Ambiente
«Per una città a rifiuti zero è necessaria una programmazione d'insieme»
Nota in redazione di Legambiente Trani
Trani - venerdì 12 marzo 2021
10.32
Ispirata a un principio di ambientalismo scientifico, Legambiente Trani, attraverso un'istanza di accesso agli atti, è in attesa di acquisire la documentazione relativa al progetto di installazione di un impianto per il trattamento del percolato e la realizzazione di una piattaforma di trasferenza in località Puro Vecchio a Trani. Solo attraverso una compiuta analisi sarà possibile esprimersi nel merito e comprendere se tale impiantistica sia dimensionata alla discarica cittadina. Resta l'esigenza di una valutazione complessiva e non limitata a singoli interventi, che comprenda comunque il necessario impianto di recupero del percolato e le realizzate coperture parziali e provvisorie.
Si pone, come indispensabile, un complessivo percorso che consenta una definitiva e fattuale chiusura della discarica e una integrata pianificazione provinciale e regionale del ciclo del trattamento dei rifiuti. In tal senso, Legambiente Trani ribadisce come non sia sufficiente un atto amministrativo o un cautelare provvedimento dell'autorità giudiziaria per considerare chiusa una discarica laddove, solo colmandola integralmente come imposto tecnicamente e dalla normativa vigente, la discarica potrà cessare di rappresentare un pericolo per il nostro territorio.
Pur riservando una valutazione più accurata all'esito dell'acquisizione della documentazione, si evidenzia come sia l'impianto di percolato sia la piattaforma di trasferenza debbano essere complessivamente valutati non come elementi "estranei" o a soccorso di una discarica temporaneamente "congelata" ma piuttosto funzionalizzati a una necessaria riapertura della discarica quale indispensabile elemento perché si possa poi addivenire a una pianificata chiusura della stessa che scongiuri nel tempo possibili danni ambientali.
Si auspica che, contestualmente alla realizzazione dell'impianto di percolato, si intercettino le risorse economiche per un intervento di riparazione della lacerazione individuata nel manto del lotto 2bis per poi procedere a colmarlo con rifiuti pretrattati e inertizzati, grazie alla selezione operata nella piattaforma di trasferenza. Idonea sorte dovrebbe essere tecnicamente immaginata per il lotto 3, quale incompatibile voragine accanto agli altri tre lotti che nel loro insieme configurano un'unica e continuativa discarica. È, infatti, tecnicamente errato considerate i lotti della discarica come realtà a sé stanti che possano essere autonomamente o demagogicamente chiusi lasciando un "vuoto incompiuto" che rende la discarica, nel suo complesso, vulnerabile agli eventi meteorici o a possibili incidenti.
Solo riportando tutta la ex cava, ora discarica comunale, a livello del terreno agricolo circostante sarà possibile porla in sicurezza e scongiurare l'appetito di chi immagina di poter sempre riattivare la discarica di Trani, non certo nuova all'improvvisa accoglienza di rifiuti provenienti da altre parti d'Italia per far fronte alle emergenze ambientali sempre pronte a riesplodere.
Quindi, piuttosto che sperare in improbabili sentenze di risarcimento danni per disastri ambientali, ogni specifico intervento che riguardi la discarica cittadina dell'AMIU andrebbe collocato in una più complessiva pianificazione che consenta ambientalmente ed economicamente di intercettare risorse finalizzate a operare gli interventi necessari, come in parte già risultanti dal piano di caratterizzazione e, soprattutto, a consentire di colmare la discarica per "accompagnarla" al compimento del suo naturale ciclo di vita. Parimenti sempre una visione di generale gestione dei rifiuti del territorio comunale e provinciale dovrebbe importare una corretta valutazione delle istanze di apertura di impianti di compostaggio, eventualmente immaginando anche una seppur minima compartecipazione pubblica, onde assicurare una capacità di controllo e garanzia del rispetto degli indispensabili standard ambientali e di sicurezza.
Inoltre, Legambiente Trani insiste affinché si operi il censimento delle cave presenti nel nostro territorio, reale tentazione per il traffico lecito o illecito o il periodico incendio di rifiuti, imponendo che siano colmate le cave inattive attivando le fideiussioni esistenti o operando in danno dei proprietari dei terreni. Un tale censimento dovrebbe nel contempo anche consentire di individuare le cave potenzialmente destinabili a una riconversione ecologica; come per taluni siti, in particolare sul confine verso Bisceglie, dove nei decenni ha avuto corso un processo di rinaturalizzazione con la presenza di specie animali selvatiche tra cui i gruccioni che vi nidificano. Legambiente, pertanto, ritiene che Trani possa diventare realmente città a rifiuti zero, continuando con una differenziata meticolosa che recuperi a pieno tutte le materie raccolte, mettendo in sicurezza la discarica di Puro Vecchio, trattandone il percolato estratto in un impianto di medie dimensioni, colmando la stessa discarica con residui inertizzati derivati dal trattamento e dai residui infimi dell'indifferenziato, scegliendo i rifiuti migliori in una struttura di trasferenza collegata alla Ricicleria che consenta di aprire a un compostaggio di qualità, gestendo e controllando l'intero ciclo di rifiuti con l'Amiu, municipalizzata tranese su cui tutti i cittadini e le associazioni hanno diretta possibilità di intervento e partecipazione.
