Politica

Qual "Buonvento" li porta?

D’Ambrosio, Caldarone e Di Paola presentano il movimento imprenditoriale

Hanno mutuato il nome dalla vela. Si chiama "Buonvento", non è (per ora) un movimento elettorale, viene presentato come un "contenitore aperto e non ideologicizzato", di certo è trasversale, che "si schiera non con la politica ma con le città ed i cittadini pur avendo l'ambizione di influire e dialogare con la politca".

Il movimento (al momento solo di pensiero) è stato presentato a Barletta da Vincenzo Caldarone, Carmine di Paola e Tony D'Ambrosio, seduti al tavolo con imprenditori e forze giovanili della Bat (in gran parte di Andria e Barletta).



Caldarone spiega: «Nel movimento si fondono provenienze culturali e politiche differenti per il perseguimento di un obiettivo comune di coesione sociale ed economica del territorio della Bat.» Caldarone (attualmente assessore provinciale in quota Pd) formalizza lo strappo con il suo partito e con una concezione bipartititca che poco lo convince ("Il centrosinistra non esiste più, non funzionano più i concetti di destra e sinistra") e presenta per primo il programma di "Buonvento", definito "una lobby del territorio con cui tutti dovranno confrontarsi".

Carmine di Paola (militante di destra) spiega l'esigenza che ha prodotto la nascita del movimento, «contro una politica sclerotizzata che non dà voce al territorio. Vogliamo assicurare rappresentanza, unità ed efficienza».



Tony D'Ambrosio riafferma princìpi a lui cari: «L'obiettivo è di riqualificare la politica, sviluppare la capacità di ascolto fra chi governa e chi produce. Avvertiamo il disagio della società nei confronti della politica e questo accade per un difetto della politica. Giusto, dunque, che la società si organizzi portando avanti un discorso di rete, di raccordo, di ascolto e di operatività».

Il "Buonvento" non nasce con finalità politiche (ma nessuno al tavolo esclude una discesa sul campo diretta). E' forte la sensazione che si voglia far pesare la propria forza in campagna elettorale. «La politica – dicono – dovrà confrontarsi con noi. Condivideremo il percorso con chi ci saprà convincere, senza preclusioni. Cerchiamo interlocutori seri e contenuti».
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