Vita di città
Sicurezza del Tribunale nelle mani delle forze dell’ordine: Les-Ugl è contraria
Biancolillo: «Si rischia di penalizzare il controllo in città»
Trani - sabato 2 luglio 2016
Comunicato Stampa
«Ho appreso che, a partire da oggi, la vigilanza del Tribunale di Trani e di tutte le altre sedi giudiziarie, non sarà più a cura dell'Istituto di Vigilanza che, sino a ieri, aveva garantito tale servizio. Il tutto, da questo momento, è di competenza delle Forze dell'Ordine. Con questa decisione, a mio avviso, si rischia di penalizzare ulteriormente il controllo del territorio in Città». Ad affermarlo è il segretario regionale del sindacato di Polizia LES (Libertà e Sicurezza), la nuova voce dell'UGL nella Polizia di Stato, Claudio Biancolillo, che prosegue: «E' necessario far cessare sul nascere questa idea, prima che si trasformi in un impegno durevole nel tempo. Impegno che, a causa dell'organico a disposizione, non adeguato rispetto alle esigenze locali per ciò che concerne il controllo del territorio, non è pensabile poter assicurare».
«L'istituto di vigilanza - spiega il sindacalista - sembrerebbe essere stato estromesso dai controlli all'ingresso del Palazzo di Giustizia e delle altre sedi giudiziarie con l'obiettivo di ottenere un risparmio dal punto di vista economico. Ancora una volta, quindi, quando si tratta di dover risparmiare, si agisce con i tagli alla sicurezza». Biancolillo evidenzia nel suo intervento che «non si può, in primo luogo, non ribadire il disposto della legge che definisce come obiettivi sensibili affidati alla vigilanza delle guardie giurate (qualora non vi provvedano direttamente le Forze dell'Ordine) quei siti dove l'accesso sia subordinato al controllo con macchinari radiogeni o rilevatori di metalli o all'identificazione personale, come quindi i Tribunali e gli uffici giudiziari in genere. E non si può non ringraziare chi, sino a ieri, ha garantito in maniera ineccepibile il controllo delle stesse sedi giudiziarie».
«La sicurezza interna agli edifici - aggiunge Biancolillo - è normalmente affidata ai Carabinieri, con due sole eccezioni che sono stabilite dalle disposizione di un Regio Decreto che non sono mai state cambiate e sono quindi rimaste valide nel tempo. Si tratta dei Palazzi di Giustizia di Roma e Napoli, dove la sicurezza interna è svolta da uomini della Polizia Penitenziaria».
«Non volendo far polemiche - incalza il sindacalista - e volendo offrire anche una soluzione, ritengo sia il caso che il Governo o il Ministro della Giustizia, intervengano affinché si disciplini in ambito nazionale ciò che già si applica a Roma e Napoli: destinare tale compito esclusivamente alla Polizia Penitenziaria con un ruolo unico di competenza e responsabilità».
«E' noto - spiega Biancolillo - che le sedi giudiziarie dipendono dal Ministero della Giustizia così come il personale di Polizia Penitenziaria che vigila, inoltre, la sede dello stesso ministero».
«Tali competenze - conclude Biancolillo -comporterebbero vantaggi non solo per ciò che riguarda la sicurezza ma anche per lo stesso personale della Polizia Penitenziaria. Questi, infatti, eserciterebbero un ulteriore e più completo controllo, dato che i tribunali sono sedi dove si espletano processi per i detenuti che vengono accompagnati dai nuclei traduzioni e sorvegliati da piantonamenti della Polizia Penitenziaria. Non solo quindi il compito di vigilare il detenuto, compito istituzionale già previsto per legge, ma anche quello ulteriore di rafforzare la sicurezza, non solo interna ma anche esterna dei Tribunali, al solo scopo di aumentare il livello di sicurezza per se stessi e per la collettività».
«L'istituto di vigilanza - spiega il sindacalista - sembrerebbe essere stato estromesso dai controlli all'ingresso del Palazzo di Giustizia e delle altre sedi giudiziarie con l'obiettivo di ottenere un risparmio dal punto di vista economico. Ancora una volta, quindi, quando si tratta di dover risparmiare, si agisce con i tagli alla sicurezza». Biancolillo evidenzia nel suo intervento che «non si può, in primo luogo, non ribadire il disposto della legge che definisce come obiettivi sensibili affidati alla vigilanza delle guardie giurate (qualora non vi provvedano direttamente le Forze dell'Ordine) quei siti dove l'accesso sia subordinato al controllo con macchinari radiogeni o rilevatori di metalli o all'identificazione personale, come quindi i Tribunali e gli uffici giudiziari in genere. E non si può non ringraziare chi, sino a ieri, ha garantito in maniera ineccepibile il controllo delle stesse sedi giudiziarie».
«La sicurezza interna agli edifici - aggiunge Biancolillo - è normalmente affidata ai Carabinieri, con due sole eccezioni che sono stabilite dalle disposizione di un Regio Decreto che non sono mai state cambiate e sono quindi rimaste valide nel tempo. Si tratta dei Palazzi di Giustizia di Roma e Napoli, dove la sicurezza interna è svolta da uomini della Polizia Penitenziaria».
«Non volendo far polemiche - incalza il sindacalista - e volendo offrire anche una soluzione, ritengo sia il caso che il Governo o il Ministro della Giustizia, intervengano affinché si disciplini in ambito nazionale ciò che già si applica a Roma e Napoli: destinare tale compito esclusivamente alla Polizia Penitenziaria con un ruolo unico di competenza e responsabilità».
«E' noto - spiega Biancolillo - che le sedi giudiziarie dipendono dal Ministero della Giustizia così come il personale di Polizia Penitenziaria che vigila, inoltre, la sede dello stesso ministero».
«Tali competenze - conclude Biancolillo -comporterebbero vantaggi non solo per ciò che riguarda la sicurezza ma anche per lo stesso personale della Polizia Penitenziaria. Questi, infatti, eserciterebbero un ulteriore e più completo controllo, dato che i tribunali sono sedi dove si espletano processi per i detenuti che vengono accompagnati dai nuclei traduzioni e sorvegliati da piantonamenti della Polizia Penitenziaria. Non solo quindi il compito di vigilare il detenuto, compito istituzionale già previsto per legge, ma anche quello ulteriore di rafforzare la sicurezza, non solo interna ma anche esterna dei Tribunali, al solo scopo di aumentare il livello di sicurezza per se stessi e per la collettività».