Sanità
Pronto soccorso, Emiliano garantisce: «Cambia il nome ma non la sostanza»
Il sindaco non ci sta: «Trani non può essere relegata ad un qualsiasi Punto di primo intervento»
Trani - venerdì 11 maggio 2018
17.18
L'ospedale tranese sarà il protagonista di un nuovo modo di pensare la programmazione sanitaria. È stato questo il tema al centro dell'animato incontro che si è svolto questo pomeriggio nella sala riunioni del "San Nicola Pellegrino" con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il direttore generale Asl Bt, Alessandro Delle Donne, e il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro. L'obiettivo è stato illustrare lo stato di attuazione del Protocollo di intesa siglato nel 2012, ma anche garantire uno scambio di informazioni con la cittadinanza.
Il riordino ospedaliero, che continua a suscitare dubbi e perplessità tra i cittadini, vede la trasformazione del San Nicola in una struttura che, come sottolineato dal direttore generale Asl, garantisce servizi di risposta non più nelle mura dell'ospedale, ma in ambito ambulatoriale. «Il riordino - ha spiegato Alessandro Delle Donne - prevede l'aumento della qualità dell'assistenza, la sicurezza delle cure e l'uso appropriato delle risorse, concentrando le attività dell'ospedale nei confronti di patologie ad insorgenza acuta». Sono tanti i cambiamenti che verranno presto messi in atto, dal numero limitato di posti letti alla riduzione dei tempi di degenza ospedaliera.
Ad infuocare il dibattito, tuttavia, è stata la trasformazione del Pronto soccorso in Punto di primo intervento, una soluzione che non ha fatto rimanere in silenzio nessuno, a partire dal primo cittadino. «Trani - ha dichiarato Amedeo Bottaro - ha una peculiarità: non può non essere tenuta in debito conto e mi riferisco in particolare al Pronto soccorso. Chiamatelo come volete ma la città non può essere relegata come un qualsiasi Punto di primo intervento perché è co-capoluogo di Provincia. Si tratta, inoltre, di una città che per almeno 6 mesi l'anno raddoppia i suoi numeri e con questi numeri noi dobbiamo poter garantire al cittadino e al turista condizioni di assoluta sicurezza. Non chiedo nulla che non si possa attuare. Non prendiamo in giro la gente e diciamo le cose vere. Non vogliamo mega reparti ma garantiteci quello che i cittadini chiedono prima di tutto e che le prestazioni siano svolte in massima sicurezza. Garantiteci anche che la struttura di Punto di primo intervento prevista sarà di primo livello».
Un discorso quello del primo cittadino che ha trovato l'immediato appoggio di tutti i presenti e a dimostrarlo è stato l'applauso riecheggiato nella sala poco dopo. A rassicurare il sindaco Bottaro è stato il presidente Emiliano. «La conversione dei Punti di primo intervento - ha detto - in postazioni medicalizzate è stata la conditio sine qua non attraverso la quale ci hanno approvato, ai tavoli romani, il piano di riordino ospedaliero. Se avessi potuto evitarlo vi assicuro che l'avrei fatto. Senza il riordino, inoltre, non avremmo le premialità che invece ci spetterebbero. La riconversione dei Punti di primo intervento è scritta e dettata dal DM70 e, mi preme dirlo e sottolinearlo, non comporta nessun nocumento per i cittadini in termini di assistenza sanitaria perché comunque i cittadini troveranno la loro risposta sul territorio, in alcuni casi, anche con l'auto medicalizzata che invece prima non era presente. Non cambia nulla. Stiamo solo razionalizzando le risorse».
Il presidente Emiliano ha sottolineato, inoltre, che il Piano di riordino ha urgenza di natura morale. «Trentuno ospedali in Puglia - ha continuato - sono tanti. Più strutture come quella di Trani e meno ospedali, ma tutti efficienti e di eccellenza assoluta, è la soluzione migliore. Ribadisco che si tratterà della stessa struttura ma potenziata. Cambia il nome ma non la sostanza».
Parole, quelle del presidente della Regione, che non hanno trovato l'accordo di tutti. A prendere la parola è stato anche Luigi Di Candido, medico di emergenza. «Le patologie accadono nonostante il decisore politico. Lei dice che non possiamo avere un ospedale grande ma io le rispondo che non è vero. Per la numerosità della nostra popolazione, per l'epidemiologia che non risente né di me e né di lei, sono qui a chiedere la disponibilità a considerare soluzioni tecniche differenti rispetto a un Punto di primo intervento medicalizzato. Cambiare il nome o il personale ma fare le stesse cose non serve a nulla. Vi chiedo, dunque, di riconsiderare questa decisione sul Pronto soccorso tranese». Una richiesta, questa, condivisa a pieno titolo dall'amministrazione.
