Vita di città

Strade chiuse e accessi negati, un'altra protesta

Stavolta tocca ai residenti di via Bassi, prolungamento di via Città di Milano

Strade chiuse e accessi negati, un'altra protesta. Stavolta a protestare per una chiusura «anomala» sono i residenti di via Bassi (o prolungamento di via Città di Milano). La denuncia riguarda un tratto di strada di via Bassi, sul retro di villa Laporta, ostruito da più di un mese con dei pannelli in lamiera che impediscono il passaggio, sia pedonale che veicolare.
La vicenda ha origine agli inizi di marzo. I residenti hanno constatato che alcuni operai di un'impresa di costruzione stavano chiudendo il passaggio con delle lamiere.

«Da informazioni assunte - spiegano i residenti di via Bassi - pare che tale iniziativa abbia il conforto di un'apposita autorizzazione, pur non essendoci una ragione giustificativa». I residenti sostengono che la chiusura abbia sottratto all'uso pubblico una strada di piano che da oltre un anno e mezzo era percorribile dai cittadini. «Oltre ai danni arrecati ai cittadini che beneficiavano di questa via di comunicazione - proseguono i residenti - di fatto è stato precluso anche l'accesso ad un altro cantiere edile di recente apertura. Non potendo condurre in loco i propri mezzi, l'impresa, per sopperire alle difficoltà di doversi muovere in strade private e anguste, ha utilizzato una gru edile per il trasporto del materiale dalla strada pubblica al cantiere, con intuibili pericoli per la pubblica incolumità».
I residenti hanno da subito scritto al comando di polizia municipale e al commissario prefettizio, ricevendo pochi giorni dopo una risposta del comandante di polizia municipale, Antonio Modugno. Nella lettera, il comandante annunciava sopralluoghi di accertamento e verifica delle opere in corso e di aver comunicato il caso all'autorità giudiziaria di Trani. «Tutto questo - dicono i residenti - il 9 marzo». Ad oggi però nulla è cambiato. E così i residenti sono tornati alla carica con un'altra lettera al commissario prefettizio nella quale si invoca «la revoca, in via di autotutela, degli eventuali permessi rilasciati per la chiusura del tratto di strada, anche perché, negli ultimi tempi, quel tratto così recintato è diventato un deposito di sacchi dell'immondizia».
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