Vita di città
Provincia Bat, resta il nodo del personale
Si stanno decidendo i criteri di trasferimento. Soluzione ancora in alto mare
Trani - mercoledì 22 aprile 2009
I partiti sfogliano la margherita per i candidati, gli Enti di competenza sfogliano la margherita per venir a capo dei problemi di logistica. La nascita della nuova provincia di Trani, Barletta e Andria sarà davvero travagliata. Il consiglio provinciale di Bari si riunirà nelle prossime ore per tentare di votare un atto di indirizzo propedeutico alla dotazione del patrimonio immobiliare e soprattutto di personale per la Bat.
«Per la parte del patrimonio – spiega in un suo articolo Nicola Pepe de La Gazzetta del Mezzogiorno - sembra ormai chiusa la quadratura del cerchio: tutti gli immobili di proprietà della Provincia di Bari che risiedono nella Bat passeranno nel patrimonio di famiglia della sesta Provincia. Per quanto riguarda le entrate correnti, il nuovo ente sarà ossigenato dai tributi (imposta provinciale trasporti, addizionale sulla bolletta energetica, Rc auto) di propria competenza perchè prodotto sul suo territorio. Restano in sospeso alcuni beni (pinacoteca, reperti archeologici, Palazzo della Provincia) per i quali ci sarà un accordo specifico».
Il problema più spinoso resta quello del personale. «Entro il 20 maggio – scrive Pepe - una «task force» di lavoratori sarà inviata ad Andria per predisporre il necessario ed accogliere il futuro presidente ed il Consiglio provinciale eletto. Presidente e Consiglio saranno ospitati temporaneamente nell'"Ita" di Andria. Degli oltre 200 lavoratori che dovrebbero essere trasferiti da Bari alla Bat, circa 120 sono già pronti (in parte sono volontari), mentre per gli altri sarà mobilità obbligatoria».
Pepe evidenzia un altro aspetto non di poco conto: «L'assessore al personale Pasquale Picciariello assicura che dall'1 luglio la sesta Provincia avrà a disposizione il personale. Sulla carta. Infatti, fino a quando il nuovo Ente non avrà uffici per tutti, i dipendenti non potranno restare per strada. Ma, per legge, quei lavoratori saranno pagati della Bat e non dalla provincia di Bari. Che fare? Si pensa ad una convenzione tra Bari e la Bat in base alla quale il personale senza ufficio, pur rimanendo a Bari, eroghi servizi a favore della sesta Provincia in attesa di decisioni. Ipotesi che potrebbe tramontare se l'Ente trovasse una sede idonea».
«Per la parte del patrimonio – spiega in un suo articolo Nicola Pepe de La Gazzetta del Mezzogiorno - sembra ormai chiusa la quadratura del cerchio: tutti gli immobili di proprietà della Provincia di Bari che risiedono nella Bat passeranno nel patrimonio di famiglia della sesta Provincia. Per quanto riguarda le entrate correnti, il nuovo ente sarà ossigenato dai tributi (imposta provinciale trasporti, addizionale sulla bolletta energetica, Rc auto) di propria competenza perchè prodotto sul suo territorio. Restano in sospeso alcuni beni (pinacoteca, reperti archeologici, Palazzo della Provincia) per i quali ci sarà un accordo specifico».
Il problema più spinoso resta quello del personale. «Entro il 20 maggio – scrive Pepe - una «task force» di lavoratori sarà inviata ad Andria per predisporre il necessario ed accogliere il futuro presidente ed il Consiglio provinciale eletto. Presidente e Consiglio saranno ospitati temporaneamente nell'"Ita" di Andria. Degli oltre 200 lavoratori che dovrebbero essere trasferiti da Bari alla Bat, circa 120 sono già pronti (in parte sono volontari), mentre per gli altri sarà mobilità obbligatoria».
Pepe evidenzia un altro aspetto non di poco conto: «L'assessore al personale Pasquale Picciariello assicura che dall'1 luglio la sesta Provincia avrà a disposizione il personale. Sulla carta. Infatti, fino a quando il nuovo Ente non avrà uffici per tutti, i dipendenti non potranno restare per strada. Ma, per legge, quei lavoratori saranno pagati della Bat e non dalla provincia di Bari. Che fare? Si pensa ad una convenzione tra Bari e la Bat in base alla quale il personale senza ufficio, pur rimanendo a Bari, eroghi servizi a favore della sesta Provincia in attesa di decisioni. Ipotesi che potrebbe tramontare se l'Ente trovasse una sede idonea».