Vita di città
Speciale "Estati tranesi", altri approfondimenti
I nomi degli indigati, altre dichiarazioni e alcune considerazioni
Trani - venerdì 22 febbraio 2008
La bufera giudiziaria (perché di questo si tratta) legata all'inchiesta sulle "Estati tranesi" ha avuto ampia eco, sui mezzi di informazione e nell'opinione pubblica cittadina. In queste ore piovono gli interventi, in particolare quelli dei consiglieri di opposizione dalla cui denuncia è scaturita l'inchiesta condotta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanzia e coordinata dal pm Antonio Savasta.
Per prima cosa ecco i nomi dei quindici indagati: l'attuale sindaco Giuseppe Tarantini, la giunta in sella nel 2005 (nelle persone degli assessori Mauro Scagliarini, Nicola Quinto, Sergio de Feudis, Ninni de Toma, Giuseppe Laricchia, Giovanni Cozzoli, Giacomo Ceci, Filomena Lorizzo), gli ex amministratori di Amet, Amiu e Agis (Alfonso Mangione, Claudio Squiccimarro e Sabino Antonino), Carlo Laurora (all'epoca presidente del Consiglio comunale, oggi direttore generale del Comune), Dino Marinaro (ieri e oggi consigliere comunale), la responsabile del FAI per il concerto di Muti. Ieri avevamo raccolto le prime dichiarazioni di alcune delle personalità politiche coinvolte, due interventi del sindaco Tarantini e dell'ex assessore alle Finanze Sergio de Feudis in risposta alle domande di Antonio Procacci, cronista di "Barisera". Il sindaco Tarantini ha anche rilasciato un'intervista a "La Gazzetta", al cronista Nico Aurora. Tarantini, sulle pagine del massimo quotidiano regionale, ha lasciato intendere che sarebbe pronto a chiedere, e subito, al pubblico ministero di essere interrogato. Fra le accuse mosse al sindaco Tarantini c'è quella relativa alle presunte minacce utilizzate nei confronti dei consiglieri delle municipalizzate per ottenere i fondi, necessari alla copertura del cartellone estivo. Tarantini ha risposto che «Questa accusa mi fa semplicemente sorridere».
Sorride poco invece il Procuratore della Repubblica, Nicola Barbera, che, sempre a "La Gazzetta" (la firma dell'articolo è di Antonello Norscia), spiega nei dettagli le dinamiche che hanno portato alla notifica dei provvedimenti. Barbera ha parlato di un «pactum sceleris tra Tarantini e gli ex presidenti di Amet ed Amiu». Il cronista Norscia spiega la citazione, espressione latina con cui i latini indicavano il patto associativo fra più persone finalizzato a commettere azioni delittuose. Il pm Antonio Savasta è andato oltre: «Abbiamo notificato l'avviso di conclusione delle indagini - ha detto il pm a "La Gazzetta" - perché vogliamo subito un processo, cioé il vaglio ed il giudizio del tribunale. Nel corso delle indagini non sono sussistite esigenze cautelari perché le persone informate dei fatti non hanno mostrato reticenza, anzi quasi disgutate sono venute a dichiarare ciò che non ce la facevano più a tenere».
Sia il Procuratore Barbera che il pm Savasta hanno sottolineato di «non voler creare martiri e di non voler disturbare la campagna elettorale per le politiche, ormai alle porte». Vero è, però, che la convocazione di una conferenza stampa per annunciare la conclusione delle indagini suona molto come "una durissima gogna mediatica" che rischia di pesare come un macigno sulla testa degli indagati prima ancora che essi abbiano la possibilità di difendersi dalle accuse. L'inchiesta è di vasta portata e di eminente interesse pubblico (si parla di azioni che avrebbero gonfiato a dismisura il debito comunale) ma i toni e le modalità con cui si è provveduto ad annunciare il tutto rischia di pesare su questa classe politica più di una condanna. Ed è su questo argomento che abbiamo attivato un nuovo sondaggio, disponibile nella apposita sezione dedicata.
Per prima cosa ecco i nomi dei quindici indagati: l'attuale sindaco Giuseppe Tarantini, la giunta in sella nel 2005 (nelle persone degli assessori Mauro Scagliarini, Nicola Quinto, Sergio de Feudis, Ninni de Toma, Giuseppe Laricchia, Giovanni Cozzoli, Giacomo Ceci, Filomena Lorizzo), gli ex amministratori di Amet, Amiu e Agis (Alfonso Mangione, Claudio Squiccimarro e Sabino Antonino), Carlo Laurora (all'epoca presidente del Consiglio comunale, oggi direttore generale del Comune), Dino Marinaro (ieri e oggi consigliere comunale), la responsabile del FAI per il concerto di Muti. Ieri avevamo raccolto le prime dichiarazioni di alcune delle personalità politiche coinvolte, due interventi del sindaco Tarantini e dell'ex assessore alle Finanze Sergio de Feudis in risposta alle domande di Antonio Procacci, cronista di "Barisera". Il sindaco Tarantini ha anche rilasciato un'intervista a "La Gazzetta", al cronista Nico Aurora. Tarantini, sulle pagine del massimo quotidiano regionale, ha lasciato intendere che sarebbe pronto a chiedere, e subito, al pubblico ministero di essere interrogato. Fra le accuse mosse al sindaco Tarantini c'è quella relativa alle presunte minacce utilizzate nei confronti dei consiglieri delle municipalizzate per ottenere i fondi, necessari alla copertura del cartellone estivo. Tarantini ha risposto che «Questa accusa mi fa semplicemente sorridere».
Sorride poco invece il Procuratore della Repubblica, Nicola Barbera, che, sempre a "La Gazzetta" (la firma dell'articolo è di Antonello Norscia), spiega nei dettagli le dinamiche che hanno portato alla notifica dei provvedimenti. Barbera ha parlato di un «pactum sceleris tra Tarantini e gli ex presidenti di Amet ed Amiu». Il cronista Norscia spiega la citazione, espressione latina con cui i latini indicavano il patto associativo fra più persone finalizzato a commettere azioni delittuose. Il pm Antonio Savasta è andato oltre: «Abbiamo notificato l'avviso di conclusione delle indagini - ha detto il pm a "La Gazzetta" - perché vogliamo subito un processo, cioé il vaglio ed il giudizio del tribunale. Nel corso delle indagini non sono sussistite esigenze cautelari perché le persone informate dei fatti non hanno mostrato reticenza, anzi quasi disgutate sono venute a dichiarare ciò che non ce la facevano più a tenere».
Sia il Procuratore Barbera che il pm Savasta hanno sottolineato di «non voler creare martiri e di non voler disturbare la campagna elettorale per le politiche, ormai alle porte». Vero è, però, che la convocazione di una conferenza stampa per annunciare la conclusione delle indagini suona molto come "una durissima gogna mediatica" che rischia di pesare come un macigno sulla testa degli indagati prima ancora che essi abbiano la possibilità di difendersi dalle accuse. L'inchiesta è di vasta portata e di eminente interesse pubblico (si parla di azioni che avrebbero gonfiato a dismisura il debito comunale) ma i toni e le modalità con cui si è provveduto ad annunciare il tutto rischia di pesare su questa classe politica più di una condanna. Ed è su questo argomento che abbiamo attivato un nuovo sondaggio, disponibile nella apposita sezione dedicata.