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Territorio

Reddito di dignità, ieri un incontro con esponenti di Sel, Cgil e comitato Bene Comune

Dal tavolo tecnico, è nata un proposta di sintesi che verrà presentata in Regione

Ieri sera si è tenuto Trani presso il circolo Sel un tavolo di discussione sul quadro di legge ReD (Reddito di dignità), prossimo alla legiferazione in Regione. Questo incontro ha messo in relazione diverse realtà territoriali provinciali che hanno poi fatto sintesi su proposte concrete che verranno portate nel workshop regionale che si terrà il 2 dicembre. L'incontro è stato condotto dalla segreteria Sel Trani e si è aperto con una introduzione e lettura del ReD per permettere ai partecipanti (esponenti della CGIL, comitato bene comune, provinciale Sel, ecc.) di partire da informazioni comuni.

La legge sul Reddito di Dignità presuppone: che ne possano usufruire famiglie con ISEE inferiore a 3.000 euro; l'importo è quantificato fino ad un massimo di 600 euro mensili; per una famiglia di 5 componenti il ReD raggiungerebbe 60.000 individui a fronte di 320.000 poveri residenti in Puglia; prevede il coinvolgimento di aziende per tirocini formativi. Si è poi aperta la discussione che ha messo in luce in prima istanza l'utilizzo del termine "dignità" e quanto a questo è nato un interessante dibattito sulla correttezza dell'utilizzo di tale termine. All'incontro è intervenuta Luciana Capone (consigliere comunale di Trani: "Noi a sinistra per la Puglia") che ha espresso alcuni nodi critici della legge che necessiterebbero di importanti approfondimenti: "aderire ad Red significherebbe rinunciare alle esenzioni per i farmaci? Significherebbe non poter partecipare ad altre forme di sostegno probabilmente più dignitose come borse di studio, cantieri di cittadinanza, sussidi di altro genere?".

Sono poi intervenuti alcuni esponenti della CGIL, Vito De Mario (nuovo coordinatore camera del lavoro) e Vito di Bari (Dirigente provinciale CGIL) ponendo l'accento sulla questione lavorativa che di per se si distingue dal mero assistenzialismo. Alcuni esponenti di Sel, rappresentanti dei comuni della bat, hanno evidenziato alcune importanti questioni come: erogazione su base familiare piuttosto che individuale (estendendo così degli obblighi all'intero nucleo familiare , nonostante la misura preveda un unico beneficiario all'interno del nucleo familiare), soglia ISEE molto bassa, l'ISEE come strumento di misurazione del bisogno inefficace per queste procedure, durata annuale del sostegno che non permetterebbe di ottenere risultati qualitativamente validi, procedura a sportello massacrante per 320.000 individuo quando solo 60.000 persone potranno usufruire effettivamente di tale misura, differenza non giustificata tra povertà assoluta e povertà relativa, rischio di riproporre le peggiori politiche che barattano sostegno al reddito con sfruttamento attraverso tirocini formativi e lavori socialmente utili che, come la storia insegna, solo in rarissimi casi hanno prodotto il risultato sperato.

Alcuni esponenti del comitato Bene Comune di Trani (Anna Rossi e Vincenzo Ferreri) hanno poi aggiunto quanto importante sarebbe un sistema di controllo delle persone che usufruirebbero di queste agevolazioni, cosa che questa legge attualmente non prevede.

Da questo incontro nascerà una proposta di sintesi che verrà sottoscritta dalle sigle presenti al tavolo di lavoro e verrà presentata in Regione come proposte di revisione della legge ReD.
  • SEL Sinistra e libertà
  • Cgil Bat
  • Comitato Bene Comune
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