Territorio
«Per la Puglia quattro province oltre l'area metropolitana»
Riordino delle province, intervento del presidente della Bat. L'idea di Ventola: allargare la Bat a Molfetta e Bitonto
Trani - giovedì 18 ottobre 2012
10.46
«Evidentemente le nostre lamentale, unitamente a quelli di alcuni Consiglieri regionali appartenenti al nostro territorio, hanno fatto breccia nel Governo della Regione Puglia, che, a quanto pare, sul riordino delle Province e sulla scelta di "non decidere" (rispedendo così la "patata bollente" al Governo) ha fatto dietrofront in queste ore». Lo afferma il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Francesco Ventola, dopo che la Conferenza dei Capigruppo in Consiglio regionale ha stabilito di discutere il prossimo 22 ottobre il riordino delle Province pugliesi.
«Perlomeno - afferma Ventola - il prossimo 22 ottobre il Consiglio regionale affronterà di petto la questione: siamo curiosi di sapere quale idea emergerà dall'assemblea e soprattutto se al termine della stessa verrà o meno formulata una proposta concreta da avanzare sul tavolo nazionale».
Il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani ha invece le idee chiare su quale direzione la Regione Puglia potrà intraprendere. «Partendo dal presupposto che in Puglia nascerà la Città Metropolitana di Bari, credo sia necessarie due Province da Bari a Foggia ed altrettante da Bari a Lecce. In tal caso - spiega Ventola - otterremmo un contenimento della spesa, come richiesto dal Governo, senza privare i cittadini pugliesi di servizi ed autonomia. D'altronde, un territorio composto da oltre 500mila abitanti (i dieci comuni della Bat più Molfetta e Bitonto) ha chiaramente espresso la propria volontà di aggregarsi e di non aderire alla Città Metropolitana o alla Provincia di Foggia, come dimostrano i deliberati dei rispettivi Consigli comunali. Auspico che la Regione possa prendere seriamente in considerazione tale ipotesi, da approvare in Consiglio regionale e portare così al tavolo del Governo, presentandosi nelle stesse ed identiche condizioni di altre Regioni d'Italia. Un esempio eclatante - prosegue il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani - è quello della Toscana, dove, stando ai parametri fissati dal Governo, sparirebbero tutte le dieci Province attualmente esistenti e nascerebbe la sola Città Metropolitana di Firenze; eppure, il Consiglio per le Autonomie Locali della Regione Toscana ha proposto un riordino che prevede la presenza di ben cinque Province oltre alla Città Metropolitana di Firenze. In Emilia Romagna, che ha una popolazione identica a quella della Puglia, applicando i criteri fissati dal Governo rimarrebbe la sola Provincia di Ferrara con l'aggiunta della Città Metropolitana di Bologna. Eppure il Cal e la Regione hanno proposto un riordino che prevede ben quattro Province e la Città Metropolitana. In Puglia, invece, è cosa nota che il Consiglio per le Autonomie Locali è istituito ma non si è mai insediato».
Il Presidente Ventola conclude: «capisco che la situazione è parecchio ingarbugliata, ma d'altronde era inevitabile. Questo piano di riordino delle Province voluto dal Governo è del tutto "strampalato" e non consente di far risparmiare nulla. Attraverso una seria riforma costituzionale, che riguardasse Governo nazionale, Regioni, Province e Comuni, si sarebbe realmente potuto contenere la spesa rivisitando tutti gli assetti istituzionali. E prim'ancora, come da sempre sostengo, si sarebbe dovuto abolire gli oltre 8mila enti inutili (consorzi, società partecipate ed organismi intermedi), che ci costano una miriade di soldi pubblici e sono rappresentati da figure nominate e non elette. Si è invece persa un'altra buona occasione per dare un forte segnale alla gente».
«Perlomeno - afferma Ventola - il prossimo 22 ottobre il Consiglio regionale affronterà di petto la questione: siamo curiosi di sapere quale idea emergerà dall'assemblea e soprattutto se al termine della stessa verrà o meno formulata una proposta concreta da avanzare sul tavolo nazionale».
Il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani ha invece le idee chiare su quale direzione la Regione Puglia potrà intraprendere. «Partendo dal presupposto che in Puglia nascerà la Città Metropolitana di Bari, credo sia necessarie due Province da Bari a Foggia ed altrettante da Bari a Lecce. In tal caso - spiega Ventola - otterremmo un contenimento della spesa, come richiesto dal Governo, senza privare i cittadini pugliesi di servizi ed autonomia. D'altronde, un territorio composto da oltre 500mila abitanti (i dieci comuni della Bat più Molfetta e Bitonto) ha chiaramente espresso la propria volontà di aggregarsi e di non aderire alla Città Metropolitana o alla Provincia di Foggia, come dimostrano i deliberati dei rispettivi Consigli comunali. Auspico che la Regione possa prendere seriamente in considerazione tale ipotesi, da approvare in Consiglio regionale e portare così al tavolo del Governo, presentandosi nelle stesse ed identiche condizioni di altre Regioni d'Italia. Un esempio eclatante - prosegue il Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani - è quello della Toscana, dove, stando ai parametri fissati dal Governo, sparirebbero tutte le dieci Province attualmente esistenti e nascerebbe la sola Città Metropolitana di Firenze; eppure, il Consiglio per le Autonomie Locali della Regione Toscana ha proposto un riordino che prevede la presenza di ben cinque Province oltre alla Città Metropolitana di Firenze. In Emilia Romagna, che ha una popolazione identica a quella della Puglia, applicando i criteri fissati dal Governo rimarrebbe la sola Provincia di Ferrara con l'aggiunta della Città Metropolitana di Bologna. Eppure il Cal e la Regione hanno proposto un riordino che prevede ben quattro Province e la Città Metropolitana. In Puglia, invece, è cosa nota che il Consiglio per le Autonomie Locali è istituito ma non si è mai insediato».
Il Presidente Ventola conclude: «capisco che la situazione è parecchio ingarbugliata, ma d'altronde era inevitabile. Questo piano di riordino delle Province voluto dal Governo è del tutto "strampalato" e non consente di far risparmiare nulla. Attraverso una seria riforma costituzionale, che riguardasse Governo nazionale, Regioni, Province e Comuni, si sarebbe realmente potuto contenere la spesa rivisitando tutti gli assetti istituzionali. E prim'ancora, come da sempre sostengo, si sarebbe dovuto abolire gli oltre 8mila enti inutili (consorzi, società partecipate ed organismi intermedi), che ci costano una miriade di soldi pubblici e sono rappresentati da figure nominate e non elette. Si è invece persa un'altra buona occasione per dare un forte segnale alla gente».