Politica
Parte la crociata dei politici della Bat contro Trenitalia
Il Consiglio provinciale sottoscrive un documento
Trani - mercoledì 3 febbraio 2010
In un documento approvato in aula, il Consiglio provinciale ha espresso parere contrario al provvedimento, adottato da Trenitalia, di cancellazione della fermata di Barletta sulla linea Lecce-Roma invocando il riconoscimento della dignità istituzionale dovuta verso le popolazioni della sesta provincia pugliese.
Il Consiglio ha inoltre esortato il presidente del Consiglio provinciale (Gigi Riserbato) ed il presidente della Provincia (Francesco Ventola) ad aprire un urgente tavolo di trattative con il Ministero dei Trasporti e con la direzione di Trenitalia al fine di ripristinare gli orari in vigore fino al 12 dicembre scorso ed a trasmettere copia del deliberato condiviso dall'assamblea provinciale alla direzione nazionale e regionale di Trenitalia, nonché ad ogni livello istituzionale e politico del governo nazionale e regionale, affinché si possa recuperare la fermata di Barletta e si possa considerare, nella futura programmazione attuativa dell'alta velocità, la stazione di Barletta come snodo ferroviario di collegamento pugliese sulla linea Salerno-Roma.
Il documento d'intesa, proposto dai consiglieri Vincenzo Valente (Puglia Prima di Tutto) e Pina Marmo (Partito Democratico) ha trovato la condivisione del consiglio provinciale. «Privare il nostro territorio di collegamenti così importanti – si legge nel documento - significherebbe mettere in grave difficoltà le nostre comunità e rallentare la crescita che con coraggio ed a prezzo di enormi sacrifici stiamo realizzando. Il nuovo orario marginalizza la Provincia Bat, relegandola a terra di passaggio. Il Consiglio recepisce le preoccupazioni e le perplessità espresse dalle popolazioni interessate (attestate con copiose sottoscrizioni di cittadini), e dalle componenti sociali. Nell'ottica di sviluppo e di attuazione delle infrastrutture dell'alta velocità per l'intero Paese Italia, sarebbe opportuno che Trenitalia di concerto con il governo nazionale riveda i suoi piani, attuando così una reale politica di sviluppo e crescita del sud, considerato che tale operazione favorirebbe il reale collegamento di altri territori, quali la Basilicata e l'Irpinia».
Il Consiglio ha inoltre esortato il presidente del Consiglio provinciale (Gigi Riserbato) ed il presidente della Provincia (Francesco Ventola) ad aprire un urgente tavolo di trattative con il Ministero dei Trasporti e con la direzione di Trenitalia al fine di ripristinare gli orari in vigore fino al 12 dicembre scorso ed a trasmettere copia del deliberato condiviso dall'assamblea provinciale alla direzione nazionale e regionale di Trenitalia, nonché ad ogni livello istituzionale e politico del governo nazionale e regionale, affinché si possa recuperare la fermata di Barletta e si possa considerare, nella futura programmazione attuativa dell'alta velocità, la stazione di Barletta come snodo ferroviario di collegamento pugliese sulla linea Salerno-Roma.
Il documento d'intesa, proposto dai consiglieri Vincenzo Valente (Puglia Prima di Tutto) e Pina Marmo (Partito Democratico) ha trovato la condivisione del consiglio provinciale. «Privare il nostro territorio di collegamenti così importanti – si legge nel documento - significherebbe mettere in grave difficoltà le nostre comunità e rallentare la crescita che con coraggio ed a prezzo di enormi sacrifici stiamo realizzando. Il nuovo orario marginalizza la Provincia Bat, relegandola a terra di passaggio. Il Consiglio recepisce le preoccupazioni e le perplessità espresse dalle popolazioni interessate (attestate con copiose sottoscrizioni di cittadini), e dalle componenti sociali. Nell'ottica di sviluppo e di attuazione delle infrastrutture dell'alta velocità per l'intero Paese Italia, sarebbe opportuno che Trenitalia di concerto con il governo nazionale riveda i suoi piani, attuando così una reale politica di sviluppo e crescita del sud, considerato che tale operazione favorirebbe il reale collegamento di altri territori, quali la Basilicata e l'Irpinia».