Si pone, come indispensabile, un complessivo percorso che consenta una definitiva e fattuale chiusura della discarica e una integrata pianificazione provinciale e regionale del ciclo del trattamento dei rifiuti. In tal senso, Legambiente Trani ribadisce come non sia sufficiente un atto amministrativo o un cautelare provvedimento dell'autorità giudiziaria per considerare chiusa una discarica laddove, solo colmandola integralmente come imposto tecnicamente e dalla normativa vigente, la discarica potrà cessare di rappresentare un pericolo per il nostro territorio.
Pur riservando una valutazione più accurata all'esito dell'acquisizione della documentazione, si evidenzia come sia l'impianto di percolato sia la piattaforma di trasferenza debbano essere complessivamente valutati non come elementi "estranei" o a soccorso di una discarica temporaneamente "congelata" ma piuttosto funzionalizzati a una necessaria riapertura della discarica quale indispensabile elemento perché si possa poi addivenire a una pianificata chiusura della stessa che scongiuri nel tempo possibili danni ambientali.
Si auspica che, contestualmente alla realizzazione dell'impianto di percolato, si intercettino le risorse economiche per un intervento di riparazione della lacerazione individuata nel manto del lotto 2bis per poi procedere a colmarlo con rifiuti pretrattati e inertizzati, grazie alla selezione operata nella piattaforma di trasferenza. Idonea sorte dovrebbe essere tecnicamente immaginata per il lotto 3, quale incompatibile voragine accanto agli altri tre lotti che nel loro insieme configurano un'unica e continuativa discarica. È, infatti, tecnicamente errato considerate i lotti della discarica come realtà a sé stanti che possano essere autonomamente o demagogicamente chiusi lasciando un "vuoto incompiuto" che rende la discarica, nel suo complesso, vulnerabile agli eventi meteorici o a possibili incidenti.
Solo riportando tutta la ex cava, ora discarica comunale, a livello del terreno agricolo circostante sarà possibile porla in sicurezza e scongiurare l'appetito di chi immagina di poter sempre riattivare la discarica di Trani, non certo nuova all'improvvisa accoglienza di rifiuti provenienti da altre parti d'Italia per far fronte alle emergenze ambientali sempre pronte a riesplodere.
Quindi, piuttosto che sperare in improbabili sentenze di risarcimento danni per disastri ambientali, ogni specifico intervento che riguardi la discarica cittadina dell'AMIU andrebbe collocato in una più complessiva pianificazione che consenta ambientalmente ed economicamente di intercettare risorse finalizzate a operare gli interventi necessari, come in parte già risultanti dal piano di caratterizzazione e, soprattutto, a consentire di colmare la discarica per "accompagnarla" al compimento del suo naturale ciclo di vita. Parimenti sempre una visione di generale gestione dei rifiuti del territorio comunale e provinciale dovrebbe importare una corretta valutazione delle istanze di apertura di impianti di compostaggio, eventualmente immaginando anche una seppur minima compartecipazione pubblica, onde assicurare una capacità di controllo e garanzia del rispetto degli indispensabili standard ambientali e di sicurezza.
Inoltre, Legambiente Trani insiste affinché si operi il censimento delle cave presenti nel nostro territorio, reale tentazione per il traffico lecito o illecito o il periodico incendio di rifiuti, imponendo che siano colmate le cave inattive attivando le fideiussioni esistenti o operando in danno dei proprietari dei terreni. Un tale censimento dovrebbe nel contempo anche consentire di individuare le cave potenzialmente destinabili a una riconversione ecologica; come per taluni siti, in particolare sul confine verso Bisceglie, dove nei decenni ha avuto corso un processo di rinaturalizzazione con la presenza di specie animali selvatiche tra cui i gruccioni che vi nidificano. Legambiente, pertanto, ritiene che Trani possa diventare realmente città a rifiuti zero, continuando con una differenziata meticolosa che recuperi a pieno tutte le materie raccolte, mettendo in sicurezza la discarica di Puro Vecchio, trattandone il percolato estratto in un impianto di medie dimensioni, colmando la stessa discarica con residui inertizzati derivati dal trattamento e dai residui infimi dell'indifferenziato, scegliendo i rifiuti migliori in una struttura di trasferenza collegata alla Ricicleria che consenta di aprire a un compostaggio di qualità, gestendo e controllando l'intero ciclo di rifiuti con l'Amiu, municipalizzata tranese su cui tutti i cittadini e le associazioni hanno diretta possibilità di intervento e partecipazione.