Sanità
Riorganizzazione della rete ospedaliera, Santorsola chiede un potenziamento per la Bat
Il Governo ha sollecitato le Regioni ad elaborare entro un mese le ipotesi di revisione del piano sanitario
Trani - mercoledì 10 giugno 2020
6.26
La riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, alla luce delle difficoltà evidenziate nel corso della gestione della pandemia da Covid-19, è stata oggetto delle audizioni della terza commissione consiliare presieduta da Pino Romano. Su richiesta dello stesso presidente e dei consiglieri Domenico Santorsola e Paolo Pellegrino, il direttore del Dipartimento salute e benessere della Regione, Vito Montanaro è intervenuto questa mattina per fare il punto sulla predisposizione dei piani di progressiva dismissione dell'attuale rete e di programmazione futura. Da parte dei consiglieri Santorsola e Marmo, in particolare è stato posto l'accento sulla necessità di potenziare l'offerta sanitaria nella provincia Bat.
Montanaro in particolare, ha comunicato l'avvio delle attività di rendicontazione delle spese e delle attività sanitarie svolte in periodo Covid così come richiesto dal Ministero della Salute, che con l'emanazione del decreto legge 34 del 19 maggio scorso, ha inteso delineare le linee guida del nuovo sistema sanitario nazionale caratterizzato da una grande attenzione sia per il livello ospedaliero che per quello territoriale.
Il Governo ha sollecitato le Regioni ad elaborare entro un mese le ipotesi di revisione del piano ospedaliero che saranno esaminate dal ministero e successivamente certificate. I Piani dovranno prevedere un aumento dei posti letto di terapia intensiva, sub intensiva e area medica, dopodiché le Regioni potranno partire con le procedure di pubblica evidenza in relazione ai lavori da svolgere e all'attivazione dei servizi territoriali correlati ad un eventuale ritorno della pandemia.
Per ottemperare alle richieste del Ministero, è stato chiesto ai direttori generali delle ASL di valutare l'incremento dei posti letto terapia intensiva e sub intensiva e di indicare strutture che possano essere esclusivamente destinate ad attività di cura del Covid situate nei pressi dei grandi ospedali. L'obiettivo è quello di prevedere una rete che includa 4/5 presidi da trasformare prontamente in luoghi di assistenza e cura per acuti, in modo da rispettare la percentuale dello 0,14 per mille, vale a dire la disponibilità di 260 in più rispetto ai 304 attuali. Si tratterà di strutture da 100/120 posti letto di cui il 20 per cento collegabili a posti di terapia intensiva e sub intensiva e il resto da dedicare ai casi di malattia infettive e pneumologia.
"Il dipartimento – ha continuato Montanaro - sta ultimando l'esame delle proposte delle direzioni strategiche, con due incontri tecnici con i direttori generali fissati nel pomeriggio di oggi, dopodiché insieme al presidente Emiliano verrà concordata la linea di rendicontazione e programmazione. Un percorso che verrà condiviso con i consiglieri regionali e che terrà conto anche dei loro suggerimenti, a partire dalla proposta relativa agli ospedali di comunità licenziata a marzo dalla commissione. Mentre nella prima fase si è potuto lavorare in regime di urgenza sulla rete Covid, ora è possibile focalizzare l'attenzione su strutture parallele che consentano di non interrompere le prestazioni ordinarie dei grandi ospedali".
Montanaro ha poi parlato delle prospettive future: "la telemedicina, già sperimentata in fase Covid, sarà utilizzata per rafforzare l'attività di assistenza territoriale nella gestione delle cronicità. Si punta inoltre alla centralizzazione delle attività diagnostiche, attraverso l'attivazione nei PTA di attività - come quelle dei laboratori di analisi - che altrimenti vengono affidate alla sanità privata. Per quanto riguarda invece il recupero delle liste di attesa, coinvolgeremo presidi territoriali assistenziali e post acuzie che hanno sale operatorie per svolgere interventi di medio/ bassa complessità chirurgica".
