Vita di città
Rifunzionalizzazione di Palazzo Carcano, il progetto vincitore del concorso bandito dall'Agenzia del Demanio
Dall'importo di 8,9 milioni di euro mira alla valorizzazione di 5mila mq di superficie esistente e l'ampliamento di altri 1.000 mq
Trani - martedì 18 gennaio 2022
10.26
Il progetto presentato dallo studio di architettura Demogo, insieme a Sinergo per l'engineering, si è aggiudicato il primo posto al concorso di progettazione bandito dall'Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Puglia e Basilicata, per la rifunzionalizzazione di Palazzo Carcano a Trani da destinare a sede degli Uffici Giudiziari.
Il progetto dall'importo di 8,9 milioni di euro mira alla valorizzazione di 5mila mq di superficie esistente e l'ampliamento di altri 1.000 mq.
«Come approccio al restauro - si legge nella proposta progettuale - si è sentita la necessità da subito, di mantenere leggibile l'edificio di Palazzo Carcano nella sua forma e stratificazione attuale mantenendo compatto il dimensionamento dell'ampliamento in un unico piano, andando incontro alle esigenze ed alle percezioni della comunità che da sempre ha sentito proprio questo edificio per conformazione ed uso e soprattutto, nel rapporto visivo e cognitivo rispetto alle valenze storiche presenti. Il progetto di restauro ed ampliamento persegue quindi l'idea del significato di spazio e limite, prendendo come riferimento alcuni percorsi culturali ed artistici di artisti mediterranei.
Il progetto vuole «ridare un fronte "collettivo" al prospetto su Piazza Re Manfredi tenendo in considerazione una possibile valorizzazione a contenuto culturale della piazza, definendone proprio nel vuoto l'ingresso/terminale principale agli spazi museali/allestitivi della città. Un fronte "artistico" in continuità con il fronte est del Castello dove la piazza diventa il passaggio delle percorrenze pubbliche pedonali e delle fruibilità turistiche».
Ed ancora: «Il fronte su via Beltrani in contrapposizione al significato dato a Piazza Re Manfredi diviene progetto urbano dell'asse del "Tribunale Diffuso" recuperando l'ingresso principale dell'edifico vincolato come ingresso alle funzioni principali del tribunale. L'apertura a sud del vecchio porticato e la valorizzazione di Via Accademia dei Pellegrini - si apprende ancora - permette di localizzare sui fronti laterali ulteriori spazi ed accessi controllati e limitati destinati al piano terra alle funzioni del tribunale, mantenendo, al tempo stesso, l'idea di connessione tra gli spazi pubblici. L'ampliamento al piano terra si definisce quindi come una stanza aperta che evoca diverse metafore e rimandi, priva di confini fisici ma delimitata dalla proiezione a terra dell'unico piano superiore del tribunale destinato alle aule».
«Da un lato quindi, l'azione di sollevamento e di distaccamento dal suolo, crea una funzione collettiva/museale che recupera anche alcuni spazi di prossimità del Palazzo Carcano e l'ingresso principale su piazza, mentre dall'altro, la posizione di "copertura" del piano amministrativo ad uso più pubblico ne definisce uno spazio urbano protetto e limitato nella dimensione. Una architettura - infine - che si sdoppia nella sua massa rispetto alla città definendo una separazione degli usi funzionali ma riuscendo a tenere in sé le caratteristiche concettuali ed interpretative di due funzioni così diverse; una piazza sospesa per il tribunale, una piazza coperta per la città».
Il progetto dall'importo di 8,9 milioni di euro mira alla valorizzazione di 5mila mq di superficie esistente e l'ampliamento di altri 1.000 mq.
«Il progetto per il recupero e l'ampliamento di Palazzo Carcano offre l'opportunità di stabilire un confronto tra elementi urbani giustapposti. I caratteri e il registro spaziale della città di Trani si dispiegano in un sistema di singoli oggetti urbani: Castello Svevo, Piazza Re Manfredi, la Cattedrale, sono architetture in grado di definire un paesaggio visivo significante, un contesto rispetto al quale Palazzo Carcano deve trovare la propria intonazione». Alla luce delle considerazioni preliminari, i progettisti scelti dalla commissione hanno optato per «pochi e misurati gesti finalizzati a ricomporre l'unitarietà di Palazzo Carcano come elemento ben definito nel paesaggio urbano della città».
«Come approccio al restauro - si legge nella proposta progettuale - si è sentita la necessità da subito, di mantenere leggibile l'edificio di Palazzo Carcano nella sua forma e stratificazione attuale mantenendo compatto il dimensionamento dell'ampliamento in un unico piano, andando incontro alle esigenze ed alle percezioni della comunità che da sempre ha sentito proprio questo edificio per conformazione ed uso e soprattutto, nel rapporto visivo e cognitivo rispetto alle valenze storiche presenti. Il progetto di restauro ed ampliamento persegue quindi l'idea del significato di spazio e limite, prendendo come riferimento alcuni percorsi culturali ed artistici di artisti mediterranei.
Il progetto vuole «ridare un fronte "collettivo" al prospetto su Piazza Re Manfredi tenendo in considerazione una possibile valorizzazione a contenuto culturale della piazza, definendone proprio nel vuoto l'ingresso/terminale principale agli spazi museali/allestitivi della città. Un fronte "artistico" in continuità con il fronte est del Castello dove la piazza diventa il passaggio delle percorrenze pubbliche pedonali e delle fruibilità turistiche».
Ed ancora: «Il fronte su via Beltrani in contrapposizione al significato dato a Piazza Re Manfredi diviene progetto urbano dell'asse del "Tribunale Diffuso" recuperando l'ingresso principale dell'edifico vincolato come ingresso alle funzioni principali del tribunale. L'apertura a sud del vecchio porticato e la valorizzazione di Via Accademia dei Pellegrini - si apprende ancora - permette di localizzare sui fronti laterali ulteriori spazi ed accessi controllati e limitati destinati al piano terra alle funzioni del tribunale, mantenendo, al tempo stesso, l'idea di connessione tra gli spazi pubblici. L'ampliamento al piano terra si definisce quindi come una stanza aperta che evoca diverse metafore e rimandi, priva di confini fisici ma delimitata dalla proiezione a terra dell'unico piano superiore del tribunale destinato alle aule».
«Da un lato quindi, l'azione di sollevamento e di distaccamento dal suolo, crea una funzione collettiva/museale che recupera anche alcuni spazi di prossimità del Palazzo Carcano e l'ingresso principale su piazza, mentre dall'altro, la posizione di "copertura" del piano amministrativo ad uso più pubblico ne definisce uno spazio urbano protetto e limitato nella dimensione. Una architettura - infine - che si sdoppia nella sua massa rispetto alla città definendo una separazione degli usi funzionali ma riuscendo a tenere in sé le caratteristiche concettuali ed interpretative di due funzioni così diverse; una piazza sospesa per il tribunale, una piazza coperta per la città».