Vita di città
Tari 2016, la Cna Bat: «Per un'azienda di Trani stangata da 16 mila euro»
La denuncia da parte del presidente Michele De Marinis
Trani - domenica 11 settembre 2016
Comunicato Stampa
«Ammonta a 15.925,00 euro l'importo dell'avviso di pagamento della Tari 2016 (Tassa Rifiuti) recapitato ad una delle nostre aziende associate, ubicata a Trani in Via Curatoio, cioè nella zona industriale a nord di Trani, verso Barletta».
A denunciare le tariffe altissime della tassa sui rifiuti a Trani è il presidente della Cna Bat, Michele De Marinis. «Una vera e propria "stangata" per un imprenditore forestiero che ha deciso di "investire" a Trani, aprendo una nuova attività di vendita di prodotti non alimentari on-line, utilizzando un capannone di 1.200 mq, di cui 200 mq adibiti ad ufficio. Si aggiunga il paradosso che la zona industriale a nord di Trani non è neanche servita dal gestore del servizio rifiuti urbani e assimilati, AMIU Spa, né per quanto riguarda lo spazzamento né per la raccolta dei rifiuti, come attesta la planimetria allegata al contratto di servizio sottoscritto a novembre 2015 tra il Comune di Trani e l'AMIU Spa».
«Nella zona - continua De Marinis - è presente un solo cassonetto ma a distanza di circa 300 metri, che naturalmente è del tutto insufficiente per l'intera area industriale, posizionato strumentalmente – a nostro modesto avviso - dall'AMIU Spa all'inizio di Via Curatoio solo per consentire al Comune di "fare cassa", nel senso di non permettere alle imprese, ubicate nella zona industriale ad oltre 1 Km. dalla zona servita, di richiedere la riduzione della TARI nella misura del 60%, così come previsto dalla legge in materia e dal regolamento comunale di applicazione della medesima TARI. In conclusione: il contribuente è chiamato a pagare 16 mila euro per un servizio di cui, però, non può usufruire, provvedendo in maniera autonoma a smaltire i rifiuti prodotti dalla propria attività: imballaggi in cartone e plastica, avvalendosi di ditte private autorizzate , rifiuti da ufficio da riversare nel più vicino cassonetto disponibile situato nella zona industriale».
Ed ancora: «Questo imprenditore, pertanto, ci ha posto alcune semplici ma imbarazzanti domande, piuttosto legittime: perché a Trani la Tari, per la mia categoria, costa 13 euro per metro quadro di superficie, mentre per i miei colleghi e concorrenti di Andria e di Barletta costa meno della metà, e cioè ad Andria 5,66 euro e a Barletta 6 euro, con la fruizione anche del relativo servizio? Non sarebbe stato, forse, più opportuno e conveniente insediare la nuova attività in una di queste altre città della provincia Bat? E ha soggiunto: persino nei comuni viciniori, estranei alla Bat, la situazione è più favorevole rispetto a Trani: a Corato, ad esempio, la TARI 2016 è diminuita del 4% e a luglio 2016 è stata raggiunta la percentuale del 75% di raccolta differenziata, il che significa che avrei pagato la TARI a 8,73 euro. Insomma, la Tari a Trani rappresenta ormai una vera e propria anomalia: più costosa, sproporzionata, non equa, a fronte di una scarsa qualità del servizio, con una raccolta differenziata ferma al 20% e con una ecotassa schizzata al massimo (25,82 euro a tonnellata) come conseguenza delle inadempienze del Comune di Trani agli obblighi in materia ambientale. Che fare, allora?».
«La Cna Bat, nonostante l'assordante silenzio seguìto a tutti i propri suggerimenti e richieste, nonostante lo sciagurato immobilismo dell'attuale amministrazione, nonostante l'assenza dei nostri sedicenti rappresentanti dei cittadini che neanche hanno colto l'opportunità di proporre una modifica del Regolamento comunale per la riscossione della Tari che potesse recuperare una soglia di equità attraverso, ad es., l'inserimento di premialità varie a vantaggio dei cittadini virtuosi, questa Associazione – dicevamo - non farà mancare la dovuta assistenza alla nostra azienda associata, chiedendo di modificare e/o di ridurre la Tari ma, al tempo stesso, onde venire incontro alle richieste di numerosi contribuenti, anche non associati, valuterà la percorribilità giuridica di ulteriori iniziative e forme di protesta previste dalla legge, non escluso quella di richiedere il pagamento della Tari nella misura del 20%, espressamente prevista e consentita dalla stessa legge istitutiva della Tari "in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento"».
