Cronaca
"Sistema Trani", fu Musci a chiedere la presunta tangente
Chiesti 5-10mila al presidente della Vigilanza Notturna
Trani - domenica 21 dicembre 2014
12.39
La presunta tangente chiesta al presidente della Cooperativa Vigilanza Notturna Tranese, Vincenzo Giachetti, per la gara d'appalto sulla vigilanza degli immobili urbani è uno dei capisaldi dell'indagine della Procura di Trani sul cosiddetto sistema che avrebbe caratterizzato alcune vicende della gestione della cosa pubblica. La ricostruzione dell'episodio fatta da Digos e pm Michele Ruggiero si basa anche sulle dichiarazioni della moglie di Giachetti, Carmela Caffarella, che lavora proprio in Procura.
Interrogata disse: «Era fine agosto, primi di settembre 2013 quando di ritorno a casa da lavoro, vidi mio marito Vincenzo letteralmente sconvolto. Gli chiesi le ragioni del suo stato d'animo e lui mi raccontò che quella mattina era stato chiamato dall'avvocato Maurzio Musci, consigliere comunale di Trani, che lo invitava a recarsi presso il suo studio. Musci facendo riferimento alla gara d'appalto in questione, gli disse una frase di questo tenore: "Enzo ti devo dire che per quella gara d'appalto dell'affidamento della vigilanza stanno foraggiando altre due ditte. Così dicendo alludeva al fatto che le aspiranti ditte stavano pagando tangenti all'amministrazione comunale per conseguire l'aggiudicazione di quell'appalto.
Ad ogni modo, poiché voleva prendere tempo, anche in ragione del fatto che quanto gli veniva richiesto era assolutamente contrario ai suoi principi e valori ed al suo modo di operare, chiese al consigliere a quanto ammontasse la somma da dare come "foraggio". Mio marito stesso chiese se si trattava di 5mila o 10mila euro ed al più disse che avrebbe potuto, al limite, proporre all'amministrazione della Cooperativa di dare lavoro a qualche padre di famiglia realmente bisognoso; non altro. Muscì – aggiunse la Caffarella nella sua versione messa a verbale – avrebbe detto che "purtroppo quello era il sistema"».
Interrogata disse: «Era fine agosto, primi di settembre 2013 quando di ritorno a casa da lavoro, vidi mio marito Vincenzo letteralmente sconvolto. Gli chiesi le ragioni del suo stato d'animo e lui mi raccontò che quella mattina era stato chiamato dall'avvocato Maurzio Musci, consigliere comunale di Trani, che lo invitava a recarsi presso il suo studio. Musci facendo riferimento alla gara d'appalto in questione, gli disse una frase di questo tenore: "Enzo ti devo dire che per quella gara d'appalto dell'affidamento della vigilanza stanno foraggiando altre due ditte. Così dicendo alludeva al fatto che le aspiranti ditte stavano pagando tangenti all'amministrazione comunale per conseguire l'aggiudicazione di quell'appalto.
Ad ogni modo, poiché voleva prendere tempo, anche in ragione del fatto che quanto gli veniva richiesto era assolutamente contrario ai suoi principi e valori ed al suo modo di operare, chiese al consigliere a quanto ammontasse la somma da dare come "foraggio". Mio marito stesso chiese se si trattava di 5mila o 10mila euro ed al più disse che avrebbe potuto, al limite, proporre all'amministrazione della Cooperativa di dare lavoro a qualche padre di famiglia realmente bisognoso; non altro. Muscì – aggiunse la Caffarella nella sua versione messa a verbale – avrebbe detto che "purtroppo quello era il sistema"».