Turismo
Passeggiando in bicicletta spunta una Trani dimenticata
L’esperienza degli amici di Klara. Le foto
Trani - sabato 4 dicembre 2010
Se si domanda ad un turista per cosa ricorda Trani la risposta, nove volte su dieci, è la Cattedrale. Il colosso romanico eretto sul mare è effettivamente qualcosa di unico al mondo. Ma Trani non è solo questo. Ce lo hanno dimostrato Gli amici di Klara, cinque ragazzi tranesi che da anni condividono un'idea comune di promozione del territorio locale e di tutela del patrimonio ambientale. Tutti sono accomunati dalla passione per la bicicletta, che li ha condotti a seguire un percorso orientato alla sensibilizzazione del cittadino, in particolare la fascia giovanile.
Gli amici di Klara non sono affatto soli. Ben duecento giovani, dai 14 ai 30 anni, muniti di bicicletta ed entusiasmo inaspettato, hanno accettato la scommessa e si sono messi a pedalare per scoprire un'altra Trani. Il modo alternativo di viaggiare ha permesso agli interessati di vedere luoghi inesplorati o difficilmente raggiungibili con mezzi di trasporto che non siano la bicicletta. Il cicloescursionismo è stato praticato nella piena tranquillità delle campagne tranesi, fra valli, casolari e tenute abbandonate.
La passeggiata è partita da via delle Tufare per raggiungere la chiesa di Santa Geffa, scavata nel tufo, oggi affidata all'associazione Xiao Yan. Imboccando la strada provinciale Barletta-Corato sono giunti a via Vecchia Corato visitando la masseria Beltrani e villa Melodia. Proseguendo, verso contrada Santa Chiara hanno visitato la suggestiva Torre Lamadoro. Quest'ultima ricorda Castel del Monte: oggi è abitata e tenuta in ottime condizioni. Dal terrazzo, muniti di cannocchiale, è possibile scorgere da un lato la Cattedrale di Trani, dall'altro il castello federiciano. Salutati i proprietari della torre, hanno imboccato la strada vicinale San Tommaso per arrivare a contrada via Monte Sant'Angelo, dove hanno visitato la masseria Monsignore con relativa palombaia e la masseria Capasso.
GALLERIA FOTOGRAFICA
E' in una di queste strade che, qualche mese fa, Lino Antonacci, Andrea Moselli, Giuseppe Scandamarro, Antonio Pappolla e Claudio Catenuto, durante una delle loro passeggiate in bicicletta, fecero amicizia con Klara, oggi simbolo della loro passione. Klara è una bicicletta, una di quelle che tempo fa usavano i panettieri per trasportare il pane dal panificio nelle case. «Klara - raccontano i ragazzi - era lì abbandonata, sporca e arrugginita, noi l'abbiamo presa e restaurata. Il nome deriva da una donnicciola che si posteggiava in quella zona di campagna per allietare le giornate dei contadini». Un buffo aneddoto, che oggi da il nome ad un progetto degno d'attenzione.
Gli amici di Klara non sono affatto soli. Ben duecento giovani, dai 14 ai 30 anni, muniti di bicicletta ed entusiasmo inaspettato, hanno accettato la scommessa e si sono messi a pedalare per scoprire un'altra Trani. Il modo alternativo di viaggiare ha permesso agli interessati di vedere luoghi inesplorati o difficilmente raggiungibili con mezzi di trasporto che non siano la bicicletta. Il cicloescursionismo è stato praticato nella piena tranquillità delle campagne tranesi, fra valli, casolari e tenute abbandonate.
La passeggiata è partita da via delle Tufare per raggiungere la chiesa di Santa Geffa, scavata nel tufo, oggi affidata all'associazione Xiao Yan. Imboccando la strada provinciale Barletta-Corato sono giunti a via Vecchia Corato visitando la masseria Beltrani e villa Melodia. Proseguendo, verso contrada Santa Chiara hanno visitato la suggestiva Torre Lamadoro. Quest'ultima ricorda Castel del Monte: oggi è abitata e tenuta in ottime condizioni. Dal terrazzo, muniti di cannocchiale, è possibile scorgere da un lato la Cattedrale di Trani, dall'altro il castello federiciano. Salutati i proprietari della torre, hanno imboccato la strada vicinale San Tommaso per arrivare a contrada via Monte Sant'Angelo, dove hanno visitato la masseria Monsignore con relativa palombaia e la masseria Capasso.
GALLERIA FOTOGRAFICA
E' in una di queste strade che, qualche mese fa, Lino Antonacci, Andrea Moselli, Giuseppe Scandamarro, Antonio Pappolla e Claudio Catenuto, durante una delle loro passeggiate in bicicletta, fecero amicizia con Klara, oggi simbolo della loro passione. Klara è una bicicletta, una di quelle che tempo fa usavano i panettieri per trasportare il pane dal panificio nelle case. «Klara - raccontano i ragazzi - era lì abbandonata, sporca e arrugginita, noi l'abbiamo presa e restaurata. Il nome deriva da una donnicciola che si posteggiava in quella zona di campagna per allietare le giornate dei contadini». Un buffo aneddoto, che oggi da il nome ad un progetto degno d'attenzione.