Vita di città
Sabbia dispersa al lido Mongelli, protesta Legambiente Trani
«Sono state consumate risorse economiche per inutili lavori»
Trani - lunedì 29 dicembre 2008
«Per l'ennesima volta, durante le settimane che hanno preceduto l'estate, l'amministrazione comunale, ostinatamente, ha ritenuto opportuno ricreare la spiaggia sabbiosa al piede del muraglione del lungomare Mongelli. Probabilmente, per insondabili motivi estetici, sono state consumate risorse economiche per inutili lavori consistiti nell'apposizione di sabbia prelevata da altri tratti costieri e per la formazione di un soffice materasso sabbioso, dello spessore di alcuni decimetri, che avrebbe dovuto coccolare gli esigenti bagnanti di quel tratto costiero.
Ebbene, per l'ennesima volta, così come testimoniato dalle foto allegate, sono bastate alcune blande mareggiate e le ordinarie piogge autunnali per riportare alla luce il substrato di rifiuti e di pezzame lapideo occultato dall'artificiosa, nobile e costosa aggiunta di sabbia estiva. La sabbia è stata apposta per impreziosire l'eventuale destinazione privatistica del lido ma al pari di un volto incipriato ha precocemente mostrato le rughe e la sua vera natura selvaggia. L'allontanamento della sabbia ha così messo in evidenza sia i rifiuti pregressi giacenti sotto la posticcia coltre sabbiosa, che i tubi di drenaggio opportunamente disposti a garanzia del muraglione di sostegno alla strada. E' così che sono ricomparsi anche i rifiuti ed il volgare ciottolame così tanto malvisto dagli amministratori tranesi.
Il mare è imparziale ed intransigente; ignora le scelte umane e svolge il suo inesorabile lavoro di erosione e trasporto dei materiali costieri instabili rispetto all'energia del moto ondoso delle correnti costieri. E' così che la sabbia riposta sul lungomare Mongelli viene erosa, trasportata ed accumulata a breve distanza; laddove l'ansa protetta della baia dei pescatori, con la sua bassa energia, la trattiene sommandola a quella preesistente. Questo continuo fare e disfare, costoso, sia sotto il profilo economico che naturalistico, ricorda molto il paziente ed interminabile lavoro di Penelope che tesseva e disfaceva perennemente la tela in attesa del ritorno di Ulisse.
Potremmo anche aggiungere che la sorte della posticcia sabbia del lungomare Mongelli sarebbe comunque segnata anche in presenza di un mare immobile e privo di azione erosiva poiché il profilo trasversale artificiale è talmente alto ed inclinato rispetto al livello del mare che basterebbero le prime banali piogge settembrine per erodere e far defluire la sabbia verso il mare. La Legambiente ritiene che sia opportuno mettere fine a questa ostinata, insensata e dispendiosa battaglia tra l'uomo e il mare.
Se, pertanto, l'apposizione della sabbia sul Lungomare Mongelli è il frutto di un adeguato studio che attesti l'utilità della sabbia come opera di difesa marina per contrastare l'erosione costiera, sarebbe opportuno rivedere quegli stessi studi e magari liquidare energicamente il consulente che ha prescritto lo stesso intervento. Se viceversa, così come subodoriamo, l'apposizione annuale dello strato sabbioso risponde esclusivamente a motivazioni estetiche e pseudoturistiche, sarebbe opportuno ammetterlo pubblicamente e recitare il mea culpa per l'assurdo ed irresponsabile dispendio di risorse economiche e per l'insensato impatto ambientale esercitato sugli arenili adiacenti e su quelli di prestito, impegnandosi per trovare soluzioni alternative.»Avv. Pierluigi Colangelo
Presidente Circolo di Trani di Legambiente
Ebbene, per l'ennesima volta, così come testimoniato dalle foto allegate, sono bastate alcune blande mareggiate e le ordinarie piogge autunnali per riportare alla luce il substrato di rifiuti e di pezzame lapideo occultato dall'artificiosa, nobile e costosa aggiunta di sabbia estiva. La sabbia è stata apposta per impreziosire l'eventuale destinazione privatistica del lido ma al pari di un volto incipriato ha precocemente mostrato le rughe e la sua vera natura selvaggia. L'allontanamento della sabbia ha così messo in evidenza sia i rifiuti pregressi giacenti sotto la posticcia coltre sabbiosa, che i tubi di drenaggio opportunamente disposti a garanzia del muraglione di sostegno alla strada. E' così che sono ricomparsi anche i rifiuti ed il volgare ciottolame così tanto malvisto dagli amministratori tranesi.
Il mare è imparziale ed intransigente; ignora le scelte umane e svolge il suo inesorabile lavoro di erosione e trasporto dei materiali costieri instabili rispetto all'energia del moto ondoso delle correnti costieri. E' così che la sabbia riposta sul lungomare Mongelli viene erosa, trasportata ed accumulata a breve distanza; laddove l'ansa protetta della baia dei pescatori, con la sua bassa energia, la trattiene sommandola a quella preesistente. Questo continuo fare e disfare, costoso, sia sotto il profilo economico che naturalistico, ricorda molto il paziente ed interminabile lavoro di Penelope che tesseva e disfaceva perennemente la tela in attesa del ritorno di Ulisse.
Potremmo anche aggiungere che la sorte della posticcia sabbia del lungomare Mongelli sarebbe comunque segnata anche in presenza di un mare immobile e privo di azione erosiva poiché il profilo trasversale artificiale è talmente alto ed inclinato rispetto al livello del mare che basterebbero le prime banali piogge settembrine per erodere e far defluire la sabbia verso il mare. La Legambiente ritiene che sia opportuno mettere fine a questa ostinata, insensata e dispendiosa battaglia tra l'uomo e il mare.
Se, pertanto, l'apposizione della sabbia sul Lungomare Mongelli è il frutto di un adeguato studio che attesti l'utilità della sabbia come opera di difesa marina per contrastare l'erosione costiera, sarebbe opportuno rivedere quegli stessi studi e magari liquidare energicamente il consulente che ha prescritto lo stesso intervento. Se viceversa, così come subodoriamo, l'apposizione annuale dello strato sabbioso risponde esclusivamente a motivazioni estetiche e pseudoturistiche, sarebbe opportuno ammetterlo pubblicamente e recitare il mea culpa per l'assurdo ed irresponsabile dispendio di risorse economiche e per l'insensato impatto ambientale esercitato sugli arenili adiacenti e su quelli di prestito, impegnandosi per trovare soluzioni alternative.»Avv. Pierluigi Colangelo
Presidente Circolo di Trani di Legambiente