Politica
«Ospedale, non si può sparare solo sulla Regione»
Il punto di vista de La Fabbrica di Nichi. «Il ministro Tremonti ha cambiato le carte in tavola»
Puglia - venerdì 13 gennaio 2012
10.27
Il consigliere comunale e provinciale del PdL, Beppe Corrado, ha sostenuto alcuni giorni fa che, sull'ospedale, è iniziato il gioco dello scaricabarile delle responsabilità. Ed è verissimo. La Fabbrica di Nichi, attraverso il suo portavoce, Alessandro Cerminara, fornisce all'opinione pubblica, la propria versione dei fatti: «Fino al 2010 - scrive Cerminara - il San Nicola Pellegrino, grazie alla Regione Puglia, ha avuto miglioramenti continui. Vari reparti inaugurati, chiusure sventate, nuovi progetti pronti. Poi è successo qualcosa. Cosa? Molto semplice: il ministro Tremonti (con politiche che il successivo Governo Monti ha confermato) da un lato ha imposto, ingiustamente, che la Puglia tagliasse enormemente il suo bilancio sanitario, dall'altro ha cambiato le regole sui nuovi ospedali, impedendo l'avvio di quello che era il progetto ideale per salvare definitivamente la situazione, ossia la realizzazione dell'ospedale Trani-Bisceglie che, a causa dei ritardi delle due amministrazioni comunali, non era ancora partito. Tutto questo ha cambiato le carte in tavola, facendo sì che i progetti futuri per la Bat prevedessero solo due plessi ospedalieri, e che, come comunicato dai responsabili della Asl nei vari incontri pubblici, in ogni caso tutti gli ospedali della zona abbiano vita breve».
«In tutto questo - prosegue Cerminara - a decidere sia l'organizzazione ospedaliera attuale e sia la dislocazione delle nuove strutture, sono, in gran parte, i tavoli tecnici nelle sedi istituzionali nei quali, chi rappresenta Trani, a quanto pare, porta avanti una posizione di sostanziale immobilismo perché, a quanto da lui stesso dichiarato, non parla di questo con il direttore della Asl. Tutto questo sta portando ad una penalizzazione della nostra città. Rispetto alla quale i movimenti civici pro-ospedale che si sono susseguiti hanno le loro ragioni, e siamo d'accordo col fatto che il piano attuale elaborato dalla Asl presenta errori, come i sindacati hanno evidenziato. Ma di fronte a questo, buona parte della politica cittadina (non tutta, dobbiamo riconoscere) che fa? Spara sulla Regione. Chi direttamente, chi indirettamente. Scaricando, appunto, il barile su chi, finchè ha potuto, aveva molto aiutato l'ospedale di Trani. E che ora non ha più un grande margine di movimento per colpe non sue, e si trova in condizioni ben diverse da quelle in cui si mossero i suoi predecessori, con cui qualcuno ha fatto imprudenti paragoni. In pochi dicono le cose come stanno e si muovono concretamente nelle sedi opportune per far sì che, in questa mutata situazione, si limitino i danni derivanti dalla malapolitica del precedente governo e dalle occasioni perse per l'immobilismo delle amministrazioni di Trani e Bisceglie».
Attivare i percorsi istituzionali necessari a fare gli interessi non solo di Trani ma, in generale, di una buona organizzazione sanitaria nella Bat. E' questo l'obiettivo che bisogna raggiungere per La Fabbrica di Nichi «per concorrere ad un sistema in cui nessuno sia penalizzato ed il patrimonio di esperienze e di capacità non sia disperso. Su questi obiettivi, la Regione Puglia è sempre stata d'accordo, e, se ne avrà le possibilità, farà senza dubbio tutto il necessario. Se qualcosa non va così, è per responsabilità di altri. Se vogliamo miglioramenti, siamo certi che non sarà sorda. Ma dipende anche da cosa saprà fare la politica locale. Se lo scaricabarile, quello vero, proseguirà, non ci vuole molto ad immaginare quali saranno i risultati».
«In tutto questo - prosegue Cerminara - a decidere sia l'organizzazione ospedaliera attuale e sia la dislocazione delle nuove strutture, sono, in gran parte, i tavoli tecnici nelle sedi istituzionali nei quali, chi rappresenta Trani, a quanto pare, porta avanti una posizione di sostanziale immobilismo perché, a quanto da lui stesso dichiarato, non parla di questo con il direttore della Asl. Tutto questo sta portando ad una penalizzazione della nostra città. Rispetto alla quale i movimenti civici pro-ospedale che si sono susseguiti hanno le loro ragioni, e siamo d'accordo col fatto che il piano attuale elaborato dalla Asl presenta errori, come i sindacati hanno evidenziato. Ma di fronte a questo, buona parte della politica cittadina (non tutta, dobbiamo riconoscere) che fa? Spara sulla Regione. Chi direttamente, chi indirettamente. Scaricando, appunto, il barile su chi, finchè ha potuto, aveva molto aiutato l'ospedale di Trani. E che ora non ha più un grande margine di movimento per colpe non sue, e si trova in condizioni ben diverse da quelle in cui si mossero i suoi predecessori, con cui qualcuno ha fatto imprudenti paragoni. In pochi dicono le cose come stanno e si muovono concretamente nelle sedi opportune per far sì che, in questa mutata situazione, si limitino i danni derivanti dalla malapolitica del precedente governo e dalle occasioni perse per l'immobilismo delle amministrazioni di Trani e Bisceglie».
Attivare i percorsi istituzionali necessari a fare gli interessi non solo di Trani ma, in generale, di una buona organizzazione sanitaria nella Bat. E' questo l'obiettivo che bisogna raggiungere per La Fabbrica di Nichi «per concorrere ad un sistema in cui nessuno sia penalizzato ed il patrimonio di esperienze e di capacità non sia disperso. Su questi obiettivi, la Regione Puglia è sempre stata d'accordo, e, se ne avrà le possibilità, farà senza dubbio tutto il necessario. Se qualcosa non va così, è per responsabilità di altri. Se vogliamo miglioramenti, siamo certi che non sarà sorda. Ma dipende anche da cosa saprà fare la politica locale. Se lo scaricabarile, quello vero, proseguirà, non ci vuole molto ad immaginare quali saranno i risultati».