"L'obiettivo - ha spiegato - è quello di rimodellare il sistema sanitario regionale per risponder modo tempestivo e qualificato alla domanda di assistenza anche di chi sceglieva di andare a curarsi fuori regione. La Regione punta al recupero della mobilità passiva extra regionale che ammonta a circa 320 milioni di euro, a fronte di una mobilità attiva di 126 milioni di euro. Esiste ancora uno sbilanciamento netto di 194 milioni di euro - circa 15 milioni di euro al mese - che è necessario ridurre".
Riflessione a parte sul tema delle Rsa e Rssa, in merito al quale c'è la volontà politica di rivedere in aumento posti delle residenze, e sono in atto serrati incontri con i rappresentanti associazioni che erogano assistenza in regime residenziale semi-residenziale e diurno.
Alla seduta sono successivamente intervenuti i commissari di maggioranza e opposizione tra cui Paolo Pellegrino che ha chiesto aggiornamenti sulle terapie intensive pediatriche del Vito Fazzi di Lecce, e a cui Montanaro ha risposto che con la ripresa dell'attività ordinaria del Dea saranno attivati 6 posti di terapia intensiva neonatale. Domenico Santorsola ha chiesto maggiore attenzione per le province della Bat e di Brindisi, con il rafforzamento dei PTA e la revisione della rete diagnostica pubblica per rendere autosufficiente ogni territorio, mentre il capogruppo di Forza Italia Nino Marmo ha lamentato ancora una volta la mancanza di interlocuzione politica e sollecitato la necessità di riorganizzare la rete sanitaria che si è dimostrata insufficiente, con la provincia BAT a cui mancano 13 posti di terapia intensiva.
Critico anche il presidente di Fratelli d'Italia Ignazio Zullo che ha ribadito l'urgenza di rivedere tutto il sistema regionale che nel corso di questi mesi ha sofferto la mancanza di DPI, la carenza organizzativa dei sistemi di protezione e prevenzione, facendo registrare in Puglia la mortalità grezza e specifica più alta delle regioni del sud. Il consigliere De Leonardis (FdI) ha chiesto un intervento della governo regionale per smentire false notizie relative alla provincia di Foggia e al Gargano indicate come zone ad alto rischio Covid-19. Dal consigliere Marco Galante del M5s la richiesta infine di un piano di abbattimento delle liste d'attesa e l'attivazione dei PTA non ancora operativi.
Montanaro in particolare, ha comunicato l'avvio delle attività di rendicontazione delle spese e delle attività sanitarie svolte in periodo Covid così come richiesto dal Ministero della Salute, che con l'emanazione del decreto legge 34 del 19 maggio scorso, ha inteso delineare le linee guida del nuovo sistema sanitario nazionale caratterizzato da una grande attenzione sia per il livello ospedaliero che per quello territoriale.
Il Governo ha sollecitato le Regioni ad elaborare entro un mese le ipotesi di revisione del piano ospedaliero che saranno esaminate dal ministero e successivamente certificate. I Piani dovranno prevedere un aumento dei posti letto di terapia intensiva, sub intensiva e area medica, dopodiché le Regioni potranno partire con le procedure di pubblica evidenza in relazione ai lavori da svolgere e all'attivazione dei servizi territoriali correlati ad un eventuale ritorno della pandemia.
Per ottemperare alle richieste del Ministero, è stato chiesto ai direttori generali delle ASL di valutare l'incremento dei posti letto terapia intensiva e sub intensiva e di indicare strutture che possano essere esclusivamente destinate ad attività di cura del Covid situate nei pressi dei grandi ospedali. L'obiettivo è quello di prevedere una rete che includa 4/5 presidi da trasformare prontamente in luoghi di assistenza e cura per acuti, in modo da rispettare la percentuale dello 0,14 per mille, vale a dire la disponibilità di 260 in più rispetto ai 304 attuali. Si tratterà di strutture da 100/120 posti letto di cui il 20 per cento collegabili a posti di terapia intensiva e sub intensiva e il resto da dedicare ai casi di malattia infettive e pneumologia.
