Vita di città
Rifiuti e termovalorizzatore / 2
La replica di Legambiente Trani al cons. regionale Laurora
Trani - venerdì 30 maggio 2008
«Apprendiamo dagli organi d'informazione che il Consigliere Regionale Carlo Laurora considera la posizione di contrasto agli impianti di incenerimento, ideologica, pregiudiziale e priva di concretezza, vista l'emergenza rifiuti della Campania. Noi della Legambiente, abbiamo sempre affrontato la tematica dell'incenerimento dei rifiuti con i cosiddetti moderni inceneritori, attraverso il metodo scientifico e con l'analisi razionale del metodo sperimentale. Se, imperterriti, perduriamo nel mantenere una posizione di contrasto agli impianti di incenerimento, evidentemente, non è per colpa nostra bensì per l'assoluta mancanza di motivazioni e basi scientifiche che supportano gli impianti di incenerimento.
Dalle motivazioni di sostegno ai termovalorizzatori si ricavano solo vacui proclami non sostenuti dagli oggettivi riscontri degli studi epidemiologici internazionali. E' acclarato, ormai, che quattrocentotrentacinque ricerche scientifiche internazionali provano un progressivo aumento di tumori e nascite malformi in prossimità dei termovalorizzatori. Ebbene, secondo il dott. Laurora, la nostra è una posizione ideologica. Noi siamo pronti a ribaltare la visione della problematica affermando che la posizione ideologica è attribuibile solo a chi ciecamente, ingenuamente ed irrazionalmente, ritiene sacrosante le parole dei gestori degli impianti di incenerimento. Le nuove tecnologie dei più moderni impianti non fanno che spostare le gravi incidenze tumorali verso le patologie connesse alla devastante capacità di penetrazione delle nanoparticelle nei tessuti e negli organi umani. La progressiva impennata dei tumori dei tessuti molli nelle immediate vicinanze degli inceneritori è ormai annoverabile nella ‘storia' e non nei racconti di ‘fantascienza'.
La qualità dell'aria anche nei dintorni dell'inceneritore di Brescia non è certo salubre e scevra da elementi tossici, vista la ormai nota e motivata attività di contrasto della popolazione bresciana. Il dott. Laurora, inoltre, commette un grave errore metodologico: confronta le emissioni degli inceneritori con le emissioni di diossina scaturite dalla presenza dei rifiuti bruciati nelle strade di Napoli. Tale confronto è artefatto e fuorviante poiché la comparazione andrebbe spostata tra emissioni degli inceneritori ed eventuali emissioni derivanti dalla raccolta differenziata. Questa è la logica e la razionalità di una discussione scevra dai pregiudizi depistati dall'illusoria favola degli interessati gestori dei termodistruttori. Certo, l'immobilismo della classe politica nei confronti della raccolta differenziata è talmente palese e disarmante, che ci porta ormai inequivocabilmente a ritenere che la passività e l'inerzia dell'avvio della raccolta differenziata ‘porta a porta', sia strumentale alla creazione di uno stato d'emergenza che porterebbe, speditamente, verso la costruzione degli inceneritori.
D'altro canto, l'immobilismo nell'ATO BA-1 è altrettanto scandaloso, considerata l'inerzia del ‘porta a porta' a Trani, e la non attivazione dell'impianto di separazione (‘ricicleria') dell'AMIU-Trani. Noi, accusati di sposare una posizione solo ideologica e priva di buon senso, siamo ancora in attesa della sfida lanciata dagli oncologi italiani nei confronti di Umberto Veronesi, che sinora, ha solo lanciato proclami in assenza di contraddittorio e del tutto privi di supporto scientifico. Nel contempo, siamo altrettanto consapevoli che il noto oncologo continuerà a sfuggire ad un contraddittorio con i suoi non ideologizzati colleghi.
Noi, persuasi dalla bontà del metodo sperimentale, vorremo tuttavia, fare un sincero esercizio di accondiscendenza sociale, così tanto in voga in questa fase buonista della storia del nostro paese, chiedendo ai sostenitori dell'incenerimento di renderci noti le composizioni, gli elementi, le sostanze e le concentrazioni dei fumi che fuoriescono dalle ciminiere degli impianti di termodistruzione. Si affannano, infatti, nel dichiarare l'assenza di diossina; l'assenza di micro-particelle; l'assenza di nano-partiecelle; l'assenza di metalli pesanti; l'assenza di Policlorobifenili; l'assenza di polveri sottili; l'assenza di polveri radioattive; ecc. Sinora i proclami dei gestori hanno sempre reso noto ciò che non viene emesso, e mai ciò che viene emesso. Vorremo conoscere se essere non ideologizzati è anche sinonimo di ingenui e sprovveduti, visto che la fantomatica magia degli inceneritori riesce a controvertire anche le leggi della fisica annullando la Legge di Lavosier ed il ‘Principio di conservazione della Materia'. Sinceramente, vorremmo essere più disponibili ed accondiscendenti, ma saremmo degli sprovveduti ed incoscienti se ignorassimo quattrocentotrentacinque studi epidemiologici per credere nel dogma proposto dagli impiantisti. Forse siamo testardi ed ottusi ma facciamo una gran fatica a credere che la combustione, ad oltre mille gradi di temperatura di polimeri sintetici, possa produrre salubri ed ossigenati effluvi all'odore di lavanda.
