Associazioni
«Molestie in Provincia, denunciare l'accaduto»
Savino Montaruli invita la dipendente a farsi avanti. Solidarietà anche da un'associazione di mamme di Andria
Trani - sabato 12 marzo 2011
11.14
«Quanto sarebbe accaduto presso la sede legale di Andria della Provincia di Barletta, Andria, Trani è grave e deplorevole». Il comunicato è dell'associazione andriese Io ci sono, presieduta da Savino Montaruli, che commenta le notizie sulle presunte molestie subite da una dipendente provinciale e riportate dal nostro portale, il primo a raccontare l'accaduto.
Per Montaruli «ciò che serve è che colei che si ritiene vittima di questa violenza presenti immediatamente e senza timori una formale denuncia nei confronti del presunto molestatore. Solo in questo modo le competenti Autorità potrebbero avviare le dovute indagini ed appurare la verità. Una richiesta di verità che dovrebbe, a questo punto, garantire anche il dirigente provinciale che sarebbe stato l'autore della molestia, anche per dimostrare la sua eventuale innocenza. Qualora questa denuncia non dovesse essere presentata allora si alimenterebbero seri dubbi sull'intera vicenda e si passerebbe dall'essere vittima all'essere complice».
«Siamo vicini alla dipendente molestata - conclude Montaruli - e ci auguriamo che la sua denuncia formale alle Forze dell'Ordine rappresenti un deterrente per quanti dovessero continuare a pensare di potersi appropriare dell'altrui dignità e, in virtù di non si sa quali poteri conferiti, credere che le Istituzioni possano essere un luogo di gioco e di divertimento o peggio ancora di appagamento dei propri appetiti, economici, di potere e di piacere, trovando magari anche chi tollera, condivide e sminuisce».
Anche l'Adima (associazione difesa mamme andriesi) ha espresso solidarietà alla dipendente: «Riteniamo urgente ed indispensabile che questa brutta vicenda venga chiarita al più presto, ricercando le verità attraverso una denuncia da parte della presunta vittima. Proprio a lei diciamo di farsi coraggio e di non avere paura di denunciare quanto sarebbe accaduto perché questo gesto verrebbe fortemente apprezzato in quanto è l'unico atto che potrebbe evitare il ripetersi di azioni che offenderebbero gravemente, ancora una volta, la dignità delle donne, qualora si fosse realmente verificato».
Per Montaruli «ciò che serve è che colei che si ritiene vittima di questa violenza presenti immediatamente e senza timori una formale denuncia nei confronti del presunto molestatore. Solo in questo modo le competenti Autorità potrebbero avviare le dovute indagini ed appurare la verità. Una richiesta di verità che dovrebbe, a questo punto, garantire anche il dirigente provinciale che sarebbe stato l'autore della molestia, anche per dimostrare la sua eventuale innocenza. Qualora questa denuncia non dovesse essere presentata allora si alimenterebbero seri dubbi sull'intera vicenda e si passerebbe dall'essere vittima all'essere complice».
«Siamo vicini alla dipendente molestata - conclude Montaruli - e ci auguriamo che la sua denuncia formale alle Forze dell'Ordine rappresenti un deterrente per quanti dovessero continuare a pensare di potersi appropriare dell'altrui dignità e, in virtù di non si sa quali poteri conferiti, credere che le Istituzioni possano essere un luogo di gioco e di divertimento o peggio ancora di appagamento dei propri appetiti, economici, di potere e di piacere, trovando magari anche chi tollera, condivide e sminuisce».
Anche l'Adima (associazione difesa mamme andriesi) ha espresso solidarietà alla dipendente: «Riteniamo urgente ed indispensabile che questa brutta vicenda venga chiarita al più presto, ricercando le verità attraverso una denuncia da parte della presunta vittima. Proprio a lei diciamo di farsi coraggio e di non avere paura di denunciare quanto sarebbe accaduto perché questo gesto verrebbe fortemente apprezzato in quanto è l'unico atto che potrebbe evitare il ripetersi di azioni che offenderebbero gravemente, ancora una volta, la dignità delle donne, qualora si fosse realmente verificato».