Territorio
Provincia Bat, de profundis vicino
Il Consiglio dei ministri conferma i criteri. In Puglia ne resterebbero solo tre: Bari, Foggia e Lecce
BAT - venerdì 20 luglio 2012
16.38
Il Consiglio dei ministri si è riunito in mattinata a Palazzo Chigi per definire i criteri per il riordino delle Province in base alla dimensione territoriale ed alla popolazione residente così come previsto dal decreto sulla spending review. In base ai criteri approvati, i nuovi Enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati. Le Province pugliesi che possiedono questi requisti sono solo tre: Bari, Foggia e Lecce. I parametri escludono, alla pari di tante altre Province italiane, anche la Provincia di Barletta Andria Trani, la quale, pur annoverando quasi 400mila abitanti, non rientrerebbe nel criterio legato all'estensione territoriale
Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (Cal), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da Cal e Regioni al governo, il quale provvederà all'effettiva riduzione delle Province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.
Sulla notizia è intervenuto il presidente della Bat, Francesco Ventola: «Valutare quanto riportato da un semplice comunicato stampa del Consiglio dei Ministri potrebbe essere abbastanza superficiale. Prima di esprimermi più approfonditamente, attendo di leggere con maggior attenzione il decreto che verrà pubblicato a breve. Pertanto, prima di recitare il "De profundis" delle Province credo sia necessario leggere attentamente le carte. Sono altresì curioso di conoscere quali siano le competenze dei Consigli delle autonomie locali, in considerazione del fatto che in Puglia il Cal è formalmente istituito pur non essendosi mai insediato. Nel caso specifico della Provincia di Barletta Andria Trani, ad esempio, parliamo di un territorio che confina direttamente con l'istituenda area metropolitana di Bari, aspetto questo decisamente inedito e che ritengo debba essere approfondito dal Cal pugliese. Sempre sulla base del comunicato stampa diramato dal Consiglio dei Ministri, credo che quanto stabilito quest'oggi dal governo sia totalmente anticostituzionale, violando del tutto l'articolo 133 della Costituzione togliendo autonomia ai comuni sulla determinazione dei territori».
Quanto ai costi dell'operazione, Ventola afferma che «è assolutamente impossibile quantificarli, come lo stesso decreto legge numero 95 del 6 luglio scorso, in materia di revisione della spesa pubblica, afferma chiaramente. Se dunque è impossibile quantificare i costi della chiusura delle Province, che sono al diretto servizio dei cittadini cui erogano quotidianamente servizi, perché non si è proceduto con la chiusura di tutti quegli enti inutili, di diramazione regionale, che ci costano milioni e milioni di euro? Sarebbero bastate - afferma Ventola - poche righe per eliminarli tutti, risparmiando così tanti soldi pubblici senza violare la Costituzione. E' alquanto paradossale che un Governo definito tecnico prenda una topica così colossale proprio su un argomento squisitamente tecnico. Auspico dunque che tale provvedimento, se trovassero conferma queste prime indiscrezioni, non trovi alcun supporto dalla politica. I veri costi, infatti, sono altrove, ma evidentemente non vi è alcun interesse a far decadere i Consigli di Amministrazione di questi enti intermedi, i cui rappresentanti, diversamente da chi governa le Province, sono nominati e non eletti democraticamente dal popolo. La mia - conclude Ventola - non vuole essere una strenua difesa delle Province o, in particolare, di quella che mi onoro di rappresentare, ma una difesa dei servizi che le Province erogano ai cittadini e che probabilmente qualcuno non vuole più che siano resi».
Alla luce dei risvolti odierni, il presidente del Consiglio provinciale, Vincenzo Valente, ha convocato con urgenza per questo pomeriggio alle ore 17, presso la sede della Provincia in piazza San Pio X ad Andria, una conferenza dei capigruppo consiliari, con all'ordine del giorno l'informativa del presidente Ventola in merito al futuro della Provincia.
Nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (Cal), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da Cal e Regioni al governo, il quale provvederà all'effettiva riduzione delle Province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.
Sulla notizia è intervenuto il presidente della Bat, Francesco Ventola: «Valutare quanto riportato da un semplice comunicato stampa del Consiglio dei Ministri potrebbe essere abbastanza superficiale. Prima di esprimermi più approfonditamente, attendo di leggere con maggior attenzione il decreto che verrà pubblicato a breve. Pertanto, prima di recitare il "De profundis" delle Province credo sia necessario leggere attentamente le carte. Sono altresì curioso di conoscere quali siano le competenze dei Consigli delle autonomie locali, in considerazione del fatto che in Puglia il Cal è formalmente istituito pur non essendosi mai insediato. Nel caso specifico della Provincia di Barletta Andria Trani, ad esempio, parliamo di un territorio che confina direttamente con l'istituenda area metropolitana di Bari, aspetto questo decisamente inedito e che ritengo debba essere approfondito dal Cal pugliese. Sempre sulla base del comunicato stampa diramato dal Consiglio dei Ministri, credo che quanto stabilito quest'oggi dal governo sia totalmente anticostituzionale, violando del tutto l'articolo 133 della Costituzione togliendo autonomia ai comuni sulla determinazione dei territori».
Quanto ai costi dell'operazione, Ventola afferma che «è assolutamente impossibile quantificarli, come lo stesso decreto legge numero 95 del 6 luglio scorso, in materia di revisione della spesa pubblica, afferma chiaramente. Se dunque è impossibile quantificare i costi della chiusura delle Province, che sono al diretto servizio dei cittadini cui erogano quotidianamente servizi, perché non si è proceduto con la chiusura di tutti quegli enti inutili, di diramazione regionale, che ci costano milioni e milioni di euro? Sarebbero bastate - afferma Ventola - poche righe per eliminarli tutti, risparmiando così tanti soldi pubblici senza violare la Costituzione. E' alquanto paradossale che un Governo definito tecnico prenda una topica così colossale proprio su un argomento squisitamente tecnico. Auspico dunque che tale provvedimento, se trovassero conferma queste prime indiscrezioni, non trovi alcun supporto dalla politica. I veri costi, infatti, sono altrove, ma evidentemente non vi è alcun interesse a far decadere i Consigli di Amministrazione di questi enti intermedi, i cui rappresentanti, diversamente da chi governa le Province, sono nominati e non eletti democraticamente dal popolo. La mia - conclude Ventola - non vuole essere una strenua difesa delle Province o, in particolare, di quella che mi onoro di rappresentare, ma una difesa dei servizi che le Province erogano ai cittadini e che probabilmente qualcuno non vuole più che siano resi».
Alla luce dei risvolti odierni, il presidente del Consiglio provinciale, Vincenzo Valente, ha convocato con urgenza per questo pomeriggio alle ore 17, presso la sede della Provincia in piazza San Pio X ad Andria, una conferenza dei capigruppo consiliari, con all'ordine del giorno l'informativa del presidente Ventola in merito al futuro della Provincia.