Politica
Piano Vendola e ricorso al Tar: intervengono i Verdi
«Nell’era della economia e dell’alta finanza, gli affari sono affari...»
Trani - venerdì 3 marzo 2006
I Verdi replicano al recente intervento del presidente di Amet spa sul ricorso al Tar per la realizzazione del termovalorizzatore di Trani:
«Abbiamo avuto occasione di leggere la recente intervista al Presidente dell'AMET Alfonso Mangione, apparsa alcuni giorni fa su varie testate giornalistiche della rete, in cui illustravale sue perplessità sul Piano regionale di gestione dei rifiuti voluto da Vendola. Il suo "fumoso" o quantomeno poco chiaro intervento mette in risalto l'urgenza di fare delle fondamentali precisazioni: la definizione di CDR così come riportata nell'art. 6 del Decreto Ronchi afferma che "…si definisce CDR il combustibile ricavato dai rifiuti urbanimediante l'eliminazione di sostanze pericolose per la combustione e a garantire un adeguato potere calorico e che possieda caratteristiche specificate con apposite normetecniche".
Occorre anche precisare che il CDR non è rifiuto solido urbano, comesostenuto nell'intervista; probabilmente faceva riferimento a RSU, noto come Rifiuto SolidoUrbano (art. 7 comma 2), detto anche "tal quale", poiché non ha subito trattamenti di alcungenere.Il recente ricorso al TAR di AMET-Trani e NOY VALLESINA contro il nuovo Piano Rifiutiapprovato dalla Giunta Regionale nel Dicembre 2005, approfondisce ulteriormente l'incolmabile baratro che ormai separa l'AMET dalle reali necessità sociali ed ambientalidella comunità tranese. AMET-Trani, che è amministrata anche e soprattutto con le risorse economiche deicittadini tranesi, è ormai avulsa dal contesto in cui opera.
L'ottica aziendalista e il nefasto gemellaggio con l'azienda bergamasca, operante nel campo dell'incenerimento, hanno indotto l'AMET a finanziare consulenti e ad avviare azioni legali anche con i soldi degli stessi cittadini (la disperata ricerca di profitto) prima con un ricorso al TAR contro il referendum che avrebbe interpellato democraticamente la cittadinanza in merito alla realizzazione dell'inceneritore, e successivamente con il recentericorso contro il Piano Rifiuti Vendola.
Siamo al paradosso: è doveroso chiedersi se le scelte dei pochi componenti del Consigliodi amministrazione possono, legittimamente e moralmente, ignorare il volere popolare della cittadinanza, peraltro impedita nell'esprimere democraticamente il proprio parere.Il piano dei rifiuti della precedente amministrazione presieduta da Raffaele Fitto erapalesemente sovradimensionato, prevedendo la realizzazione di numerosi inceneritori in tutta la Puglia. Appare evidente come le aziende operanti nel settore dell'incenerimento ne avrebbero tratto cospicui vantaggi, operando in aperto contrasto con le comunità locali.
Il Piano dei Rifiuti della Giunta Vendola, oltre che ridurre gli impianti necessari altrattamento del CDR, ha invocato la necessità di potenziare gli impianti di compostaggio ben sapendo che la frazione organica costituisce, quantitativamente, oltre la metà di tutti irifiuti prodotti in Puglia. Inoltre il Piano Vendola, così come strutturato, prevede il potenziamento della raccolta differenziata. Questo comporterebbe, in base alla merceologia del rifiuto presente sul nostro territorio, una sostanziale diminuzione di CDR, realisticamente attestabile sul 35% del totale del rifiuto urbano attualmente prodotto. La mancata realizzazione di nuovi impianti di incenerimento di rifiuto solido urbano eviterebbe di rendere la Puglia un inadeguato sito di smaltimento dei rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia.
Evidentemente il ricorso dell'AMET al TAR antepone la logica edonistica a quella più saggia della pianificazione socio-ambientale sostenibile. Ma si sa, nell'era della economia e dell'alta finanza, gli affari sono affari e pertanto si antepongono inesorabilmente agli interessi della cittadinanza.»
