Politica
Ospedale, De Laurentis denuncia un altro scippo
«Portato a Bisceglie un apparecchio della nostra cardiologia». La cardiologia è tra i reparti tranesi sotto osservazione
Trani - lunedì 11 aprile 2011
Un altro scippo si è consumato nei giorni scorsi ai danni dell'ospedale di Trani. L'apparecchio per il test da sforzo cardiologico, in dotazione al presidio tranese, è stato prelevato e portato in quel di Bisceglie perché pare che lì si sia rotto. La denuncia è di Domenico De Laurentis, consigliere comunale del Pd. «Che senso ha - scrive De Laurentis - toglierlo a Trani, dove vi sono quattro posti letto attivi, e portarlo a Bisceglie dove non ve ne sono? Torna la memoria a quando vi fu il trasferimento dell'ecografo dall'ostetricia da Trani a Barletta. Ed ora come allora, ci si deve preoccupare? È l'anticipo di qualcosa di più grave?».
La cardiologia è tra i reparti tranesi sotto osservazione. Già in passato è stata sul punto di essere chiusa per mancanza di medici. «L'impegno del direttore generale - spiega De Laurentis - ha impedito che ciò accadesse così come il piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, tutto sommato, aveva rassicurato tutti, prevedendo per Trani, solo, la riduzione da 5 a 4 posti letto. In quel di Canosa, dove invece l'Utic è stato soppresso, c'è stata una sollevazione generale. Ad arrabbiarsi è stato anche il sindaco canosino (che è anche presidente della Bat): in una lettera inviata all'assessore regionale non riusciva a spiegare il perché si stesse chiudendo una struttura efficiente ed indispensabile di 4 posti letto per implementarne un'altra e, di più, per aprirne una ex novo, nell'ordine ad Andria e Bisceglie. Subito vi è stata la difesa preventiva dei politici biscegliesi che sottolineavano che non ci sarebbe alcun collegamento tra la soppressione dei 4 posti a Canosa e la prevista apertura a Bisceglie. In vero riferiscono che l'Utic di Bisceglie avrebbe bisogno di almeno 10 medici ed altrettanti infermieri. Attualmente pur non essendo ancora attivo e senza posti letto, vi sarebbero in servizio 4 cardiologi e 7 infermieri. Per contro a Trani, con 4 posti letto attivi, sarebbero in servizio 6 medici ed assegnati solo 3 infermieri. C'è da chiedersi allora con il deficit regionale che costringerebbe a tagliare i costi e che bloccherebbe le assunzioni come sarà possibile attivare a Bisceglie i 4 posti letti di Utic. Sottolineo inoltre che, a Bisceglie, presso la casa Divina provvidenza ed in servizio convenzionato, è già presente ed attiva una Utic, che effettua anche l'impiantistica di pace-maker e la riabilitazione cardiologica. Inoltre anche nella vicina Molfetta vi è un'altra Utic. Ed allora che senso ha aprirne un'altra?».
La cardiologia è tra i reparti tranesi sotto osservazione. Già in passato è stata sul punto di essere chiusa per mancanza di medici. «L'impegno del direttore generale - spiega De Laurentis - ha impedito che ciò accadesse così come il piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, tutto sommato, aveva rassicurato tutti, prevedendo per Trani, solo, la riduzione da 5 a 4 posti letto. In quel di Canosa, dove invece l'Utic è stato soppresso, c'è stata una sollevazione generale. Ad arrabbiarsi è stato anche il sindaco canosino (che è anche presidente della Bat): in una lettera inviata all'assessore regionale non riusciva a spiegare il perché si stesse chiudendo una struttura efficiente ed indispensabile di 4 posti letto per implementarne un'altra e, di più, per aprirne una ex novo, nell'ordine ad Andria e Bisceglie. Subito vi è stata la difesa preventiva dei politici biscegliesi che sottolineavano che non ci sarebbe alcun collegamento tra la soppressione dei 4 posti a Canosa e la prevista apertura a Bisceglie. In vero riferiscono che l'Utic di Bisceglie avrebbe bisogno di almeno 10 medici ed altrettanti infermieri. Attualmente pur non essendo ancora attivo e senza posti letto, vi sarebbero in servizio 4 cardiologi e 7 infermieri. Per contro a Trani, con 4 posti letto attivi, sarebbero in servizio 6 medici ed assegnati solo 3 infermieri. C'è da chiedersi allora con il deficit regionale che costringerebbe a tagliare i costi e che bloccherebbe le assunzioni come sarà possibile attivare a Bisceglie i 4 posti letti di Utic. Sottolineo inoltre che, a Bisceglie, presso la casa Divina provvidenza ed in servizio convenzionato, è già presente ed attiva una Utic, che effettua anche l'impiantistica di pace-maker e la riabilitazione cardiologica. Inoltre anche nella vicina Molfetta vi è un'altra Utic. Ed allora che senso ha aprirne un'altra?».