A noi, dogmatici ecologisti, a scuola ci è stato insegnato che la combustione non è un processo chimico-fisico che riesce a dematerializzare i rifiuti; ne deriva, pertanto, che gli inceneritori non fanno altro che trasformare l'ormai devastata atmosfera, in una grande immensa discarica, coinvolgendo conseguentemente, l'uomo, che se ne serve attraverso i processi di respirazione e di alimentazione».
Avv. Pierluigi Colangelo
Dott.ssa Carmen Lombardi
Legambiente - Circoli di Trani e Canosa di Puglia
Dalle motivazioni di sostegno ai termovalorizzatori si ricavano solo vacui proclami non sostenuti dagli oggettivi riscontri degli studi epidemiologici internazionali. E' acclarato, ormai, che quattrocentotrentacinque ricerche scientifiche internazionali provano un progressivo aumento di tumori e nascite malformi in prossimità dei termovalorizzatori. Ebbene, secondo il dott. Laurora, la nostra è una posizione ideologica. Noi siamo pronti a ribaltare la visione della problematica affermando che la posizione ideologica è attribuibile solo a chi ciecamente, ingenuamente ed irrazionalmente, ritiene sacrosante le parole dei gestori degli impianti di incenerimento. Le nuove tecnologie dei più moderni impianti non fanno che spostare le gravi incidenze tumorali verso le patologie connesse alla devastante capacità di penetrazione delle nanoparticelle nei tessuti e negli organi umani. La progressiva impennata dei tumori dei tessuti molli nelle immediate vicinanze degli inceneritori è ormai annoverabile nella ‘storia' e non nei racconti di ‘fantascienza'.
La qualità dell'aria anche nei dintorni dell'inceneritore di Brescia non è certo salubre e scevra da elementi tossici, vista la ormai nota e motivata attività di contrasto della popolazione bresciana. Il dott. Laurora, inoltre, commette un grave errore metodologico: confronta le emissioni degli inceneritori con le emissioni di diossina scaturite dalla presenza dei rifiuti bruciati nelle strade di Napoli. Tale confronto è artefatto e fuorviante poiché la comparazione andrebbe spostata tra emissioni degli inceneritori ed eventuali emissioni derivanti dalla raccolta differenziata. Questa è la logica e la razionalità di una discussione scevra dai pregiudizi depistati dall'illusoria favola degli interessati gestori dei termodistruttori. Certo, l'immobilismo della classe politica nei confronti della raccolta differenziata è talmente palese e disarmante, che ci porta ormai inequivocabilmente a ritenere che la passività e l'inerzia dell'avvio della raccolta differenziata ‘porta a porta', sia strumentale alla creazione di uno stato d'emergenza che porterebbe, speditamente, verso la costruzione degli inceneritori.
D'altro canto, l'immobilismo nell'ATO BA-1 è altrettanto scandaloso, considerata l'inerzia del ‘porta a porta' a Trani, e la non attivazione dell'impianto di separazione (‘ricicleria') dell'AMIU-Trani. Noi, accusati di sposare una posizione solo ideologica e priva di buon senso, siamo ancora in attesa della sfida lanciata dagli oncologi italiani nei confronti di Umberto Veronesi, che sinora, ha solo lanciato proclami in assenza di contraddittorio e del tutto privi di supporto scientifico. Nel contempo, siamo altrettanto consapevoli che il noto oncologo continuerà a sfuggire ad un contraddittorio con i suoi non ideologizzati colleghi.
Noi, persuasi dalla bontà del metodo sperimentale, vorremo tuttavia, fare un sincero esercizio di accondiscendenza sociale, così tanto in voga in questa fase buonista della storia del nostro paese, chiedendo ai sostenitori dell'incenerimento di renderci noti le composizioni, gli elementi, le sostanze e le concentrazioni dei fumi che fuoriescono dalle ciminiere degli impianti di termodistruzione. Si affannano, infatti, nel dichiarare l'assenza di diossina; l'assenza di micro-particelle; l'assenza di nano-partiecelle; l'assenza di metalli pesanti; l'assenza di Policlorobifenili; l'assenza di polveri sottili; l'assenza di polveri radioattive; ecc. Sinora i proclami dei gestori hanno sempre reso noto ciò che non viene emesso, e mai ciò che viene emesso. Vorremo conoscere se essere non ideologizzati è anche sinonimo di ingenui e sprovveduti, visto che la fantomatica magia degli inceneritori riesce a controvertire anche le leggi della fisica annullando la Legge di Lavosier ed il ‘Principio di conservazione della Materia'. Sinceramente, vorremmo essere più disponibili ed accondiscendenti, ma saremmo degli sprovveduti ed incoscienti se ignorassimo quattrocentotrentacinque studi epidemiologici per credere nel dogma proposto dagli impiantisti. Forse siamo testardi ed ottusi ma facciamo una gran fatica a credere che la combustione, ad oltre mille gradi di temperatura di polimeri sintetici, possa produrre salubri ed ossigenati effluvi all'odore di lavanda.
A noi, dogmatici ecologisti, a scuola ci è stato insegnato che la combustione non è un processo chimico-fisico che riesce a dematerializzare i rifiuti; ne deriva, pertanto, che gli inceneritori non fanno altro che trasformare l'ormai devastata atmosfera, in una grande immensa discarica, coinvolgendo conseguentemente, l'uomo, che se ne serve attraverso i processi di respirazione e di alimentazione».
Avv. Pierluigi Colangelo
Dott.ssa Carmen Lombardi
Legambiente - Circoli di Trani e Canosa di Puglia