Eventi e cultura
Scomparso lo scrittore Raffaele La Capria: la Rai lo ricorda nel docufilm di Fabrizio Corallo
"Napoli signora": una conversazione a due con Renzo Arbore intorno alla città partenopea trasmessa nel pomeriggio da Raitre e stasera da Rai Storia
Trani - lunedì 27 giugno 2022
12.40
Andrà in onda, alle 16 su Rai3 e alle 22 su Rai Storia, "Napoli signora", il documentario che il regista tranese Fabrizio Corallo dedicò alla città partenopea attraverso gli occhi e i ricordi di due figli illustri - uno di nascita, l'altro di adozione - che egli stesso fece incontrare: Raffaele La Capria, morto la notte scorsa all'età di quasi cent'anni, e Renzo Arbore.
L'idea del regista tranese fu quella di far conoscere questi due esponenti della cultura italiana - ognuno a proprio modo, cui era legato da un rapporto di amicizia- intorno al loro comune amore per la città di Napoli.
Corallo propose a Rai Storia di filmare nello studio di Renzo Arbore, sopra la sua abitazione, una conversazione tra i due intorno alla Città da loro tanto amata: il risultato fu un dialogo spontaneo e costruttivo che ripercorre i momenti salienti della città dal dopoguerra sino ad oggi e un prodotto televisivo di grande pregio che fu presentato al prestigioso Prix Italia di Torino e trasmesso su RAI storia a fine settembre 2014.
"Il mio è stato un grande privilegio", ci dice Corallo, con non poca commozione, alla notizia della sua scomparsa: "potergli dare del tu, all'inizio con un grande timore reverenziale ma con un rispetto che non si è mai sopito, era quasi la tangibilità di un rapporto di familiarità, vicinanza, affetto che mi ha legato a lui ma anche a sua figlia Alexandra, grazie alla quale andrai a intervistarlo la prima volta."
Corallo lo ricorda come "un gran signore napoletano d'altri tempi" ma allo stesso tempo, pur avanzando negli anni, proiettato al futuro, ai problemi sociali, e anche prestato sempre con grande disponibilità ai giovani scrittori che spesso incontrava nel suo studio e che lo consideravano un maestro "non solo per i valori professionali dei suoi scritti, ma anche per la sua profonda umanità e sensibilità".
Raffaele La Capria non era soltanto un grande scrittore e sceneggiatore della generazione dei grandi scrittori del novecento che si prestavano al glorioso cinema italiano, ma uno degli ultimi veri autentici intellettuali del nostro paese.
La sua scrittura ha infatti intrecciato la letteratura, della quale fu uno straordinario innovatore con quel "Ferito a morte" che gli valse non solo il Premio Strega nel 1961 e una notorietà internazionale grazie alla traduzione in più lingue; ma anche la televisione ( è stato autore di numerosi programmi della Rai d'altri tempi); e appunto, il cinema, per il quale è d'obbligo almeno citare la sceneggiatura di quel "Le mani sulla città " che per la regia di Francesco Rosi vinse il Leone d'Oro a Venezia, apice di un sodalizio col regista che realizzò risultati straordinari. E' non è da dimenticare la sua lunga e bellissima storia d'amore con l'attrice Ilaria Occhini, mancata tre anni e mezzo fa e della quale disse: "E' stata lei il premio più bello della mia vita".
Insignito nel 2001 del Campiello alla carriera oltre una serie di altri premi prestigiosi, La Capria , da grande narratore, è stato anche uno dei più efficaci traduttori di capolavori stranieri, in particolare del teatro, per opere di Sartre, Cocteau, Eliot, Orwell , per citarne alcuni; ma non va dimenticato il periodo alla direzione della storica rivista letteraria "Nuovi argomenti".
L'idea del regista tranese fu quella di far conoscere questi due esponenti della cultura italiana - ognuno a proprio modo, cui era legato da un rapporto di amicizia- intorno al loro comune amore per la città di Napoli.
Corallo propose a Rai Storia di filmare nello studio di Renzo Arbore, sopra la sua abitazione, una conversazione tra i due intorno alla Città da loro tanto amata: il risultato fu un dialogo spontaneo e costruttivo che ripercorre i momenti salienti della città dal dopoguerra sino ad oggi e un prodotto televisivo di grande pregio che fu presentato al prestigioso Prix Italia di Torino e trasmesso su RAI storia a fine settembre 2014.
"Il mio è stato un grande privilegio", ci dice Corallo, con non poca commozione, alla notizia della sua scomparsa: "potergli dare del tu, all'inizio con un grande timore reverenziale ma con un rispetto che non si è mai sopito, era quasi la tangibilità di un rapporto di familiarità, vicinanza, affetto che mi ha legato a lui ma anche a sua figlia Alexandra, grazie alla quale andrai a intervistarlo la prima volta."
Corallo lo ricorda come "un gran signore napoletano d'altri tempi" ma allo stesso tempo, pur avanzando negli anni, proiettato al futuro, ai problemi sociali, e anche prestato sempre con grande disponibilità ai giovani scrittori che spesso incontrava nel suo studio e che lo consideravano un maestro "non solo per i valori professionali dei suoi scritti, ma anche per la sua profonda umanità e sensibilità".
Raffaele La Capria non era soltanto un grande scrittore e sceneggiatore della generazione dei grandi scrittori del novecento che si prestavano al glorioso cinema italiano, ma uno degli ultimi veri autentici intellettuali del nostro paese.
La sua scrittura ha infatti intrecciato la letteratura, della quale fu uno straordinario innovatore con quel "Ferito a morte" che gli valse non solo il Premio Strega nel 1961 e una notorietà internazionale grazie alla traduzione in più lingue; ma anche la televisione ( è stato autore di numerosi programmi della Rai d'altri tempi); e appunto, il cinema, per il quale è d'obbligo almeno citare la sceneggiatura di quel "Le mani sulla città " che per la regia di Francesco Rosi vinse il Leone d'Oro a Venezia, apice di un sodalizio col regista che realizzò risultati straordinari. E' non è da dimenticare la sua lunga e bellissima storia d'amore con l'attrice Ilaria Occhini, mancata tre anni e mezzo fa e della quale disse: "E' stata lei il premio più bello della mia vita".
Insignito nel 2001 del Campiello alla carriera oltre una serie di altri premi prestigiosi, La Capria , da grande narratore, è stato anche uno dei più efficaci traduttori di capolavori stranieri, in particolare del teatro, per opere di Sartre, Cocteau, Eliot, Orwell , per citarne alcuni; ma non va dimenticato il periodo alla direzione della storica rivista letteraria "Nuovi argomenti".