Vita di città
Ti spedisco in convento, l'intervista alla madre superiora Isabella Lorusso
Il commento dopo la messa in onda del docu-reality girato nel convento Villa Santa Maria a Trani
Trani - domenica 22 maggio 2022
Non capita tutti i giorni di vedere un docu-reality girato tra le mura di un convento e per tale motivo ancor prima della messa in onda "Ti spedisco in convento" svoltosi a villa Santa Maria gestita dalla Congregazione delle Figlie del Divino Zelo ha scatenato ironia e commenti di ogni genere. Ma come c'insegna la madre superiora provinciale Isabella Lorusso, che la redazione di Traniviva ha deciso d'incontrare per comprendere fino in fondo le motivazioni alla base di tale scelta, occorre esprimere un giudizio solo dopo aver guardato e non prima. E per chi infatti ha deciso di non perdersi neanche una puntata del programma andato in onda in chiaro su Real Time ha avuto modo di ricredersi e soprattutto emozionarsi con le storie delle ragazze e i preziosi consigli trasmessi loro dalla suore.
Laddove emergeva l'arroganza, l'irruenza e l'istintività suor Patrizia, suor Carolina, suor Laxmi e suor Agnes, con il loro fare paziente e amorevole, hanno insegnato al pubblico che guardava e non solo alle giovani ribelli a guardare "oltre", a far emergere il buono e le peculiarità di ciascuna ragazza. In un mondo sopraffatto dall'odio, dalla violenza (e Trani ultimamente ne è l'esempio lampante!) e dalla delinquenza, le suore hanno portato sul piccolo schermo una lezione di vita che difficilmente verrà dimentica per quella fascia di pubblico, attento, che ha deciso di abbandonare pregiudizi vari e si è abbandonato con fare curioso a quei grandi insegnamenti che la trasmissione ha saputo donare non solo a Chiara, Nina, Ginevra, Beatrice, Ana Maria, Nanda ma in generale a tutti noi.
Laddove emergeva l'arroganza, l'irruenza e l'istintività suor Patrizia, suor Carolina, suor Laxmi e suor Agnes, con il loro fare paziente e amorevole, hanno insegnato al pubblico che guardava e non solo alle giovani ribelli a guardare "oltre", a far emergere il buono e le peculiarità di ciascuna ragazza. In un mondo sopraffatto dall'odio, dalla violenza (e Trani ultimamente ne è l'esempio lampante!) e dalla delinquenza, le suore hanno portato sul piccolo schermo una lezione di vita che difficilmente verrà dimentica per quella fascia di pubblico, attento, che ha deciso di abbandonare pregiudizi vari e si è abbandonato con fare curioso a quei grandi insegnamenti che la trasmissione ha saputo donare non solo a Chiara, Nina, Ginevra, Beatrice, Ana Maria, Nanda ma in generale a tutti noi.