Attualità
Scuole e riscaldamento, tra “toppe” e genitori furiosi
Il punto della situazione dopo aver ascoltato i diretti interessati
Trani - lunedì 18 dicembre 2017
Dopo l'articolo di sabato pubblicato da Traniviva, che ha fatto il punto della situazione sul nodo riscaldamento in alcune scuole tranesi, si è molto discusso, tra genitori e giovani studenti, sul perché si fosse arrivati fino a questo punto, a metà dicembre, per accorgersi che il riscaldamento di quelle strutture avrebbe dato problemi.
Tra "mani fredde" degli alunni e parziali giustificazioni per il fatto che i guai agli impianti si siano presentati, in alcuni casi, solo dopo le ricognizioni di rito, il fatto oggettivo è che due scuole in particolare sono al freddo. Nonostante i "cervelli" dell'amministrazione si moltiplichino, tra deleghe e addetti ai lavori, i nodi vengono ancora al pettine ed i disagi restano immutati.
Abbiamo cercato di saperne di più, in particolare per "sostenere" l'anello debole di questa vicenda: gli alunni ed i loro genitori, per non parlare anche del personale docente e non docente. Abbiamo avvicinato una fonte di Palazzo, che ci ha riferito che, cominciando da una delle scuole coinvolte dal problema, la Fabiano, si starebbe per procedere con un'opzione "tampone": si starebbe pensando infatti a provvedere alla sostituzione dei termoconvettori (una sorta di grandi climatizzatori posti ad altezza pavimento) stanziando la somma di 15.000 euro. Una "toppa" che risolverebbe solo parzialmente il problema, in quanto non si andrebbe però ad intervenire alla radice: l'impianto della caldaia. La nostra fonte ci suggerisce un'immagine paradossale per farci capire cosa succederebbe: "E' come se a casa nostra non funzionassero riscaldamento e acqua calda e per avere almeno l'acqua calda, andassimo a cambiare solo il rubinetto e/o adottassimo uno di quei termoventilatori cinesi da portarci dal bagno al salotto, dalla cucina alla camera da letto. Il problema è che si dovrebbe cambiare la caldaia".
Stessa situazione alla "Papa Giovanni" ( il nostro interlocutore è disposto a parlare solo dietro la garanzia dell'anonimato): "Sono stati finanziati lavori per 40.000 euro per convertire la caldaia da gasolio a metano, ma ci risulta che ci siano una serie di problematiche e difetti, sempre legati all'impianto di riscaldamento, che ammonterebbero ad almeno 60,000 euro. Il rischio è che prima o poi i problemi si ripresentino, oggi o domani, in questo o nel prossimo anno scolastico".
Inutile dire che tra defezioni di alunni e/o giovani studenti infreddoliti, specie nelle scuole citate, i genitori abbiano il classico diavolo per capello. Uno di loro ci chiede di far sapere all'amministrazione: "Ringraziassero che ci sono le recite e le relative prove e non vogliamo infliggere una privazione ai bambini, non vogliamo togliere loro la gioia di questa esperienza, se no li avremmo tenuti a casa da un pezzo". Il rischio di non poter far godere a molti dei nostri ragazzi del diritto all'istruzione per problemi strutturali e per interventi tardivi resta alto: "Sabato e domenica sono state giornate gelide- ci dice la mamma di uno studente- non immaginiamo che freddo troveranno i bambini lunedi (oggi per chi legge, nda)".
L'ultima dichiarazione che raccogliamo è un inno al pessimismo sulle capacità dell'amministrazione d'intervenire ed al malcontento: "Se dopo le festività la situazione non migliorerà e troveremo ancora termosifoni freddi, non manderemo a scuola i nostri figli".
Tra "mani fredde" degli alunni e parziali giustificazioni per il fatto che i guai agli impianti si siano presentati, in alcuni casi, solo dopo le ricognizioni di rito, il fatto oggettivo è che due scuole in particolare sono al freddo. Nonostante i "cervelli" dell'amministrazione si moltiplichino, tra deleghe e addetti ai lavori, i nodi vengono ancora al pettine ed i disagi restano immutati.
Abbiamo cercato di saperne di più, in particolare per "sostenere" l'anello debole di questa vicenda: gli alunni ed i loro genitori, per non parlare anche del personale docente e non docente. Abbiamo avvicinato una fonte di Palazzo, che ci ha riferito che, cominciando da una delle scuole coinvolte dal problema, la Fabiano, si starebbe per procedere con un'opzione "tampone": si starebbe pensando infatti a provvedere alla sostituzione dei termoconvettori (una sorta di grandi climatizzatori posti ad altezza pavimento) stanziando la somma di 15.000 euro. Una "toppa" che risolverebbe solo parzialmente il problema, in quanto non si andrebbe però ad intervenire alla radice: l'impianto della caldaia. La nostra fonte ci suggerisce un'immagine paradossale per farci capire cosa succederebbe: "E' come se a casa nostra non funzionassero riscaldamento e acqua calda e per avere almeno l'acqua calda, andassimo a cambiare solo il rubinetto e/o adottassimo uno di quei termoventilatori cinesi da portarci dal bagno al salotto, dalla cucina alla camera da letto. Il problema è che si dovrebbe cambiare la caldaia".
Stessa situazione alla "Papa Giovanni" ( il nostro interlocutore è disposto a parlare solo dietro la garanzia dell'anonimato): "Sono stati finanziati lavori per 40.000 euro per convertire la caldaia da gasolio a metano, ma ci risulta che ci siano una serie di problematiche e difetti, sempre legati all'impianto di riscaldamento, che ammonterebbero ad almeno 60,000 euro. Il rischio è che prima o poi i problemi si ripresentino, oggi o domani, in questo o nel prossimo anno scolastico".
Inutile dire che tra defezioni di alunni e/o giovani studenti infreddoliti, specie nelle scuole citate, i genitori abbiano il classico diavolo per capello. Uno di loro ci chiede di far sapere all'amministrazione: "Ringraziassero che ci sono le recite e le relative prove e non vogliamo infliggere una privazione ai bambini, non vogliamo togliere loro la gioia di questa esperienza, se no li avremmo tenuti a casa da un pezzo". Il rischio di non poter far godere a molti dei nostri ragazzi del diritto all'istruzione per problemi strutturali e per interventi tardivi resta alto: "Sabato e domenica sono state giornate gelide- ci dice la mamma di uno studente- non immaginiamo che freddo troveranno i bambini lunedi (oggi per chi legge, nda)".
L'ultima dichiarazione che raccogliamo è un inno al pessimismo sulle capacità dell'amministrazione d'intervenire ed al malcontento: "Se dopo le festività la situazione non migliorerà e troveremo ancora termosifoni freddi, non manderemo a scuola i nostri figli".