Sanità
Ospedale di Trani, svelati nuovi dettagli dal consigliere Tomasicchio
«Chiude il nostro Pronto soccorso ma resta aperto a Bisceglie anche se non sembra a norma»
Trani - giovedì 5 luglio 2018
Nuovi importanti dettagli sulla chiusura dell'ospedale San Nicola di Trani sono emersi nel corso della conferenza stampa al Polo Museale, indetta dall'ormai consigliere indipendente, Emanuele Tomasicchio. «Dall'anno 2002 - ha dichiarato - è cominciata la progressiva spoliazione dei Reparti, delle attrezzature e del personale dell'Ospedale " S. Nicola Pellegrino " di Trani a favore di quello di Bisceglie. Il piano appare ordito da politici e dirigenti sanitari biscegliesi, con la complicità dei vertici della Regione Puglia accompagnata dalla inettitudine ( quando non complicità ) di buona parte della classe politica tranese. Tutto cominciò con la chiusura del Reparto di Ostetricia.
Nell'ospedale di Trani, sino ad allora, si eseguivano oltre mille parti l'anno, a Bisceglie poco più di quattrocento: la Regione decise di chiudere l'Ostetricia di Trani e lasciare aperta quella di Bisceglie. Tutti zitti. Secondo informazioni ricevute da alcuni medici, sembra che a Bisceglie per un parto cesareo la degenza media fosse di sei giorni mentre a Trani di tre; dati, questi, forse forniti per far risultare maggiore l'indice di occupazione dei posti letto».
Ed ancora: «Il Pronto Soccorso di Trani funzionava a pieno regime ed in modo più che soddisfacente, senza alcuna possibilità di paragoni con quello di Bisceglie: dopo la chiusura di Ostetricia, altri medici riferiscono che un dirigente ASL biscegliese avessedisposto o autorizzato i medici dell'Ospedale di Trani a non far transitare più i ricoveri ordinari dal Pronto Soccorso ma di effettuare i ricoveri direttamente nei reparti ( urologia, chirurgia, ortopedia etc. etc. ). La conseguenza fu che l'indice di utilizzo del nostro Pronto Soccorso crollò verticalmente, mentre a Bisceglie, esso risultò ancora alto, proprio poiché i ricoveri continuarono ad essere effettuati passando dal Pronto Soccorso. Insomma, nella stessa Asl, in due ospedali a sette chilometri l'uno dall'altro, si agiva in maniera opposta, con il risultato di alzare gli indici di funzionalità di un Pronto Soccorso ed abbassare quelli dell'altro».
«Negli atti regionali - ha proseguito il consigliere di opposizione - si parlava di 4 posti di Rianimazione esistenti a Trani, mentre ce ne sono sempre stati 7. Nel 2013 vengono comunicati al Programma Nazionale Esiti AGENAS (sostanzialmente al Ministero della Salute) i numeri degli accessi ai Pronto Soccorso di tutte le ASL: secondo quanto denunziato anche alla Regione dal dott. Nicola Amicarelli (Responsabile dei Pronto Soccorso di Trani e di Bisceglie) incredibilmente, per Trani vengono dichiarati solo 1352 accessi al P. S. mentre Bisceglie " vola " a 31.065, superando persino Andria. Peccato che Bisceglie, prima e dopo quelle comunicazioni, sia sempre stata stabile attorno ai 22.000 accessi all'anno ed Andria attorno ai 40.000. Peccato che, proprio in occasione della trasmissione di quei dati, alla Regione il dott. Gorgoni ( se male non ricordiamo ) abbia colto la palla al balzo e detto che non si potesse assolutamente tenere aperto un Pronto Soccorso con soli 1352 ricoveri. Peccato ancora che, dai dati del sistema informatico della ASL, Trani risultava - viceversa - avere avuto 10.000 ricoveri in più e, sempre secondo il dott. Amicarelli, Bisceglie 10.000 in meno . In sostanza, qualcuno avrebbe trasmesso alla Regione ed al Ministero dei dati fasulli, togliendo 10.000 ricoveri a Trani ed aggiungendoli a Bisceglie.
Così, anno dopo anno, Trani è stata rapinata dei propri reparti. Ma nessuno a Trani si è mai mosso concretamente negli anni per difendere l'Ospedale della Città, né medici né politici né tantomeno - fra questi - sindaci. Anzi. Tuttavia, in questi giorni ho ricevuto dei documenti importanti che potrebbero e dovrebbero indurre la ASL e la Regione a rivedere le proprie decisioni . Nel 2017, i Carabinieri dei NAS hanno effettuato due ispezioni, una al Pronto Soccorso di Bisceglie ed una a quello di Trani: Ebbene, quello di Trani risultava in perfetta regola, completamente a norma e con attrezzature ed ambienti nuovissimi ed in piena efficienza. Viceversa, quello di Bisceglie presentava notevoli criticità, non aveva e non ha la " Camera calda ", non ha la stanza triage, non ha le vie d'uscita ed è ubicato al di sotto del livello stradale».
