Paola Severini melograni
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Eventi e cultura

Paola Severini Melograni: "Il Festival del Giullare a Trani è il nostro Festival di Sanremo"

Nel programma della Rai "O anche no" verrà raccontata anche quest'anno l'ultima edizione del Festival

Ci sono giornalisti di inchiesta, reporter di guerra, cronisti sportivi e di gossip, di luoghi e di viaggi. E poi c'è lei. Paola Severini Melograni ha fatto della sua professione uno strumento, una vera e propia arma per far riconoscere quei "Diritti fondamentali e desiderabili" - che è anche il titolo di uno dei suoi libri - ancora troppo spesso trascurati ma che tanto, anche grazie alla sua instancabile azione, vengono sempre più considerati nella nostra società.

Una vera vera e propria missione che Paola porta avanti da sempre, dalle sue scelte di vita intraprese già ai tempi dell'adolescenza nel sostegno alle categorie degli ultimi fino a azioni nel campo della comunicazione che l'hanno portata negli anni a ricevere altissimi riconoscimenti, conferiti - tra i tanti - dal Presidente Ciampi e dal Presidente Mattarella.
"Ma il premio più bello l'ho ricevuto qui a Trani nel corso dell'ultima serata del Festival del Giullare: un piccolo teatrino realizzato dai ragazzi del centro Jobel, dove sono rappresentata perfettamente, anche con i miei capelli bianchi!": avevamo incontrato Paola Severini Melograni a Trani proprio al termine del Festival, del quale lei per la quarta volta non è stata semplicemente un ospite, ma come sempre la sua più entusiastica sostenitrice, promoter, interprete, divulgatrice, lei che è sempre alla ricerca, con la sua trasmissione "O anche no" di storie di disabilità che diventano storie di straordinarie abilità, davvero nel senso di fuori dall'ordinario, capaci di illuminare e di arricchire il quotidiano che ci circonda.

"Vorrei che la Rai si accorgesse del fatto che il Festival del Giullare in 15 edizioni è da considerare il nostro ( e quel nostro la dice tutta) Festival di Sanremo per la possibilità che ha di dimostrare al mondo quanto la disabilità positiva possa costituire una marcia in più, una risorsa in più nel campo dell'arte e quindi nel campo della vita stessa quindi ti andrebbe data una visita degna di questo valore. Se mai fosse possibile - aggiunge - anche da questa edizione del del Giullare usciamo straordinariamente arricchiti".

E già, perché l'arte non è un mondo a parte, è una strada per arricchire la vita, renderla più più completa e spesso, come nel caso delle persone disabili che finalmente stanno trovando lo spazio per esprimersi attraverso i propri talenti, più dignitosa e felice.

Il Festival del Giullare dimostra che non bisogna ricorrere ad artifici per creare e suscitare effetti dirompenti nell'anima nelle manifestazioni teatrali, musicali e artistiche, perché gli artisti portatori di disabilità hanno di per sé una vitalità creativa spesso in grado di diventare davvero una marcia in più nelle performance.

Il riconoscimento da parte di una persona - riduttivo chiamarla semplicemente giornalista perchè il curriculum Paola Severini Melograni richiederebbe una definizione difficilmente incanalabile in una sola parola - come Lei al Festival del Giullare di Trani, incorona questa manifestazione in un modo davvero pregiato, probabilmente del quale buona parte dei cittadini di Trani non è ancora pienamente consapevole; ma soprattutto del cui valore e unicità la Cosa Pubblica nazionale non è consapevole: "Quella del Giullare è una scelta culturale e artistica unica a livello europeo, ancor più di valore per il fatto di essere nata al Sud e quindi, da sottolineare, con difficoltà maggiori": un Sud che però, come ama sottolineare, è fatto di persone sensibili e coraggiose come don Mimmo De Toma, primo innesco del centro di Jobel, Marco Pentassuglia e Cinzia Angarano con tutta la "squadra" del Giullare e della Cooperativa Promozione Sociale e Solidarietà di Trani, esempi di un mondo che, a partire da una parrocchia, si è sviluppato a tal punto da consentire la possibilità a tante famiglie con persone disabili di vivere spazi di tempo sereni, comprese le vacanze.
Chiedendole se fosse possibile sognare un Festival del Giullare internazionale, ci risponde che, anche attraverso la trasmissione "O anche no" - che dedicherà una puntata anche quest'anno al festival - non potrà che impegnarsi a che la televisione pubblica vi destini finanziamenti, perchè possa estendere la propria forza trainante ad orizzonti ancora più lontani.
E con la "forza trainante" che questa donna straordinaria è capace di realizzare, con tenacia, determinazione e tanto amore, c'è da credere che quei nuovi orizzonti al Festival del Giullare potranno ancora aprirsi.
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