Enti locali

Tarantini, dura requisitoria nei confronti dei Revisori

Lo sfogo del sindaco in chiusura di lavori

Il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, ha chiuso, di fatto, la seduta di Consiglio comunale prendendo fermamente le distanze dall'operato svolto dal Collegio dei Revisori. La requisitoria del primo cittadino è stata incentrata sulla raffica di pareri sfavorevoli forniti dal Collegio in sede di valutazione della manovra finanziaria presentata dal Comune.

Ecco l'intervento di Tarantini: (estratto dal direttore di traniweb)

«Nelle ultime settimane abbiamo vissuto una situazione singolare, sui generis, e non mi riferisco solo al fatto che il Collegio dei revisori abbia dato, oggi, dei pareri sfavorevoli su questioni di cui aveva contezza da un bel pò di anni.

Le difficoltà economiche in cui versano gli Enti locali ed i Comuni in particolare sono sotto gli occhi di tutti. Anche in Puglia vi sono situazioni delicatissime. Non parlo solo del caso più eclatante, ossia di Taranto, ma anche di gravi crisi che attanagliano due capoluoghi come Foggia e Brindisi oltre che una miriade di Comuni, piccoli e grandi. Di più: a causa della crisi dei fondi, molti Comuni in tutta la Pensiola si trovano ad operare in grandissima difficoltà.

Nonostante tutto, non ho letto di nessun Comune flagellato da pareri sfavorevoli del proprio Collegio dei revisori come invee è accaduto qui a Trani. La nostra situazione debitoria non è attribuibile ad operazioni sbagliate commesse da questa amministrazione, non è dovuta ad un problema di cassa, ma ad un problema oggettivo di debiti fuori bilancio che provengono, nostro malgrado, da un periodo storico che risale ad oltre dieci anni fa. Nessuna amministrazione che ci ha preceduto ha prodotto volontariamente questo debito, soprattutto se si pensa che la gran parte della posta è stata prodotta da inevitabili contenziosi legali.

Per risolvere un problema oggettivo, mi sarei aspettato un contributo da parte di tutti, in particolare da parte dei revisori, chiamati per legge a ricoprire un certo tipo di ruolo: essi devono controllare, ispezionare, possono avere accesso alle carte ed alla Tesoreria, perché devono rendere conto al Consiglio Comunale, che li nomina, sullo stato finanziario dell'Ente e sulla condotta da seguire. Facendo riferimento alla legge, vi è una frase che esplicita al meglio il loro compito. Fanelli. I revisori devono svolgere questi compiti con la diligenza del mandatario. Chi mastica il diritto conosce bene il senso di queste parole: il Collegio deve operare con la diligenza del buon padre di famiglia nell'assolvere il compito assegnato dal mandante, ossia dal Consiglio comunale.



Non è sufficiente che un Collegio sentenzi sfavorevolmente su una manovra finanziaria. Al contrario, il Collegio si deve esprimere in termini compiuti e precisi. In tal senso non appartengono ad un revisore frasi al condizionale come quelle lette nelle loro relazioni. Nonostante ciò, l'amministrazione, i dirigenti ed il Consiglio Comunale hanno mostrato grande rispetto e considerazione nei loro confronti, modificando la prima stesura del rendiconto consuntivo in cui i revisori avevano rilevato l'errata attribuzione di una posta, maturata nel 2008, ma registrata nel 2007. Se avessimo voluto adottare un atteggiamento di sfida nei loro confronti, avremmo potuto insistere su quella strada, atteso che un'informativa pubblicata dal Sole 24ore diceva che una siffatta operazione finanziaria non solo era possibile, ma che si poteva considerare come posta attiva anche il presunto ricavato della vendita come fosse un'anticipazione di cassa.

Non abbiamo fatto così, abbiamo avuto un atteggiamento di massimo rispetto nei confronti dei rilievi dei revisori, siamo tornati sui nostri passi, formulando una nuova proposta di bilancio consuntivo. Evidentemente il nostro rispetto non è stato sufficiente, non solo perché il Collegio ha reiterato il parere negativo su tutto, ma lo ha fatto anche laddove non era richiesto, come nel caso della delibera sugli equilibri di bilancio, fondamentale passaggio da approvare per evitare lo scioglimento del consiglio comunale. In buona sostanza, senza che nessuno glielo abbia chiesto, il Collegio aveva deciso di mandarci a casa, evidentemente ritenendoci incapaci di una gestione del Comune. Per loro, dunque, era meglio affidare la città prima ad un commissario e poi ad un'altra amministrazione.

Di certo questo non è stato un comportamento da buon padre famiglia, al contrario è stato un comportamento simile a quello di un padre di famiglia tornato a casa, arrabbiato e alticcio, dopo la sconfitta della propria squadra del cuore e, dunque, pronto a picchiare moglie e figli a prescindere dal loro comportamento.

Sono molto deluso dal comportamento del Collegio. Pur non avendo le capacità di un medium, avevo capito fin dalla scorsa primavera che sarebbe andata a finire così. I loro pareri sono stati tutto tranne che una sorpresa, una spada di Damocle che l'amministrazione ha gestito con fermezza. Ed è per questo che desidero esprimere il senso di massima gratitudine nei confronti dei consiglieri comunali che hanno votato i provvedimenti: non era semplice votare favorevolmente ed in serenità. Grazie al loro atteggiamento di totale responsabilità, hanno permesso all'amminsitrazione di superare l'ostacolo e di mantenere fede agli impegni elettorali.

Davanti a situazione debitorie, ci sono solo due alternative: aumentare le tasse o tagliare la spesa ed entrambe le soluzioni vanno a discapito dei cittadini. Per noi, la soluzone più indolore resta la terza, quella di vendere degli immobili, procedura prevista dalla legge e che il nostro Collegio ha deciso stavolta di censurare a prescindere.»

Questo il severo congedo di Tarantini ai revisori che, tra l'altro, hanno lasciato l'aula di Palazzo Palmieri prima della conclusione dei lavori.

Biagio Fanelli
  • Pinuccio Tarantini
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