Questi gli interrogativi che Tomasicchio pone: «Allora tre domande: cosa ha fatto la direzione della Asl Bat dopo aver ricevuto questi verbali con la segnalazione di queste gravi criticità? come ha potuto lasciare operativo il pronto soccorso di Bisceglie? Come si fa a chiudere un pronto soccorso a norma ed a lasciarne aperto uno che non sembra tale? La Regione ha appena adottato la delibera che dispone la chiusura del Pronto Soccorso di Trani: io sfido il sindaco di Trani a dimostrare coraggio e ad impugnare quella delibera della regione davanti al Tar! Vediamo se ha più a cuore la salute dei suoi concittadini o gli interessi di bottega di qualcun altro. Il sottoscritto, per quello che lo riguarda, farà la sua parte».
Nell'ospedale di Trani, sino ad allora, si eseguivano oltre mille parti l'anno, a Bisceglie poco più di quattrocento: la Regione decise di chiudere l'Ostetricia di Trani e lasciare aperta quella di Bisceglie. Tutti zitti. Secondo informazioni ricevute da alcuni medici, sembra che a Bisceglie per un parto cesareo la degenza media fosse di sei giorni mentre a Trani di tre; dati, questi, forse forniti per far risultare maggiore l'indice di occupazione dei posti letto».
Ed ancora: «Il Pronto Soccorso di Trani funzionava a pieno regime ed in modo più che soddisfacente, senza alcuna possibilità di paragoni con quello di Bisceglie: dopo la chiusura di Ostetricia, altri medici riferiscono che un dirigente ASL biscegliese avessedisposto o autorizzato i medici dell'Ospedale di Trani a non far transitare più i ricoveri ordinari dal Pronto Soccorso ma di effettuare i ricoveri direttamente nei reparti ( urologia, chirurgia, ortopedia etc. etc. ). La conseguenza fu che l'indice di utilizzo del nostro Pronto Soccorso crollò verticalmente, mentre a Bisceglie, esso risultò ancora alto, proprio poiché i ricoveri continuarono ad essere effettuati passando dal Pronto Soccorso. Insomma, nella stessa Asl, in due ospedali a sette chilometri l'uno dall'altro, si agiva in maniera opposta, con il risultato di alzare gli indici di funzionalità di un Pronto Soccorso ed abbassare quelli dell'altro».
«Negli atti regionali - ha proseguito il consigliere di opposizione - si parlava di 4 posti di Rianimazione esistenti a Trani, mentre ce ne sono sempre stati 7. Nel 2013 vengono comunicati al Programma Nazionale Esiti AGENAS (sostanzialmente al Ministero della Salute) i numeri degli accessi ai Pronto Soccorso di tutte le ASL: secondo quanto denunziato anche alla Regione dal dott. Nicola Amicarelli (Responsabile dei Pronto Soccorso di Trani e di Bisceglie) incredibilmente, per Trani vengono dichiarati solo 1352 accessi al P. S. mentre Bisceglie " vola " a 31.065, superando persino Andria. Peccato che Bisceglie, prima e dopo quelle comunicazioni, sia sempre stata stabile attorno ai 22.000 accessi all'anno ed Andria attorno ai 40.000. Peccato che, proprio in occasione della trasmissione di quei dati, alla Regione il dott. Gorgoni ( se male non ricordiamo ) abbia colto la palla al balzo e detto che non si potesse assolutamente tenere aperto un Pronto Soccorso con soli 1352 ricoveri. Peccato ancora che, dai dati del sistema informatico della ASL, Trani risultava - viceversa - avere avuto 10.000 ricoveri in più e, sempre secondo il dott. Amicarelli, Bisceglie 10.000 in meno . In sostanza, qualcuno avrebbe trasmesso alla Regione ed al Ministero dei dati fasulli, togliendo 10.000 ricoveri a Trani ed aggiungendoli a Bisceglie.
Così, anno dopo anno, Trani è stata rapinata dei propri reparti. Ma nessuno a Trani si è mai mosso concretamente negli anni per difendere l'Ospedale della Città, né medici né politici né tantomeno - fra questi - sindaci. Anzi. Tuttavia, in questi giorni ho ricevuto dei documenti importanti che potrebbero e dovrebbero indurre la ASL e la Regione a rivedere le proprie decisioni . Nel 2017, i Carabinieri dei NAS hanno effettuato due ispezioni, una al Pronto Soccorso di Bisceglie ed una a quello di Trani: Ebbene, quello di Trani risultava in perfetta regola, completamente a norma e con attrezzature ed ambienti nuovissimi ed in piena efficienza. Viceversa, quello di Bisceglie presentava notevoli criticità, non aveva e non ha la " Camera calda ", non ha la stanza triage, non ha le vie d'uscita ed è ubicato al di sotto del livello stradale».
Questi gli interrogativi che Tomasicchio pone: «Allora tre domande: cosa ha fatto la direzione della Asl Bat dopo aver ricevuto questi verbali con la segnalazione di queste gravi criticità? come ha potuto lasciare operativo il pronto soccorso di Bisceglie? Come si fa a chiudere un pronto soccorso a norma ed a lasciarne aperto uno che non sembra tale? La Regione ha appena adottato la delibera che dispone la chiusura del Pronto Soccorso di Trani: io sfido il sindaco di Trani a dimostrare coraggio e ad impugnare quella delibera della regione davanti al Tar! Vediamo se ha più a cuore la salute dei suoi concittadini o gli interessi di bottega di qualcun altro. Il sottoscritto, per quello che lo riguarda, farà la sua parte».