Politica
Sul PUG il democristiano Triminì: "nel 2006 non fui ascoltato"
«Ingegneri ed architetti abbandonarono le consultazioni del PUG»
Trani - lunedì 1 settembre 2008
«Qualsivoglia chiarimento politico sulle vicende che sin qui hanno caratterizzato l'intero iter del Piano Urbanistico Generale passa attraverso la ricostruzione storica degli avvenimenti intercorsi dalla data di approvazione del DPP alla data di adozione del PUG. Non credo nella retorica come strumento di propaganda politica, ma con sacrificio ricordo la vigilia del 26 luglio 2006, quando in una riunione di maggioranza chiesi esplicitamente al Sindaco Tarantini di rinviare la seduta di Consiglio Comunale di un mese, rimuovere le illegittimità palesemente riscontrate, coinvolgere le opposizioni e di conseguenza adottare lo strumento urbanistico con una volontà unanime più ampia. Non fui ascoltato. Come dimenticare quel giorno, in cui ingegneri ed architetti abbandonarono le consultazioni del PUG perché qualificati "incompetenti" dall'assessore all'urbanistica rag. De Toma (sic), soltanto perché avevano insistentemente manifestato perplessità sulla nuova pianificazione generale perfettamente coincidenti con gli attuali rilievi della DGRP 1480, con la quale è stato bocciato lo strumento urbanistico generale, mortificando platealmente la città di Trani. La Regione sostanzialmente ha chiesto di ridurre la previsione programmatica (15 anni fino 2020) coerentemente al DPP da 6.500.000 mc a poco più di 1.100.000 mc. I restanti 5.400.000 mc non avranno alcun valore giuridico ed effettiva potenzialità perché devono far parte, come prevede la legge urbanistica, delle mere previsioni strategiche, liberandosi così anche di un insensato quanto illegittimo carico ICI. Inoltre è stato chiesto di recuperare il deficit pregresso standard in questa previsione programmatica (si tratta di oltre 100 ettari di aree a servizi mancanti) il che comporterà fatalmente una riduzione notevole degli indici di fabbricabilità in generale, ma soprattutto per i suoli posti all'interno del centro edificato, all'epoca non ceduti dagli stessi costruttori delle aree limitrofe (si tratta delle aree ben note). Infine la Regione ha chiesto che il PUG contenga anche il Piano dei Servizi, il Piano della Mobilità Urbana, il Piano Particolareggiato del Centro Storico, il Piano Commerciale e che le previsioni strutturali (quelle a lungo periodo) analizzino la centralità delle città d'arte, il rapporto tra la città ed il mare e la costa, il ruolo della città co-capoluogo di Provincia. Questo impegnativo aggiornamento ha evidentemente bisogno di un tempo assai più ampio dei 30 gg previsti per la conferenza di servizi. Peraltro l'aggiornamento prevederà scelte politiche assai significative che non possono essere prese scavalcando il Consiglio Comunale e senza la dovuta evidenza pubblica che consenta ai cittadini di fare osservazioni e ricorsi. Ma, soprattutto, bisogna in primo luogo valutare l'opportunità di affidarsi agli stessi responsabili di questo "fiasco", attesi anche gli incalcolabili danni procurati alla collettività che vanno dalle trattative contrattuali, sia private che pubbliche (suoli posti all'asta) avviate su una previsione data per certa, alla rivalutazione dei suoli edificabili che molti operatori hanno dovuto agganciare agli indici previsti dal PUG, alla imposta ICI da molti pagata su suoli che non ne saranno più assoggettati.
Senza parlare poi di quello che potrà capitare in conseguenza dell'esaurimento delle Misure di Salvaguardia, quando probabilmente inizierà un affondo incrociato di ricorsi al TAR per ottenere la tipizzazione dei suoli. Bene, tutto questo è e sarà solo responsabilità di chi, con arroganza e velleitarietà, ci sta trasferendo la sua abilità fallimentare. Trani non merita tutto questo: Il Sindaco tragga le dovute conseguenze e rimuova gli artefici di tanta disfatta. I tranesi già delusi dalla mancata attuazione del contratto di quartiere e termovalorizzatore non possono sopportare ulteriori divagazioni, improvvisazioni e pressapochismo. Anche loro, come me, hanno bisogno di certezze per il futuro di questa città.»
Domenico Triminì
Capogruppo Consiliare Democrazia Cristiana
Senza parlare poi di quello che potrà capitare in conseguenza dell'esaurimento delle Misure di Salvaguardia, quando probabilmente inizierà un affondo incrociato di ricorsi al TAR per ottenere la tipizzazione dei suoli. Bene, tutto questo è e sarà solo responsabilità di chi, con arroganza e velleitarietà, ci sta trasferendo la sua abilità fallimentare. Trani non merita tutto questo: Il Sindaco tragga le dovute conseguenze e rimuova gli artefici di tanta disfatta. I tranesi già delusi dalla mancata attuazione del contratto di quartiere e termovalorizzatore non possono sopportare ulteriori divagazioni, improvvisazioni e pressapochismo. Anche loro, come me, hanno bisogno di certezze per il futuro di questa città.»
Domenico Triminì
Capogruppo Consiliare Democrazia Cristiana