Il riordino ospedaliero, che continua a suscitare dubbi e perplessità tra i cittadini, vede la trasformazione del San Nicola in una struttura che, come sottolineato dal direttore generale Asl, garantisce servizi di risposta non più nelle mura dell'ospedale, ma in ambito ambulatoriale. «Il riordino - ha spiegato Alessandro Delle Donne - prevede l'aumento della qualità dell'assistenza, la sicurezza delle cure e l'uso appropriato delle risorse, concentrando le attività dell'ospedale nei confronti di patologie ad insorgenza acuta». Sono tanti i cambiamenti che verranno presto messi in atto, dal numero limitato di posti letti alla riduzione dei tempi di degenza ospedaliera.
Ad infuocare il dibattito, tuttavia, è stata la trasformazione del Pronto soccorso in Punto di primo intervento, una soluzione che non ha fatto rimanere in silenzio nessuno, a partire dal primo cittadino. «Trani - ha dichiarato Amedeo Bottaro - ha una peculiarità: non può non essere tenuta in debito conto e mi riferisco in particolare al Pronto soccorso. Chiamatelo come volete ma la città non può essere relegata come un qualsiasi Punto di primo intervento perché è co-capoluogo di Provincia. Si tratta, inoltre, di una città che per almeno 6 mesi l'anno raddoppia i suoi numeri e con questi numeri noi dobbiamo poter garantire al cittadino e al turista condizioni di assoluta sicurezza. Non chiedo nulla che non si possa attuare. Non prendiamo in giro la gente e diciamo le cose vere. Non vogliamo mega reparti ma garantiteci quello che i cittadini chiedono prima di tutto e che le prestazioni siano svolte in massima sicurezza. Garantiteci anche che la struttura di Punto di primo intervento prevista sarà di primo livello».
Un discorso quello del primo cittadino che ha trovato l'immediato appoggio di tutti i presenti e a dimostrarlo è stato l'applauso riecheggiato nella sala poco dopo. A rassicurare il sindaco Bottaro è stato il presidente Emiliano. «La conversione dei Punti di primo intervento - ha detto - in postazioni medicalizzate è stata la conditio sine qua non attraverso la quale ci hanno approvato, ai tavoli romani, il piano di riordino ospedaliero. Se avessi potuto evitarlo vi assicuro che l'avrei fatto. Senza il riordino, inoltre, non avremmo le premialità che invece ci spetterebbero. La riconversione dei Punti di primo intervento è scritta e dettata dal DM70 e, mi preme dirlo e sottolinearlo, non comporta nessun nocumento per i cittadini in termini di assistenza sanitaria perché comunque i cittadini troveranno la loro risposta sul territorio, in alcuni casi, anche con l'auto medicalizzata che invece prima non era presente. Non cambia nulla. Stiamo solo razionalizzando le risorse».
Il presidente Emiliano ha sottolineato, inoltre, che il Piano di riordino ha urgenza di natura morale. «Trentuno ospedali in Puglia - ha continuato - sono tanti. Più strutture come quella di Trani e meno ospedali, ma tutti efficienti e di eccellenza assoluta, è la soluzione migliore. Ribadisco che si tratterà della stessa struttura ma potenziata. Cambia il nome ma non la sostanza».
Parole, quelle del presidente della Regione, che non hanno trovato l'accordo di tutti. A prendere la parola è stato anche Luigi Di Candido, medico di emergenza. «Le patologie accadono nonostante il decisore politico. Lei dice che non possiamo avere un ospedale grande ma io le rispondo che non è vero. Per la numerosità della nostra popolazione, per l'epidemiologia che non risente né di me e né di lei, sono qui a chiedere la disponibilità a considerare soluzioni tecniche differenti rispetto a un Punto di primo intervento medicalizzato. Cambiare il nome o il personale ma fare le stesse cose non serve a nulla. Vi chiedo, dunque, di riconsiderare questa decisione sul Pronto soccorso tranese». Una richiesta, questa, condivisa a pieno titolo dall'amministrazione.