Giuseppe Tarantini - Sindaco di Trani
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Cronaca

Processo estati: l'ex sindaco di Trani Tarantini condannato a 2 anni e 4 mesi

Condanna anche per Scagliarini, Mangione, De Feudis, Squiccimarro e Quinto

Si è svolto questa mattina l'udienza del processo sui cartelloni delle Estati Tranesi 2005 e 2006. Sono sei le condanne comminate dalla prima sezione penale del Tribunale di Trani (la sentenza pronunciata solo pochi minuti fa dal collegio composto dal presidente Giulia Pavese, giudice estensore Roberta Savelli, giudice a latere Paola Buccelli) ad altrettanti amministratori dell'epoca. Otto, invece, le assoluzioni. L'ex sindaco del Comune di Trani Giuseppe Tarantini è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione, ritenuto colpevole di abuso d'ufficio e concussione per induzione. Per Tarantini il pubblico Ministero Antonio Savasta, lo scorso 7 novembre, aveva chiesto 5 anni di reclusione. Oltre all'ex sindaco del Comune di Trani sono stati condannati altri 5 imputati, uno in più rispetto a quanto chiesto dal pm Savasta nel corso della sua requisitoria

Condannato a 12 mesi di reclusione l'ex presidente dell'Amiu Claudio Squiccimarro per reati di abuso d'ufficio e concussione. Condannati a 10 mesi di reclusione con l'accusa di abuso d'ufficio l'ex vice sindaco Mauro Scagliarini (il pm aveva chiesto 1 anno e 6 mesi), l'ex presidente dell'Amet Alfonso Maria Mangione e l'ex assessore alle finanze Sergio De Feudis per i quali Savasta aveva invocato 3 anni di reclusione. Condannato ad 8 mesi di reclusione per abuso d'ufficio anche l'ex assessore alla cultura Nicola Quinto, nonostante la richiesta di assoluzione invocata dal pm Antonio Savasta. La pena è stata sospesa per tutti tranne che per l'ex sindaco Giuseppe Tarantini ma non ci sono motivi per temerne l'arresto. Squiccimarro e Mangione sono stati assolti da un capo di imputazione «perché il fatto non costituisce reato».

Gli altri otto imputati, che nel 2009 furono rinviati a giudizio dal gup Maria Grazia Caserta, sono stati assolti con diverse formule: l'ex presidente del consiglio comunale ed ex direttore generale del comune Carlo Laurora e l'ex consigliere comunale Dino Marinaro, accusati di concussione per induzione, sono stati assolti «per non aver commesso il fatto»; gli ex assessori Savino De Toma, Giuseppe Laricchia, Giovanni Cozzoli, Giacomo Ceci, e Filomena Lorizzo e l'ex presidente di Amet Iniziative Gestioni Speciali, Sabino Antonino accusati di abuso d'ufficio sono stati assolti «perché il fatto non costituisce reato».

Tra 90 giorni il deposito delle motivazioni alla luce delle quali si originerà il processo di secondo grado davanti alla Corte d'Appello di Bari. Per il Comune di Trani, per Amet ed Amiu non vi sarà, però, alcun risarcilmento da parte degli imputati condannati: nessuno si costituì parte civile. La sentenza, però, approderà dinanzi alla corte dei Conti in vitrù della trasmissione che curerà la Procura di Trani.
L'inchiesta, partita da un'indagine della Guardia di Finanza, sfociò nella contestazione, a vario titolo, dei reati di "abuso d'ufficio, concussione e violazione del Decreto Legislativo 74/2000 al fine di evadere le imposte sui redditi e l'iva, indicando nella dichiarazione annuale relativa a queste imposte elementi passivi fittizi". Secondo quanto contestò la Procura della Repubblica al termine delle indagini, per metter su i dispendiosi palinsesti delle "Estati Tranesi 2005 e 2006" si sarebbero commessi una serie di reati, a vari livelli ed in vari ambiti. Le casse comunali avrebbero sostenuto spese ben oltre le possibilità economiche del Comune, grazie a presunti illeciti meccanismi contabili che avrebbero interessato anche Amet ed Amiu. Il cartellone dell'estate 2005 costò 916mila euro; quello del 2006 oltre 730mila. Ed invece per quel capitolo il Comune nel 2005 aveva disponibilità per soli 171mila euro e nel 2006 per 300mila circa. Le municipalizzate sarebbero servite come strumento per evitare i limiti normativi delle casse comunali e rispettare così, ma solo sulla carta, il patto di stabilità. Escamotage con cui, però, si sarebbe impoverito il patrimonio delle municipalizzate controllate e già creditrici del Comune per altri causali.
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