Politica
Sindacati militari, Piarulli (M5s): «Mio disegno di legge per un diritto sacrosanto»
La proposta della senatrice pentastellata
Trani - mercoledì 11 novembre 2020
10.37
«Anche i militari, sebbene con decenni di ritardo, dovranno avere dei sindacati che tutelino efficacemente i loro diritti sociali e civili». Così la senatrice Bruna Piarulli, del Movimento cinque stelle, di cui oggi sarà esaminato in Commissione difesa il disegno di legge, a sua firma, inerente la sindacalizzazione delle forze armate. Obiettivo, «disporre che la libertà sindacale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare sia del tutto assimilabile a quella degli appartenenti alla Polizia di Stato».
All'origine di tale proposta, quanto già previsto dall'articolo 82 della legge n. 121 del 1981 (legge di riforma della Polizia di Stato), nonché dall'articolo 19 della legge n. 395 del 1990 (ordinamento del Corpo della polizia penitenziaria), in cui si dà atto del fatto che i sindacati tutelino gli interessi della categoria, «senza interferire nella direzione dei servizi o nei compiti operativi».
Vi è poi la storica sentenza della Corte costituzionale, la n. 120 dell'11 aprile 2018, secondo cui «i militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge, mentre non possono aderire ad altre associazioni sindacali».
Secondo quanto spiega la parlamentare, «questa mia proposta è volta ad estendere a tutto il personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare i diritti sindacali già riconosciuti alla Polizia di Stato e alla Polizia penitenziaria, lasciando al giudice ordinario la giurisdizione per condotte antisindacali».
Un disegno di legge che nasce da una consolidata esperienza sul campo, giacché la dottoressa Piarulli, in quanto direttore di carcere, e dunque a capo della Polizia Penitenziaria e titolare dei tavoli sindacali, può dare atto del fatto «che l'esercizio dei diritti sindacali si affievolisca dinanzi a situazioni preminenti di interesse pubblico».
Peraltro, a garanzia della piena rappresentatività delle istituende organizzazioni sindacali militari, nel disegno di legge della senatrice Piarulli viene stabilito «che le forze sindacali siano considerate rappresentative a livello nazionale quando raggiungano un numero di iscritti almeno pari al 4 per cento della forza sindacalizzata complessiva della Forza armata o della Forza di polizia ad ordinamento militare».
Con l'odierna discussione in commissione la parlamentare avverte l'esigenza di non tradire il dettato costituzionale: «Dall'inizio di questa legislatura mi sono battuta strenuamente affinché venisse licenziata la migliore legge possibile sulla rappresentanza militare – ricorda Piarulli -, una legge che riconosca finalmente reali diritti sindacali alle donne e agli uomini in divisa. La presenza dei sindacati ritengo sia fondamentale affinché possa instaurarsi una dialettica costruttiva tesa a rendere più efficiente e trasparente l'attività delle forze armate. Si tratta di uno strumento rilevante, riconoscendo anche solo poteri consultivi in determinate materie, ma certamente teso alla crescita delle stesse».
All'origine di tale proposta, quanto già previsto dall'articolo 82 della legge n. 121 del 1981 (legge di riforma della Polizia di Stato), nonché dall'articolo 19 della legge n. 395 del 1990 (ordinamento del Corpo della polizia penitenziaria), in cui si dà atto del fatto che i sindacati tutelino gli interessi della categoria, «senza interferire nella direzione dei servizi o nei compiti operativi».
Vi è poi la storica sentenza della Corte costituzionale, la n. 120 dell'11 aprile 2018, secondo cui «i militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge, mentre non possono aderire ad altre associazioni sindacali».
Secondo quanto spiega la parlamentare, «questa mia proposta è volta ad estendere a tutto il personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare i diritti sindacali già riconosciuti alla Polizia di Stato e alla Polizia penitenziaria, lasciando al giudice ordinario la giurisdizione per condotte antisindacali».
Un disegno di legge che nasce da una consolidata esperienza sul campo, giacché la dottoressa Piarulli, in quanto direttore di carcere, e dunque a capo della Polizia Penitenziaria e titolare dei tavoli sindacali, può dare atto del fatto «che l'esercizio dei diritti sindacali si affievolisca dinanzi a situazioni preminenti di interesse pubblico».
Peraltro, a garanzia della piena rappresentatività delle istituende organizzazioni sindacali militari, nel disegno di legge della senatrice Piarulli viene stabilito «che le forze sindacali siano considerate rappresentative a livello nazionale quando raggiungano un numero di iscritti almeno pari al 4 per cento della forza sindacalizzata complessiva della Forza armata o della Forza di polizia ad ordinamento militare».
Con l'odierna discussione in commissione la parlamentare avverte l'esigenza di non tradire il dettato costituzionale: «Dall'inizio di questa legislatura mi sono battuta strenuamente affinché venisse licenziata la migliore legge possibile sulla rappresentanza militare – ricorda Piarulli -, una legge che riconosca finalmente reali diritti sindacali alle donne e agli uomini in divisa. La presenza dei sindacati ritengo sia fondamentale affinché possa instaurarsi una dialettica costruttiva tesa a rendere più efficiente e trasparente l'attività delle forze armate. Si tratta di uno strumento rilevante, riconoscendo anche solo poteri consultivi in determinate materie, ma certamente teso alla crescita delle stesse».