Attualità
Parco di via della Tufare: il Comune risolve il contratto di appalto con la società aggiudicataria dei lavori
Il Tar Bologna la indica come presunto "soggetto a pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso”
Trani - giovedì 25 marzo 2021
11.43
Nel novembre scorso fu "illuminato" con tanto di cerimonia. Fu luce su 12mila metri quadri, il parco più grande della città "oltre che più bello" come disse il sindaco Bottaro in quella cerimonia. Di lì a poco avrebbe dovuto essere completato ed inaugurato definitivamente.
Ora, però, accade che una sentenza del Tar di Bologna indichi quel consorzio come presunto "operatore economico soggetto a pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso". Per questo motivo il Comune dunque risolve il contratto con la società appaltatrice dei lavori, riservandosi naturalmente "le iniziative necessarie e previste dalla vigente normativa per liberare l'area di cantiere" e recuperare dalla ditta stessa "i danni subiti conseguenti e connessi con la disposta risoluzione del contratto, con incameramento delle polizze fideiussorie".
Commenta l'ex consigliere comunale Maria Grazia Cinquepalmi: "Un parco inaugurato il 25 novembre 2020 con filmato ad effetti speciali. Lavori eseguiti e liquidati per circa 750 mila Euro. Lavori eseguiti da una società destinataria di informazione antimafia interdittiva, una società che il Tar Bologna ha definito "operatore economico soggetto a pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso".
Sono "12 mila metri quadrati abbandonati all'incuria e al degrado - sottolinea Cinquepalmi - un'area trasformata in discarica di materiali pericolosi. Un parco pieno di erbacce, con alberi piantati da poco, sofferenti, alcuni morti. Un parco inaugurato da 4 mesi e abbandonato ancora prima che i lavori venissero ultimati. Nel frattempo il Comune continua a pubblicare bandi. Ormai esiste solo quella rassegnazione a cui molti cittadini si sono abituati".
Ora, però, accade che una sentenza del Tar di Bologna indichi quel consorzio come presunto "operatore economico soggetto a pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso". Per questo motivo il Comune dunque risolve il contratto con la società appaltatrice dei lavori, riservandosi naturalmente "le iniziative necessarie e previste dalla vigente normativa per liberare l'area di cantiere" e recuperare dalla ditta stessa "i danni subiti conseguenti e connessi con la disposta risoluzione del contratto, con incameramento delle polizze fideiussorie".
Commenta l'ex consigliere comunale Maria Grazia Cinquepalmi: "Un parco inaugurato il 25 novembre 2020 con filmato ad effetti speciali. Lavori eseguiti e liquidati per circa 750 mila Euro. Lavori eseguiti da una società destinataria di informazione antimafia interdittiva, una società che il Tar Bologna ha definito "operatore economico soggetto a pericolo di condizionamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso".
Sono "12 mila metri quadrati abbandonati all'incuria e al degrado - sottolinea Cinquepalmi - un'area trasformata in discarica di materiali pericolosi. Un parco pieno di erbacce, con alberi piantati da poco, sofferenti, alcuni morti. Un parco inaugurato da 4 mesi e abbandonato ancora prima che i lavori venissero ultimati. Nel frattempo il Comune continua a pubblicare bandi. Ormai esiste solo quella rassegnazione a cui molti cittadini si sono abituati".