Scuola e Lavoro
Stop alla carne di cavallo: un putiferio
Unimpresa Bat scrive al Ministro Zaia
Trani - venerdì 15 gennaio 2010
Addio alla carne di cavallo a tavola. E' quanto potrebbe accadere se diventerà realtà una proposta di legge per vietare la macellazione degli equini. La proposta di legge, firmata dalla vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, Paola Frassinetti, ha trovato due sponsor eccellenti: il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e il ministro alle Politiche Agricole Luca Zaia.
Sull'argomento registriamo l'intervento di Unimpresa BAT: «Apprendiamo di una proposta di legge che vorrebbe abolire la macellazione della carne di cavallo ma non la vendita né il consumo. Invitiamo il Ministro Zaia a venire nella nostra provincia e assaporare bontà che egli nemmeno immagina, tutte a base di carne equina. E' curioso il fatto che si vorrebbe vietare la macellazione, lasciandone libera la possibilità di consumo e vendita. Che significa? Dovremmo invitare tutte le nostre macellerie equine a rifornirsi di carne, magari congelata e preconfezionata sottovuoto, proveniente dalle industrie del Nord che, magari, le importano dai Paesi Esteri?
Dov'è la politica a sostegno della qualità dei nostri prodotti freschi e del Sud Italia, ove maggiore è il consumo di tale prodotto? Caro Ministro, pensi al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano e lasci stare la carne di cavallo, animale a noi tutti tanto caro come i buoi e i capretti che tanto vi piacciono al Nord. Non susciti un'inutile rivoluzione perché qui da noi la gente stenta a campare. Toglieteci tutto... ma non la carne di cavallo».
La classifica italiana nel consumo della carne di cavallo vede al primo posto la Puglia, con il 32%; segue la Lombardia che è al 14,3%, il Piemonte al 10,8%, l'Emilia Romagna al 9,2%, il Veneto al 7,6% e il Lazio al 5,5%. In media ogni italiano consuma un chilogrammo all'anno di carne di cavallo, e la percentuale è in continuo calo.
Sull'argomento registriamo l'intervento di Unimpresa BAT: «Apprendiamo di una proposta di legge che vorrebbe abolire la macellazione della carne di cavallo ma non la vendita né il consumo. Invitiamo il Ministro Zaia a venire nella nostra provincia e assaporare bontà che egli nemmeno immagina, tutte a base di carne equina. E' curioso il fatto che si vorrebbe vietare la macellazione, lasciandone libera la possibilità di consumo e vendita. Che significa? Dovremmo invitare tutte le nostre macellerie equine a rifornirsi di carne, magari congelata e preconfezionata sottovuoto, proveniente dalle industrie del Nord che, magari, le importano dai Paesi Esteri?
Dov'è la politica a sostegno della qualità dei nostri prodotti freschi e del Sud Italia, ove maggiore è il consumo di tale prodotto? Caro Ministro, pensi al Parmigiano Reggiano e al Grana Padano e lasci stare la carne di cavallo, animale a noi tutti tanto caro come i buoi e i capretti che tanto vi piacciono al Nord. Non susciti un'inutile rivoluzione perché qui da noi la gente stenta a campare. Toglieteci tutto... ma non la carne di cavallo».
La classifica italiana nel consumo della carne di cavallo vede al primo posto la Puglia, con il 32%; segue la Lombardia che è al 14,3%, il Piemonte al 10,8%, l'Emilia Romagna al 9,2%, il Veneto al 7,6% e il Lazio al 5,5%. In media ogni italiano consuma un chilogrammo all'anno di carne di cavallo, e la percentuale è in continuo calo.