Religioni

Sant'Antuono, il Sindaco di Trani risponde all'Arcivescovo Pichierri

«Taluni interessati a creare una sapida polemica»

Pubblichiamo una lettera indirizzata all'Arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri del Sindaco della Città di Trani in relazione ai noti episodi relativi alla struttura S.Antuono:

«Vostra Eccellenza Reverendissima, ritengo utile e, nel più assoluto e sincero rispetto verso il Suo Ministero e la Sua persona, persino doveroso portare formalmente alla Sua conoscenza il nostro punto di vista e gli elementi di valutazione per noi sino ad ora disponibili sulla questione del Fortino di S. Antuono.

Proverò a descrivere un excursus storico-amministrativo ricavato da riferimenti bibliografici e documentali certamente nella disponibilità di tutti e che comunque, se gradirà, metterò a Sua disposizione. La "Guida di Trani" del Sac. Carlo Salvatore Capozzi, già nei primi anni del Novecento, descrive il luogo come un deposito di attrezzi dei marinai e ne lamenta lo stato di abbandono definendolo appunto come Chiesa "abbandonata" di S. Antuono. Il notissimo "Invito a Trani", di Benedetto Ronchi, testo base della storiografia cittadina, nella prima edizione del 1980, parla della Chiesa di S. Antuono descrivendola testualmente come "..oggi sconsacrata ed usata per depositi vari…". Sempre il Ronchi nella seconda edizione del libro, risalente al 1988, dice testualmente: " la Chiesa di S.Antuono Abate, della quale i lavori di restauro assicureranno il pieno recupero…." ecco appunto, questi lavori effettivamente svolti con fondi della Soprintendenza e del Comune di Trani che funzioni hanno consentito alla Chiesa di lì innanzi? Può essere utile, per rispondere a questa domanda, il libro "Chiese, Campanili e Campane della Città di Trani" del Prof. Giuseppe Curci (Laurenziana- Napoli 2004) che alla pagina 70 scrive testualmente: "dal VI secolo la Chiesa di S.Antuono Abate restò sconsacrata e abbandonata e venne usata come deposito di barche.

Solo nel 1989 tornò ad essere visitata dopo che il Comune di Trani si interessò di farla restaurare. In questa occasione fu anche messa in essa una statua di S.Antuono Abate. Il 17 gennaio 1990, l'Arcivescovo Giuseppe Carata la benedisse, nella Chiesetta privata, dedicata all'Assunta, di palazzo Quercia, e con una fiaccolata, presente lo stesso Arcivescovo Carata, il 21 gennaio 1990, venne portata alla Chiesa di S.Antuono Abate al molo ove fu intronizzata. Presso la stessa Chiesa, l'Arcivescovo Carata benedisse anche il fuoco e gli animali. In seguito, per varie ragioni, la Chiesa restò nuovamente abbandonata e la statua di S.Antuono abate venne riportata da un gruppo di devoti presso la Chiesetta privata dell'Assunta di palazzo Quercia dove ancora si venera. In questa Chiesa, il 24 ottobre 1993, ebbe luogo una mostra di icone russe imperiali, che durò fino al 1 novembre dello stesso anno.



Il Consiglio Comunale della Città di Trani, in data 6 Marzo 1996, approvò un "Nuovo regolamento per la disciplina delle concessioni in uso di attrezzature e immobili comunali adibiti, stabilmente ed esclusivamente ad iniziative di carattere non istituzionale." Questo regolamento abrogava e sostituiva uno precedente della Commissione Straordinaria del 1994 che già disciplinava l'uso del Monastero di Colonna, dello chalet della Villa Comunale e della Chiesa di S. Antuono, per effetto delle sollecitazioni di associazioni di volontariato e di una mozione presentata nel giugno 95 dal gruppo della Rifondazione Comunista, fatta propria dall'Amministrazione. All'art. 2 il nuovo regolamento destinava, tra gli altri, la Chiesa di S. Antuono: "… a finalità sociali, culturali, turistiche e di promozione dell'economia locale. E' consentito l'uso dei predetti immobili anche per attivita' di valenza commerciale…." Sempre il Consiglio Comunale, con delibera del 28/2/1997, determinò i canoni di locazione degli immobili comunali e fissò per l'uso della Chiesa di S.Antuono la somma di Lire 120.000 all'anno. La Giunta Municipale, in data 28 Maggio 1997, in "Attuazione dell'art. 9 comma 9 dello Statuto Comunale, deliberò l'utilizzo degli immobili di proprietà comunale per celebrazioni di matrimoni civili." e stabilì che: "…Considerato che, per soddisfare l'esigenza prospettata dai cittadini, è possibile utilizzare per la celebrazione dei matrimoni civili un salone e il giardino del Monastero di Colonna nonché la Chiesa di S.Antuono e la terrazza sovrastante."