"Il dipartimento – ha continuato Montanaro - sta ultimando l'esame delle proposte delle direzioni strategiche, con due incontri tecnici con i direttori generali fissati nel pomeriggio di oggi, dopodiché insieme al presidente Emiliano verrà concordata la linea di rendicontazione e programmazione. Un percorso che verrà condiviso con i consiglieri regionali e che terrà conto anche dei loro suggerimenti, a partire dalla proposta relativa agli ospedali di comunità licenziata a marzo dalla commissione. Mentre nella prima fase si è potuto lavorare in regime di urgenza sulla rete Covid, ora è possibile focalizzare l'attenzione su strutture parallele che consentano di non interrompere le prestazioni ordinarie dei grandi ospedali".
Montanaro ha poi parlato delle prospettive future: "la telemedicina, già sperimentata in fase Covid, sarà utilizzata per rafforzare l'attività di assistenza territoriale nella gestione delle cronicità. Si punta inoltre alla centralizzazione delle attività diagnostiche, attraverso l'attivazione nei PTA di attività - come quelle dei laboratori di analisi - che altrimenti vengono affidate alla sanità privata. Per quanto riguarda invece il recupero delle liste di attesa, coinvolgeremo presidi territoriali assistenziali e post acuzie che hanno sale operatorie per svolgere interventi di medio/ bassa complessità chirurgica".
"L'obiettivo - ha spiegato - è quello di rimodellare il sistema sanitario regionale per risponder modo tempestivo e qualificato alla domanda di assistenza anche di chi sceglieva di andare a curarsi fuori regione. La Regione punta al recupero della mobilità passiva extra regionale che ammonta a circa 320 milioni di euro, a fronte di una mobilità attiva di 126 milioni di euro. Esiste ancora uno sbilanciamento netto di 194 milioni di euro - circa 15 milioni di euro al mese - che è necessario ridurre".
Riflessione a parte sul tema delle Rsa e Rssa, in merito al quale c'è la volontà politica di rivedere in aumento posti delle residenze, e sono in atto serrati incontri con i rappresentanti associazioni che erogano assistenza in regime residenziale semi-residenziale e diurno.
Alla seduta sono successivamente intervenuti i commissari di maggioranza e opposizione tra cui Paolo Pellegrino che ha chiesto aggiornamenti sulle terapie intensive pediatriche del Vito Fazzi di Lecce, e a cui Montanaro ha risposto che con la ripresa dell'attività ordinaria del Dea saranno attivati 6 posti di terapia intensiva neonatale. Domenico Santorsola ha chiesto maggiore attenzione per le province della Bat e di Brindisi, con il rafforzamento dei PTA e la revisione della rete diagnostica pubblica per rendere autosufficiente ogni territorio, mentre il capogruppo di Forza Italia Nino Marmo ha lamentato ancora una volta la mancanza di interlocuzione politica e sollecitato la necessità di riorganizzare la rete sanitaria che si è dimostrata insufficiente, con la provincia BAT a cui mancano 13 posti di terapia intensiva.
Critico anche il presidente di Fratelli d'Italia Ignazio Zullo che ha ribadito l'urgenza di rivedere tutto il sistema regionale che nel corso di questi mesi ha sofferto la mancanza di DPI, la carenza organizzativa dei sistemi di protezione e prevenzione, facendo registrare in Puglia la mortalità grezza e specifica più alta delle regioni del sud. Il consigliere De Leonardis (FdI) ha chiesto un intervento della governo regionale per smentire false notizie relative alla provincia di Foggia e al Gargano indicate come zone ad alto rischio Covid-19. Dal consigliere Marco Galante del M5s la richiesta infine di un piano di abbattimento delle liste d'attesa e l'attivazione dei PTA non ancora operativi.