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Parco Alta Murgia, scoperta cava fantasma

Operazione della forestale. Nei guai alcuni tranesi. L'intera area è stata sottoposta a sequestro

Nei giorni scorsi, in seguito alle normali attività di controllo del territorio ed in materia di cava, gli uomini del coordinamento territoriale per l'ambiente del Corpo forestale dello Stato di Altamura e del Comando stazione forestale di Corato, hanno nuovamente riscontrato il deposito di ingenti quantitativi di terreno e altro materiale lapideo (capellaccio) proveniente dall'attività di coltivazione delle cave, all'interno della cava sita in località Barile del Comune di Ruvo di Puglia, area riconosciuta come sito d'interesse comunitario, in parte ricadente nel parco nazionale dell'Alta Murgia, bene tutelato per legge.

Questi depositi, realizzati su terreni in parte pascolivi ed in parte boschivi, avevano raggiunto altezze notevoli tanto da modificare l'orografia del suolo e coprire totalmente gli alberi presenti nel pascolo e nella zona boscata, che risultava appositamente spianata e livellata per ricavarne apposito piazzale di deposito. Dopo alcune indagini, partite già alcuni mesi fa, i forestali sono risaliti agli autori dei depositi, proprietari di parte del piazzale nel quale era avvenuto il deposito e di un'altra cava all'interno della quale erano in corso lavori di coltivazione. Questi, originari di Trani, non avevano alcuna autorizzazione in merito ai lavori di trasformazione del territorio (piazzale per deposito) e a quelli di esercizio dell'attività di cava (scaduta nel 2009). Pertanto, è stata accertata la realizzazione abusiva del piazzale con relativa distruzione della vegetazione pascoliva e boschiva, con modifica dello stato dei luoghi attraverso il cambiamento orografico e la destinazione d'uso delle aree naturali. Inoltre si è accertata l'attività abusiva di cavazione in area protetta senza le prescritte autorizzazioni regionali, il nulla osta dell'Ente parco dell'Alta Murgia e le autorizzazioni paesaggistiche.

Per la gravità dei fatti sopra esposti e per evitare la commissione di altri reati, l'intera area oggetto di lavori illeciti è stata sottoposta a sequestro preventivo. Denunciato all'autorità giudiziaria il rappresentante legale e proprietario della cava, responsabile dei depositi abusivi.

Nella stessa località ma su particella differente, i forestali hanno riscontrato la presenza di altra attività abusiva di cavazione da parte di altra ditta, eseguita in area protetta e senza le prescritte autorizzazioni regionali e paesistico ambientali. Anche in questo caso, visto il pericolo che la libera disponibilità delle cose pertinenti al reato possa aggravare le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, l'area oggetto di lavori illeciti è stata sottoposta a sequestro preventivo ed è stato deferito all'autorità giudiziaria il rappresentante legale della stessa ditta, originario di Trani.
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