagurate, soprattutto a livello locale ma la volontà è mancata anche ai piani più alti».
Santorsola ha ammesso che «si poteva fare di più, si poteva fare meglio». «Ma oggi i buoi sono scappati e con le regole imposte dalla comunità europea e, con tutte le ragioni dei dati, non possiamo pretendere di avere un ospedale. Da due anni dico di cercare di prendere atto di questa situazione, a Trani ci sarà un ospedale integrato, dove servizi ospedalieri e territoriali convivranno».
Passnado al dettaglio dei servizi l'assessore ha spiegato che «sarebbero una struttura di radiologia completa, con tac, risonanza magnetica e punto dedicato ai controlli femminili; il laboratorio di analisi centrale di tutta la provincia; un'unità complessa di farmacia territoriale; un'attività di day surgery e day service, ambulatori di oncologia, ematologia, ginecologia e prenatale, ortopedia, anestesia e cardiologia». «A questi speriamo - ha precisato - di poter aggiungere quelli per l'autismo e di servizi dedicati all'anzianità. La casa del parto sono convinto che potremo realizzarla, come immaginato con il dottor Carlo Avantario».
«Ci sarà un posto di primo intervento, con medici del 118 preposti al pronto soccorso a terra più il personale delle ambulanze», ha proseguito. «È praticabile anche l'ipotesi della seconda ambulanza. Ci sarà anche un centro per la dialisi e alcuni posti per lungo-degenza, riabilitazione e, probabilmente, media intensità. Ancora, laboratori di endoscopia e gastro-enterologia. Mettendo tutto insieme, a Trani non ci saranno mai stati tanti servizi. È vero, saranno previsti per dodici ore, ma questo rappresenterà comunque un passo in avanti rispetto alla situazione odierna».
«L'impegno - ha concluso l'assessore - è che l'attenzione a città come Trani e Canosa sarà maggiore per realizzare quanto promesso nei tempi minori, anche prima rispetto agli altri centri».
«Il riordino ospedaliero - ha esordito Santorsola - ha dovuto tener conto del decreto ministeriale 70/2015 che riclassifica gli ospedali e della legge di stabilità 2016. In tutta la Puglia sono stati riconosciuti 5 ospedali di secondo livello, 11 di primo livello e 12 strutture di base. Il lavoro compiuto dal governo regionale è stato difficile, abbiamo dovuto prendere atto della riduzione dei servizi alla collettività». «Con i consiglieri Caracciolo e Zinni - ha spiegato - abbiamo cercato di concordare un piano comune che andasse incontro alle esigenze del territorio provinciale piuttosto che cittadino. Abbiamo ottenuto una struttura di grande livello, che sarà costruita ad Andria. Quelli già presenti a Barletta e nella stessa Andria saranno potenziati».
Quanto al San Nicola Pellegrino Santorsola ha ricordato di aver «dato l'anima e il cuore per l'ospedale cittadino. È stata la mia vita, rinunciando in tanti momenti a posti di maggior prestigio e lavorando in condizioni di disagio e in maniera solitaria. Certo non avrei voluto chiuderlo. La sua chiusura è stata determinata da Fitto e il suo piano ha portato le ripercussioni fino ai giorni nostri. Con un susseguirsi di direttori sanitari di Bisceglie - ha detto senza mezzi termini - nessuno ha saputo difenderci. Situazione frutto di una serie di politiche sciagurate, soprattutto a livello locale ma la volontà è mancata anche ai piani più alti».
Santorsola ha ammesso che «si poteva fare di più, si poteva fare meglio». «Ma oggi i buoi sono scappati e con le regole imposte dalla comunità europea e, con tutte le ragioni dei dati, non possiamo pretendere di avere un ospedale. Da due anni dico di cercare di prendere atto di questa situazione, a Trani ci sarà un ospedale integrato, dove servizi ospedalieri e territoriali convivranno».
Passnado al dettaglio dei servizi l'assessore ha spiegato che «sarebbero una struttura di radiologia completa, con tac, risonanza magnetica e punto dedicato ai controlli femminili; il laboratorio di analisi centrale di tutta la provincia; un'unità complessa di farmacia territoriale; un'attività di day surgery e day service, ambulatori di oncologia, ematologia, ginecologia e prenatale, ortopedia, anestesia e cardiologia». «A questi speriamo - ha precisato - di poter aggiungere quelli per l'autismo e di servizi dedicati all'anzianità. La casa del parto sono convinto che potremo realizzarla, come immaginato con il dottor Carlo Avantario».
«Ci sarà un posto di primo intervento, con medici del 118 preposti al pronto soccorso a terra più il personale delle ambulanze», ha proseguito. «È praticabile anche l'ipotesi della seconda ambulanza. Ci sarà anche un centro per la dialisi e alcuni posti per lungo-degenza, riabilitazione e, probabilmente, media intensità. Ancora, laboratori di endoscopia e gastro-enterologia. Mettendo tutto insieme, a Trani non ci saranno mai stati tanti servizi. È vero, saranno previsti per dodici ore, ma questo rappresenterà comunque un passo in avanti rispetto alla situazione odierna».
«L'impegno - ha concluso l'assessore - è che l'attenzione a città come Trani e Canosa sarà maggiore per realizzare quanto promesso nei tempi minori, anche prima rispetto agli altri centri».