Ufficio Stampa federazione dei Verdi di Trani
«Abbiamo avuto occasione di leggere la recente intervista al Presidente dell'AMET Alfonso Mangione, apparsa alcuni giorni fa su varie testate giornalistiche della rete, in cui illustravale sue perplessità sul Piano regionale di gestione dei rifiuti voluto da Vendola. Il suo "fumoso" o quantomeno poco chiaro intervento mette in risalto l'urgenza di fare delle fondamentali precisazioni: la definizione di CDR così come riportata nell'art. 6 del Decreto Ronchi afferma che "…si definisce CDR il combustibile ricavato dai rifiuti urbanimediante l'eliminazione di sostanze pericolose per la combustione e a garantire un adeguato potere calorico e che possieda caratteristiche specificate con apposite normetecniche".
Occorre anche precisare che il CDR non è rifiuto solido urbano, comesostenuto nell'intervista; probabilmente faceva riferimento a RSU, noto come Rifiuto SolidoUrbano (art. 7 comma 2), detto anche "tal quale", poiché non ha subito trattamenti di alcungenere.Il recente ricorso al TAR di AMET-Trani e NOY VALLESINA contro il nuovo Piano Rifiutiapprovato dalla Giunta Regionale nel Dicembre 2005, approfondisce ulteriormente l'incolmabile baratro che ormai separa l'AMET dalle reali necessità sociali ed ambientalidella comunità tranese. AMET-Trani, che è amministrata anche e soprattutto con le risorse economiche deicittadini tranesi, è ormai avulsa dal contesto in cui opera.
L'ottica aziendalista e il nefasto gemellaggio con l'azienda bergamasca, operante nel campo dell'incenerimento, hanno indotto l'AMET a finanziare consulenti e ad avviare azioni legali anche con i soldi degli stessi cittadini (la disperata ricerca di profitto) prima con un ricorso al TAR contro il referendum che avrebbe interpellato democraticamente la cittadinanza in merito alla realizzazione dell'inceneritore, e successivamente con il recentericorso contro il Piano Rifiuti Vendola.
Siamo al paradosso: è doveroso chiedersi se le scelte dei pochi componenti del Consigliodi amministrazione possono, legittimamente e moralmente, ignorare il volere popolare della cittadinanza, peraltro impedita nell'esprimere democraticamente il proprio parere.Il piano dei rifiuti della precedente amministrazione presieduta da Raffaele Fitto erapalesemente sovradimensionato, prevedendo la realizzazione di numerosi inceneritori in tutta la Puglia. Appare evidente come le aziende operanti nel settore dell'incenerimento ne avrebbero tratto cospicui vantaggi, operando in aperto contrasto con le comunità locali.
Il Piano dei Rifiuti della Giunta Vendola, oltre che ridurre gli impianti necessari altrattamento del CDR, ha invocato la necessità di potenziare gli impianti di compostaggio ben sapendo che la frazione organica costituisce, quantitativamente, oltre la metà di tutti irifiuti prodotti in Puglia. Inoltre il Piano Vendola, così come strutturato, prevede il potenziamento della raccolta differenziata. Questo comporterebbe, in base alla merceologia del rifiuto presente sul nostro territorio, una sostanziale diminuzione di CDR, realisticamente attestabile sul 35% del totale del rifiuto urbano attualmente prodotto. La mancata realizzazione di nuovi impianti di incenerimento di rifiuto solido urbano eviterebbe di rendere la Puglia un inadeguato sito di smaltimento dei rifiuti provenienti da altre regioni d'Italia.
Evidentemente il ricorso dell'AMET al TAR antepone la logica edonistica a quella più saggia della pianificazione socio-ambientale sostenibile. Ma si sa, nell'era della economia e dell'alta finanza, gli affari sono affari e pertanto si antepongono inesorabilmente agli interessi della cittadinanza.»
Ufficio Stampa federazione dei Verdi di Trani