Il 29 Dicembre 2003, a sette mesi circa dalla mia prima elezione a Sindaco, la Polizia Municipale interveniva preso la proprietà comunale denominata "Chiesa di S.Antuono" redigendo il seguente verbale: "Alle ore 12,15 circa veniva attivata dall'Ass. Domenico Miranda una richiesta d'intervento. Giunti sul posto si constatava che erano già presenti l'Ing. Affatato dell'U.T.C., l'Ing. Zecchillo dell'AMIU, Il Consigliere Comunale Erriquez Claudio, l'Ass. Domenico Miranda ed alcune persone successivamente incaricate dall'Ing. Affatato di predisporre idonei presidi di protezione ed antiintrusione presso detta struttura. Da una ricognizione eseguita dai sottoscritti all'interno dei locali di S.Antuono, si è accertato che lo stesso versa in completo stato di degrado con presenza di rifiuti sparpagliati ovunque e che le vetrate laterali all'accesso principale risultano rotte con pezzi di vetro sul pavimento. E' stato inoltre accertato che….alla cosiddetta Chiesa vi è un tavolo con due panche, che a detta dell'Assessore Miranda sono state ivi trasportate appositamente, il tavolo presenta tracce diffuse di cera di candele. Di tanto sono state riprodotte 16 foto inerenti lo stato dei luoghi."

In quel periodo ricordo che, oltre a questo, si erano verificati altri episodi di ritrovamento di resti di presumibili riti esoterici presso il cimitero e fui fortemente suggestionato da ciò tanto che giunto personalmente sul posto, ne parlai immediatamente a Mons.Giannotti che, non a caso, appunto, era stato avvertito e si era anch'egli portato sul luogo. Nel 2004, il Dirigente di Ragioneria del Comune Dott.Giovanni Raimo, sulla scorta delle precedenti deliberazioni del 1996 e 1997, non ebbe necessità, giustamente, di specifici atti di indirizzo della Giunta per indire una gara pubblica per l'assegnazione a titolo oneroso e recupero architettonico a carico dello stesso aggiudicatario dell'immobile comunale in questione e le procedure si conclusero nel 2005 con tutti i pareri favorevoli, anche sulla destinazione d'uso, degli unici Enti titolati ad esprimersi e cioè l'Ufficio Tecnico Comunale e la Soprintendenza dei Beni artistici e culturali. In quel periodo, a nessuno di noi dell'Amministrazione da me presieduta parvero quella determinazione dirigenziale e quella destinazione d'uso assolutamente lesive del sentimento religioso e della legge anche perché nello stesso periodo un albergo poco distante, da poco inaugurato, e recante persino nel proprio nome le vestigia del recente passato, aveva localizzato la propria sala delle colazioni proprio nella Cappella del preesistente Istituto religioso.



Questa noiosa resocontazione, Eccellenza Reverendissima, spero possa raggiungere lo scopo di evidenziarLe da che cosa sia oggettivamente nato il "modus pensandi" delle Amministrazioni Comunali in tutti questi anni, con il riscontro di realtà deliberative trasparenti ed evidenti e mai di una volontà che in qualche modo potesse offendere il sentimento religioso, del quale pure, come sa, non siamo personalmente privi, e tantomeno la storia della Comunità
ecclesiale che riteniamo abbia nobilitato e nobiliti la storia della Comunità cittadina.

Comprenderà anche, Eccellenza, che mai, nonostante le pubbliche sedute del Consiglio Comunale e la pubblica evidenza delle delibere di Giunta, gli unici luoghi e i mezzi con cui la politica decide, si sia levata in quegli anni una voce contraria alle destinazioni e alle finalità che si sono intese dare all'immobile di proprietà comunale "Chiesa di S. Antuono" e che grandissima amarezza provoca in me la sensazione netta che piuttosto che un reale coinvolgimento interiore o civico per la questione vi sia, da parte di taluni, l'interesse a creare una giornalisticamente e politicamente senz'altro sapida polemica tra la Chiesa Tranese ed il suo Capo e l'Amministrazione e il Sindaco della Città, polemica insussistente e per me assolutamente sorprendente se solo ci si riferisce non solo al clima di serena e proficua vicinanza e collaborazione di tutti questi anni ma anche soltanto alla circostanza che nella mia brevissima presenza alla cerimonia dell'inaugurazione del ristorante in questione incontrai quivi il parroco che impartì la rituale Benedizione.»

Giuseppe Tarantini
Sindaco di Trani
  • Mons. Pichierri
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