«Il tempo dei "suggerimenti" e della "disponibilità" da parte di questa associazione di categoria e dei cittadini - conclude - è oramai esaurito, inizierà una nuova stagione delle "iniziative", anche giudiziali».
A denunciare le tariffe altissime della tassa sui rifiuti a Trani è il presidente della Cna Bat, Michele De Marinis. «Una vera e propria "stangata" per un imprenditore forestiero che ha deciso di "investire" a Trani, aprendo una nuova attività di vendita di prodotti non alimentari on-line, utilizzando un capannone di 1.200 mq, di cui 200 mq adibiti ad ufficio. Si aggiunga il paradosso che la zona industriale a nord di Trani non è neanche servita dal gestore del servizio rifiuti urbani e assimilati, AMIU Spa, né per quanto riguarda lo spazzamento né per la raccolta dei rifiuti, come attesta la planimetria allegata al contratto di servizio sottoscritto a novembre 2015 tra il Comune di Trani e l'AMIU Spa».
«Nella zona - continua De Marinis - è presente un solo cassonetto ma a distanza di circa 300 metri, che naturalmente è del tutto insufficiente per l'intera area industriale, posizionato strumentalmente – a nostro modesto avviso - dall'AMIU Spa all'inizio di Via Curatoio solo per consentire al Comune di "fare cassa", nel senso di non permettere alle imprese, ubicate nella zona industriale ad oltre 1 Km. dalla zona servita, di richiedere la riduzione della TARI nella misura del 60%, così come previsto dalla legge in materia e dal regolamento comunale di applicazione della medesima TARI. In conclusione: il contribuente è chiamato a pagare 16 mila euro per un servizio di cui, però, non può usufruire, provvedendo in maniera autonoma a smaltire i rifiuti prodotti dalla propria attività: imballaggi in cartone e plastica, avvalendosi di ditte private autorizzate , rifiuti da ufficio da riversare nel più vicino cassonetto disponibile situato nella zona industriale».
Ed ancora: «Questo imprenditore, pertanto, ci ha posto alcune semplici ma imbarazzanti domande, piuttosto legittime: perché a Trani la Tari, per la mia categoria, costa 13 euro per metro quadro di superficie, mentre per i miei colleghi e concorrenti di Andria e di Barletta costa meno della metà, e cioè ad Andria 5,66 euro e a Barletta 6 euro, con la fruizione anche del relativo servizio? Non sarebbe stato, forse, più opportuno e conveniente insediare la nuova attività in una di queste altre città della provincia Bat? E ha soggiunto: persino nei comuni viciniori, estranei alla Bat, la situazione è più favorevole rispetto a Trani: a Corato, ad esempio, la TARI 2016 è diminuita del 4% e a luglio 2016 è stata raggiunta la percentuale del 75% di raccolta differenziata, il che significa che avrei pagato la TARI a 8,73 euro. Insomma, la Tari a Trani rappresenta ormai una vera e propria anomalia: più costosa, sproporzionata, non equa, a fronte di una scarsa qualità del servizio, con una raccolta differenziata ferma al 20% e con una ecotassa schizzata al massimo (25,82 euro a tonnellata) come conseguenza delle inadempienze del Comune di Trani agli obblighi in materia ambientale. Che fare, allora?».
«La Cna Bat, nonostante l'assordante silenzio seguìto a tutti i propri suggerimenti e richieste, nonostante lo sciagurato immobilismo dell'attuale amministrazione, nonostante l'assenza dei nostri sedicenti rappresentanti dei cittadini che neanche hanno colto l'opportunità di proporre una modifica del Regolamento comunale per la riscossione della Tari che potesse recuperare una soglia di equità attraverso, ad es., l'inserimento di premialità varie a vantaggio dei cittadini virtuosi, questa Associazione – dicevamo - non farà mancare la dovuta assistenza alla nostra azienda associata, chiedendo di modificare e/o di ridurre la Tari ma, al tempo stesso, onde venire incontro alle richieste di numerosi contribuenti, anche non associati, valuterà la percorribilità giuridica di ulteriori iniziative e forme di protesta previste dalla legge, non escluso quella di richiedere il pagamento della Tari nella misura del 20%, espressamente prevista e consentita dalla stessa legge istitutiva della Tari "in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento"».
«Il tempo dei "suggerimenti" e della "disponibilità" da parte di questa associazione di categoria e dei cittadini - conclude - è oramai esaurito, inizierà una nuova stagione delle "iniziative", anche giudiziali».