Vita di città
«Sono nato da "mamma strada"»: a Trani Francesco Moriero ha presentato la sua biografia
Il campione nerazzurro si è raccontato all'Inter club cittadino
Trani - sabato 15 giugno 2019
«Sono nato da "mamma strada" e quelli che hanno scelto la strada sbagliata, paradossalmente, mi hanno aiutato a crescere proseguendo su quella corretta». Così Francesco Moriero, presentando a Trani nella sede dell'Inter club Javier Zanetti 4ever, la sua autobiografia, scritta a quattro mani da Luca Carmignani e Luca Tronchetti (anch'essi presenti) dal titolo «Kekko, passa la palla», edito da Dbs. La frase che dà il nome al libro fu urlata da Gigi Simoni, storico allenatore dell'Inter 97-98, durante la partita di Piacenza, in cui Moriero sembrava intestardirsi nelle giocate individuali: proprio quando era pronta la sua sostituzione, il fantasista leccese dribblò tutti e si inventò un gol pazzesco, frutto di estro e classe cristallina.
«Gigi Simoni e Carlo Mazzone sono stati i miei secondi padri», ha ammesso Moriero rievocando la sua carriera e, soprattutto, l'esordio a sorpresa con la maglia del Lecce, contro la Juventus, per volere proprio di Mazzone che lo convocò in tutta fretta e gli anticipò in ascensore che sarebbe partito titolare. Poi la firma per il Milan, ma il passaggio all'Inter dopo venti giorni: «Mi convinse Sandro Mazzola - racconta Checco -, e sono certo del fatto che scelsi veramente bene, perché ho avuto la fortuna di giocare con alcuni grandissimi campioni, da Ronaldo a Baggio, da Vieri a Recoba, Da Zamorano a Simeone, ed ebbi la fortuna di entrare in una squadra, l'Inter, che presto diventa la tua famiglia. Non è un caso che la stessa cosa la dicano proprio Zamorano, Simeone, Milito, Bergomi, Mourinho e Zanetti».
E proprio a quest'ultimo, il «capitano», Moriero deve la sua affermazione in nerazzurro: «Quando arrivai all'Inter pensavo fossi chiuso da lui, che occupava la fascia destra, ed invece Zanetti mi vide e disse: "Questo qui è veramente forte, sono io che me ne vado a sinistra"».
Francesco Moriero è stato un talento puro di una Lecce che, prima di lui, aveva espresso il "mundial" Franco Causio e, insieme con lui, portò in Nazionale anche Antonio Conte: «Per me è un autentico fratello - risponde l'ex ala a chi gli chiede su Conte all'Inter - e farà non bene, ma benissimo, perché è un altro che, come me, viene dalla strada e ha fatto sacrifici immani per arrivare dove è arrivato. Un ragazzo che, per due volte, si frattura la tibia e altrettante volte ritorna in campo più forte di prima è chiaro che sarebbe stato, poi, anche un grande allenatore con fame di vittorie. Conte, a breve, sarà un altro che parlerà dell'Inter come una grande famiglia».
Infine la risposta al piccolo Mattia, che gli chiede un consiglio sulla sua futura carriera di calciatore: «Non ci rinunciare per alcun motivo - risponde il neo allenatore della Cavese -. Coltivate i vostri sogni e, soprattutto, ricominciamo a fare divertire la gente, facendo ritornare il calcio spensierato come una volta». Francesco Moriero è stato il primo ex giocatore nerazzurro ospite dell'Inter club di Trani, che in soli tre anni di attività continua a crescere senza mai fare un passo più lungo della gamba. L'omaggio finale per lui è arrivato attraverso una targa con dedica dei fratelli Galeno, affermati scultori di pietra di Trani.
«Gigi Simoni e Carlo Mazzone sono stati i miei secondi padri», ha ammesso Moriero rievocando la sua carriera e, soprattutto, l'esordio a sorpresa con la maglia del Lecce, contro la Juventus, per volere proprio di Mazzone che lo convocò in tutta fretta e gli anticipò in ascensore che sarebbe partito titolare. Poi la firma per il Milan, ma il passaggio all'Inter dopo venti giorni: «Mi convinse Sandro Mazzola - racconta Checco -, e sono certo del fatto che scelsi veramente bene, perché ho avuto la fortuna di giocare con alcuni grandissimi campioni, da Ronaldo a Baggio, da Vieri a Recoba, Da Zamorano a Simeone, ed ebbi la fortuna di entrare in una squadra, l'Inter, che presto diventa la tua famiglia. Non è un caso che la stessa cosa la dicano proprio Zamorano, Simeone, Milito, Bergomi, Mourinho e Zanetti».
E proprio a quest'ultimo, il «capitano», Moriero deve la sua affermazione in nerazzurro: «Quando arrivai all'Inter pensavo fossi chiuso da lui, che occupava la fascia destra, ed invece Zanetti mi vide e disse: "Questo qui è veramente forte, sono io che me ne vado a sinistra"».
Francesco Moriero è stato un talento puro di una Lecce che, prima di lui, aveva espresso il "mundial" Franco Causio e, insieme con lui, portò in Nazionale anche Antonio Conte: «Per me è un autentico fratello - risponde l'ex ala a chi gli chiede su Conte all'Inter - e farà non bene, ma benissimo, perché è un altro che, come me, viene dalla strada e ha fatto sacrifici immani per arrivare dove è arrivato. Un ragazzo che, per due volte, si frattura la tibia e altrettante volte ritorna in campo più forte di prima è chiaro che sarebbe stato, poi, anche un grande allenatore con fame di vittorie. Conte, a breve, sarà un altro che parlerà dell'Inter come una grande famiglia».
Infine la risposta al piccolo Mattia, che gli chiede un consiglio sulla sua futura carriera di calciatore: «Non ci rinunciare per alcun motivo - risponde il neo allenatore della Cavese -. Coltivate i vostri sogni e, soprattutto, ricominciamo a fare divertire la gente, facendo ritornare il calcio spensierato come una volta». Francesco Moriero è stato il primo ex giocatore nerazzurro ospite dell'Inter club di Trani, che in soli tre anni di attività continua a crescere senza mai fare un passo più lungo della gamba. L'omaggio finale per lui è arrivato attraverso una targa con dedica dei fratelli Galeno, affermati scultori di pietra di Trani.