Politica
Rino Negrogno (Sel) sulla controversia di via Lagalante
«I commercianti hanno bisogno di lavorare ed i residenti di dormire»
Trani - domenica 16 febbraio 2014
21.47
Sulla controversia tra i commercianti movida tranese di via Lagalante ed i residenti di quella via interviene il responsabile delle politiche sociali e del lavoro si Sinistra Ecologia e Libertà Rino Negrogno. «Non è di facile risoluzione - scrive - e l'errore più grave e grossolano che si possa commettere è quello di ritenere assolutamente giuste le richieste ed i bisogni di una parte ed improprie quelle dell'altra anche perché mi sembrano tutto sommato sensate quelle di entrambi: i commercianti hanno bisogno di lavorare ed i residenti di dormire».
«Sappiamo bene - continua Rino Negrogno - che dappertutto, almeno dove sia in vigore il nostro stesso fuso orario e tranne a casa della sventurata e vessata Cenerentola, dopo mezzanotte musica e balli proseguono, per cui impedire a questi commercianti di andare oltre la mezzanotte significherebbe sfavorirli perché spingerebbe i giovani a spostarsi in altre città. Vorrei, per un istante, novellar del nostro buon tempo, incontro là dove si perde il giorno e ricordarmi di quando anche noi, sani e snelli, eravamo soliti danzar o più che altro stazionare in Via Roma che pretendemmo ed ottenemmo chiusa al traffico e tutta per noi. Mi ricordo che i residenti non ne furono granché entusiasti, anzi, perché anche se non esistevano locali con la musica ad alto volume che non fossero quelle poche discoteche non sempre alla portata di tutti, noi provvedevamo con gli stereo delle nostre auto, le impennate delle nostre moto e quant'altro per far baccano e, ve lo assicuro, importunavamo i residenti della gloriosa via senza ritegno e vi assicuro anche che c'eravamo tutti, compreso quelli che emanano le ordinanze.
Sarebbe bello non dimenticare mai di essere stati giovani. In un momento difficile come quello che stiamo attraversando, dove la crisi economica non lascia intravedere alcun segnale di speranza e non sembra esservi alcuna via di uscita, stroncare senza nessun confronto, con un'ordinanza inappellabile, gli sforzi di quei commercianti che, tra l'altro, offrono anche opportunità di lavoro, mi sembra quantomeno sventato. Ma giacché anche il sonno dei residenti è un diritto sacrosanto, bisogna trovare una soluzione equa e salvare sia le capre che i cavoli dal lupo della disparità. Ci si potrebbe incontrare a metà strada e stabilire che il volume della musica vada diminuito del 50% dopo l'una del venerdì e del sabato e sospesa dopo le due; la domenica stesso discorso con un ora di anticipo. Naturalmente il mio è solo un esempio per sottolineare che sarebbe opportuno incontrarsi per discutere ed adattare la soluzione migliore per tutti ascoltando le richieste di entrambe le parti anche perché è troppo facile decidere senza essere né il commerciante che deve darsi pane, né il residente che deve darsi pace. L'ultimo pensiero, ma il motivo principale che mi ha persuaso a scrivere, va ai giovani: se volete bere bevete ma una volta alla settimana e solo un paio di bicchieri e, soprattutto, dopo aver bevuto non guidate».
«Sappiamo bene - continua Rino Negrogno - che dappertutto, almeno dove sia in vigore il nostro stesso fuso orario e tranne a casa della sventurata e vessata Cenerentola, dopo mezzanotte musica e balli proseguono, per cui impedire a questi commercianti di andare oltre la mezzanotte significherebbe sfavorirli perché spingerebbe i giovani a spostarsi in altre città. Vorrei, per un istante, novellar del nostro buon tempo, incontro là dove si perde il giorno e ricordarmi di quando anche noi, sani e snelli, eravamo soliti danzar o più che altro stazionare in Via Roma che pretendemmo ed ottenemmo chiusa al traffico e tutta per noi. Mi ricordo che i residenti non ne furono granché entusiasti, anzi, perché anche se non esistevano locali con la musica ad alto volume che non fossero quelle poche discoteche non sempre alla portata di tutti, noi provvedevamo con gli stereo delle nostre auto, le impennate delle nostre moto e quant'altro per far baccano e, ve lo assicuro, importunavamo i residenti della gloriosa via senza ritegno e vi assicuro anche che c'eravamo tutti, compreso quelli che emanano le ordinanze.
Sarebbe bello non dimenticare mai di essere stati giovani. In un momento difficile come quello che stiamo attraversando, dove la crisi economica non lascia intravedere alcun segnale di speranza e non sembra esservi alcuna via di uscita, stroncare senza nessun confronto, con un'ordinanza inappellabile, gli sforzi di quei commercianti che, tra l'altro, offrono anche opportunità di lavoro, mi sembra quantomeno sventato. Ma giacché anche il sonno dei residenti è un diritto sacrosanto, bisogna trovare una soluzione equa e salvare sia le capre che i cavoli dal lupo della disparità. Ci si potrebbe incontrare a metà strada e stabilire che il volume della musica vada diminuito del 50% dopo l'una del venerdì e del sabato e sospesa dopo le due; la domenica stesso discorso con un ora di anticipo. Naturalmente il mio è solo un esempio per sottolineare che sarebbe opportuno incontrarsi per discutere ed adattare la soluzione migliore per tutti ascoltando le richieste di entrambe le parti anche perché è troppo facile decidere senza essere né il commerciante che deve darsi pane, né il residente che deve darsi pace. L'ultimo pensiero, ma il motivo principale che mi ha persuaso a scrivere, va ai giovani: se volete bere bevete ma una volta alla settimana e solo un paio di bicchieri e, soprattutto, dopo aver bevuto non guidate».