Attualità
Quando il calcio generava eroi veri: da Cagliari a Trani il ricordo di Gigi Riva
Maurizio Lampis, autore della cattedrale in Lego, due mesi fa aveva dedicato al campione un busto in mattoncini
Trani - giovedì 25 gennaio 2024
08.00
"Gigi Riva gioca un calcio in poesia: egli è un poeta realista": il fatto che questa definizione di uno dei più grandi giocatori di calcio di tutti i tempi sia stata data nel fulgore della sua carriera da Pier Paolo Pasolini la dice lunga di quanto l'Italia sia stata da sempre consapevole del valore e della cifra etica di Gigi Riva, al quale ieri tutta la Sardegna e idealmente l'Italia intera ha dato il suo ultimo saluto nella sua amata Cagliari. Ai ragazzi, ai giovani, anche ai quarantenni che non hanno vissuto le ultime stagioni di un calcio che fu, le gesta di un uomo come Gigi Riva andrebbero raccontate a scuola, nei teatri o con il docufilm realizzato da Riccardo Milani (Nel nostro cielo un Rombo di tuono). Il ricordo di un tale valore è per noi affidato a un cagliaritano che con Trani ha da qualche tempo un legame profondo, il Brick Builder Maurizio Lampis, che ha riprodotto la cattedrale di Trani con i mattoncini Lego e che due mesi prima aveva dedicato proprio a Gigi Riva una sorta di busto fatto con gli stessi mattoncini, un busto proprio come quelli che si tributano agli uomini grandi è realizzato con la propria tecnica artistica. "Già dal fatto che fu lui a scusarsi con me per la firma un po' tremante sotto la mia opera, fatta davvero col cuore oltre che con le difficoltà di rendere una figura umana con dei mattoncini, mi diede la conferma della grandezza di quest'uomo nella sua umiltà". Maurizio, da cagliaritano, ha potuto raccontarci quanto Gigi Riva abbia dato alla Sardegna un'immagine diversa da quella che era nell'immaginario collettivo dell'Italia e del mondo, ancora prima che "arrivasse" il tempo della Costa Smeralda e che affiancasse quell'isola addirittura a un mondo riservato al lusso e all'opulenza. Prima di Gigi Riva, uomo del Nord emigrato al Sud, la Sardegna non era considerata altro che una terra arretrata, analfabeta, abitata da pastori e pescatori: "Lui è stato il condottiero, la nostra bandiera, non semplicemente un eroe del calcio. Io non c'ero ai tempi dello scudetto e della leggendaria Italia - Germania 4 a 3 ma è da quando sono nato che ho avuto la consapevolezza e la nostra terra era rappresentata da un vero eroe, non semplicemente un campione del calcio ma un campione di etica di gratitudine, di rispetto, di valore immenso in una persona che quel valore non l'ha mai svenduto in termini economici" . E di lui e di questa vicenda, del fatto di non aver voluto tradire la sua Sardegna che l'aveva accolto con amore compensando quell'amore dei genitori che gli era stato strappato dalla vita, giovanissimo prima la mamma poi il padre, pur a suon di sontuose somme di denaro, quasi sfacciate per l'epoca, tanto si è detto in questi giorni e non stiamo qui a ripeterci. Anche se va bene sottolineare che in una società in cui ci si vende davvero per nulla, in un mondo di solidarietà che maschera business milionari, di svendita della propria cultura calcistica per la prevalenza di interessi economici (non vanno dimenticati i fischi al minuto di silenzio per Riva nella finale della Supercoppa a Dubai da parte dei tifosi arabi "per una questione culturale": nella condivisione di diverse culture anche in questi casi sarebbe necessaria la presenza di mediatori culturali), la storia di chi ha preferito l'essenza all'apparenza non può che essere preziosa da essere raccontata. Oggi, più che mai, di un eroe vero, di sport e di etica.Sottolineando anche quanto importante sia celebrare gli eroi - piccoli o grandi privati o pubblici delle nostre esistenze - quando sono in vita e non quando è troppo tardi per far sapere loro la gratitudine e l'ammirazione per quanto hanno fatto. E quel busto Maurizio l'ha donato a Riva per il suo 79° compleanno, nel novembre scorso: "Ho ricevuto i tuoi complimenti, mi hai autografato la colonna su cui per sempre poggierà il tuo glorioso busto con la storica maglia del Cagliari dello Scudetto del 1970. Non potevo chiedere di più, grazie per sempre, Gigi Riva".