Vita di città
Puzza di pesce e assenza di regole sul Porto di Trani
Ecco come appare a chi passeggia sulla banchina
Trani - martedì 13 febbraio 2024
13.33
Si presenta in queste condizioni il porto (vedi foto) in una non fredda serata di lunedì 12 febbraio.
Trani, città dall'enorme fascino, posta sulla costa del mare Adriatico, deve la propria fortuna al mare e al suo porto. Per secoli, infatti, ha potuto sfruttare la sua strategica posizione, assicurando al suo bacino portuale la funzione di luogo di imbarco di pellegrini e merci diretti perlopiù verso l'Oriente.
La sua struttura architettonica risente molto dell'influenza barocca, ultimo periodo di grande sviluppo per gli scambi commerciali della nostra città, rappresentata soprattutto dai settecenteschi edifici Palumbo Quercia, Soria, e Telesio, che fanno dell'insenatura tranese un grande spettacolo cielo aperto.
Ma che spettacolo si vuole assicurare a chi passeggia oggi sulla banchina? Non pochi giorni fa si è assistito allo spettacolare e quanto mai raro affondamento di un piccolo peschereccio ad opera di un auto, veicolo che evidentemente sostava illegalmente.
Oltre a questo simpatico e singolare episodio, sembra oramai diventata routine la puzza di pesce che quotidianamente è sprigionata dalle reti posizionate per terra, dalle pozzanghere di acqua putrida e dai carretti che sono utilizzati per la vendita del pesce. In un punto particolare, poi, è possibile notare in bella mostra addirittura la presenza di poltrone da ufficio.
A ciò si aggiunge la presenza continua di auto, sia in movimento che parcheggiate, di pedoni che, nel tentativo di fare una passeggiata, sono costretti allo slalon per evitare di essere investiti, di parcheggiatori abusivi che tra l'invito e la minaccia si arrogano la qualifica di ausiliari del traffico.
Che dire poi di quella parte di suolo che è occupata in maniera permanente dai dehors che inevitabilmente finiscono per snaturare il luogo? Insomma questo posto, che potrebbe essere il volano per la nostra citta, è divenuto luogo senza regole, una babele, dove in nome del profitto e consentita la trasgressione di qualsiasi elementare regola.
Trani, città dall'enorme fascino, posta sulla costa del mare Adriatico, deve la propria fortuna al mare e al suo porto. Per secoli, infatti, ha potuto sfruttare la sua strategica posizione, assicurando al suo bacino portuale la funzione di luogo di imbarco di pellegrini e merci diretti perlopiù verso l'Oriente.
La sua struttura architettonica risente molto dell'influenza barocca, ultimo periodo di grande sviluppo per gli scambi commerciali della nostra città, rappresentata soprattutto dai settecenteschi edifici Palumbo Quercia, Soria, e Telesio, che fanno dell'insenatura tranese un grande spettacolo cielo aperto.
Ma che spettacolo si vuole assicurare a chi passeggia oggi sulla banchina? Non pochi giorni fa si è assistito allo spettacolare e quanto mai raro affondamento di un piccolo peschereccio ad opera di un auto, veicolo che evidentemente sostava illegalmente.
Oltre a questo simpatico e singolare episodio, sembra oramai diventata routine la puzza di pesce che quotidianamente è sprigionata dalle reti posizionate per terra, dalle pozzanghere di acqua putrida e dai carretti che sono utilizzati per la vendita del pesce. In un punto particolare, poi, è possibile notare in bella mostra addirittura la presenza di poltrone da ufficio.
A ciò si aggiunge la presenza continua di auto, sia in movimento che parcheggiate, di pedoni che, nel tentativo di fare una passeggiata, sono costretti allo slalon per evitare di essere investiti, di parcheggiatori abusivi che tra l'invito e la minaccia si arrogano la qualifica di ausiliari del traffico.
Che dire poi di quella parte di suolo che è occupata in maniera permanente dai dehors che inevitabilmente finiscono per snaturare il luogo? Insomma questo posto, che potrebbe essere il volano per la nostra citta, è divenuto luogo senza regole, una babele, dove in nome del profitto e consentita la trasgressione di qualsiasi elementare regola.