Religioni
«Possa essere un anno verso la santità», ieri a Trani l'apertura dell'anno giubilare
L'omelia dell'Arcivescovo D'Ascenzo
Trani - lunedì 30 dicembre 2024
10.01
«Ognuno di noi possa orientare mente, cuore e azione verso il recupero, la cura di quelle relazioni che risultano ferite, o malate, per tanti motivi. Non è possibile continuare a trascinare rancori, lamentele, ricordi che imprigionano cuore e sguardo verso il passato e impediscono di incamminarci verso il futuro con la capacità di chi sa riconoscere i tanti semi, e forse più che semi, di speranza che il Signore ha sparso e continua a spargere con abbondanza nella vita della nostra Chiesa diocesana.
Sappiamo bene che, a volte, la nostra vita si fa difficile per tanti motivi che ognuno di noi potrebbe ora elencare. Ci capita perfino di provare la sensazione di aver smarrito Gesù, proprio come accadde a Maria e Giuseppe mentre stavano facendo ritorno a casa dopo essersi recati a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Gesù, a loro insaputa, era rimasto a Gerusalemme e loro avevano cominciato a cercarlo con angoscia. È la stessa esperienza che facciamo quando ci assalgono dei dubbi di fede, nei confronti della vita …, quando la malattia tocca il nostro corpo o quello delle persone alle quali vogliamo particolarmente bene. Non riusciamo sempre a comprendere gli insegnamenti della Chiesa, o della Parola di Dio e ci chiediamo: perché è accaduto questo, perché proprio a me, perché Dio permette queste cose.
Oggi è la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. A questa famiglia guardiamo come modello da imitare come motivo di speranza per ogni comunità. Nella Santa Famiglia, come ha detto il Santo Padre questa mattina all'Angelus, ci sono difficoltà, incomprensioni. Tuttavia è un modello. Perché? Perché è una famiglia che dialoga, che si ascolta, che parla. Una famiglia che non comunica non può essere una famiglia felice. Ciò è vero anche per le nostre comunità parrocchiali e per la nostra comunità diocesana. Desidero concludere invitando tutti a pregare con le parole che ci vengono proposte dalla liturgia dei vespri di questa festa:
O Cristo, tu sei il modello e il salvatore di tutti gli uomini.
Per il mistero della tua sottomissione a Maria e a Giuseppe,
insegnaci l'obbedienza e il rispetto verso coloro che hai posto a capo della comunità.
Tu, che hai amato con affetto filiale i tuoi genitori, Maria e Giuseppe,
custodisci le nostre famiglie nel vincolo della carità e della pace.
Fosti ardente di zelo per le cose del Padre tuo,
fa' che in ogni famiglia Dio sia amato e onorato.
Dopo tre giorni di ansiosa ricerca, fosti ritrovato nel tempio,
donaci la tua sapienza nel cercare soprattutto il regno di Dio.
Hai unito a te Maria e Giuseppe nella gloria del cielo,
accogli tutti i defunti nella famiglia dei beati».
Sappiamo bene che, a volte, la nostra vita si fa difficile per tanti motivi che ognuno di noi potrebbe ora elencare. Ci capita perfino di provare la sensazione di aver smarrito Gesù, proprio come accadde a Maria e Giuseppe mentre stavano facendo ritorno a casa dopo essersi recati a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Gesù, a loro insaputa, era rimasto a Gerusalemme e loro avevano cominciato a cercarlo con angoscia. È la stessa esperienza che facciamo quando ci assalgono dei dubbi di fede, nei confronti della vita …, quando la malattia tocca il nostro corpo o quello delle persone alle quali vogliamo particolarmente bene. Non riusciamo sempre a comprendere gli insegnamenti della Chiesa, o della Parola di Dio e ci chiediamo: perché è accaduto questo, perché proprio a me, perché Dio permette queste cose.
Oggi è la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. A questa famiglia guardiamo come modello da imitare come motivo di speranza per ogni comunità. Nella Santa Famiglia, come ha detto il Santo Padre questa mattina all'Angelus, ci sono difficoltà, incomprensioni. Tuttavia è un modello. Perché? Perché è una famiglia che dialoga, che si ascolta, che parla. Una famiglia che non comunica non può essere una famiglia felice. Ciò è vero anche per le nostre comunità parrocchiali e per la nostra comunità diocesana. Desidero concludere invitando tutti a pregare con le parole che ci vengono proposte dalla liturgia dei vespri di questa festa:
O Cristo, tu sei il modello e il salvatore di tutti gli uomini.
Per il mistero della tua sottomissione a Maria e a Giuseppe,
insegnaci l'obbedienza e il rispetto verso coloro che hai posto a capo della comunità.
Tu, che hai amato con affetto filiale i tuoi genitori, Maria e Giuseppe,
custodisci le nostre famiglie nel vincolo della carità e della pace.
Fosti ardente di zelo per le cose del Padre tuo,
fa' che in ogni famiglia Dio sia amato e onorato.
Dopo tre giorni di ansiosa ricerca, fosti ritrovato nel tempio,
donaci la tua sapienza nel cercare soprattutto il regno di Dio.
Hai unito a te Maria e Giuseppe nella gloria del cielo,
accogli tutti i defunti nella famiglia dei beati».