Vita di città
Palumbo, i genitori dicono no allo smembramento della classe
La protesta va avanti. Le foto
Trani - lunedì 20 settembre 2010
I genitori dei 22 alunni della seconda L della scuola Palumbo dicono no allo smembramento ed allo spostamento dei figli in più classi della scuola Bovio. Da questa mattina la protesta ha assunto i contorni più forti. Ragazzi fuori dalla scuola Palumbo e genitori impegnati in un faccia a faccia col dirigente scolastico Lucio Bonvino a cui hanno espresso la totale contrarietà verso la decisione dell'ufficio scolastico provinciale, comunicata a pochi giorni dall'inizio delle lezioni.
«Non vogliamo essere divisi, abbiamo fatto insieme i cinque anni di scuola elementare ed il primo anno di scuola media. I miei compagni non li lascio». A dirlo è una delle giovani studentesse della seconda fantasma. A dispetto dall'età, i 22 alunni hanno le idee chiarissime: «I nostri genitori hanno comprato tutti i libri di testo. Passando alla Bovio, molti testi diventano inutili. Il dirigente ci ha detto che ci daranno delle fotocopie da cui studiare, non voglio le fotocopie e soprattutto voglio studiare con i miei amici».
In un'aula all'interno dell'Istituto (ridotto ad ospitare solo cinque classi) il confronto tra dirigente scolastico e genitori è piuttosto acceso. Il dirigente ha continuato a ripetere che la decisione è stata assunta dall'ufficio scolastico provinciale e che c'è ben poco da fare. I genitori hanno invece minacciato di protestare ad oltranza. Dai portafogli escono scontrini-fiume di libri di testo acquistati (c'è chi ha speso anche 400 euro), ma non solo. «Abito a due isolati da qui, voglio che mio figlio studi alla Palumbo e con i suoi compagni». Lo sfogo di un papà è analogo a quello di quasi tutti i familiari che non hanno intenzione di accettare la decisione. «Potevano smembrare una prima, non una classe già amalgamata. Siamo contrari a queste forme discriminatorie» dice una delle mamme più esagitate.
La docente di italiano che ha seguito la classe nel primo anno di scuola media esterna sentimenti di disappunto: «Mi dispiace che si disperda questo gruppo così strutturato ed affiatato. Mi auguro che i ragazzi riescano a metabolizzare la decisione anche se non sarà semplice. Dopo sei anni insieme non è facile cambiare, soprattutto a quell'età». Una soluzione ci sarebbe: adire le vie legali, presentare ricorso d'urgenza al Tar e sperare che si verifichi la stessa cosa accaduta in una scuola di Bari, dove il ricorso fu accolto.
«Non vogliamo essere divisi, abbiamo fatto insieme i cinque anni di scuola elementare ed il primo anno di scuola media. I miei compagni non li lascio». A dirlo è una delle giovani studentesse della seconda fantasma. A dispetto dall'età, i 22 alunni hanno le idee chiarissime: «I nostri genitori hanno comprato tutti i libri di testo. Passando alla Bovio, molti testi diventano inutili. Il dirigente ci ha detto che ci daranno delle fotocopie da cui studiare, non voglio le fotocopie e soprattutto voglio studiare con i miei amici».
In un'aula all'interno dell'Istituto (ridotto ad ospitare solo cinque classi) il confronto tra dirigente scolastico e genitori è piuttosto acceso. Il dirigente ha continuato a ripetere che la decisione è stata assunta dall'ufficio scolastico provinciale e che c'è ben poco da fare. I genitori hanno invece minacciato di protestare ad oltranza. Dai portafogli escono scontrini-fiume di libri di testo acquistati (c'è chi ha speso anche 400 euro), ma non solo. «Abito a due isolati da qui, voglio che mio figlio studi alla Palumbo e con i suoi compagni». Lo sfogo di un papà è analogo a quello di quasi tutti i familiari che non hanno intenzione di accettare la decisione. «Potevano smembrare una prima, non una classe già amalgamata. Siamo contrari a queste forme discriminatorie» dice una delle mamme più esagitate.
La docente di italiano che ha seguito la classe nel primo anno di scuola media esterna sentimenti di disappunto: «Mi dispiace che si disperda questo gruppo così strutturato ed affiatato. Mi auguro che i ragazzi riescano a metabolizzare la decisione anche se non sarà semplice. Dopo sei anni insieme non è facile cambiare, soprattutto a quell'età». Una soluzione ci sarebbe: adire le vie legali, presentare ricorso d'urgenza al Tar e sperare che si verifichi la stessa cosa accaduta in una scuola di Bari, dove il ricorso fu accolto.