Cronaca
Traffico di migranti dalla Somalia e terrorismo: smantellata cellula filo jihadista tra Bari, Catania e Salerno
Operazione della Dda e della Questura del capoluogo pugliese
Italia - mercoledì 10 maggio 2017
10.28 Comunicato Stampa
Nelle prime ore di oggi, tra Bari, Catania e Salerno, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare, in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Bari a carico di 15 cittadini extracomunitari di etnia somala, 11 dei quali in carcere: sono indagati, a vario titolo, per iassociazione per delinquere finalizzata alla permanenza illegale di clandestini nel territorio dello Stato ed al successivo ingresso in Paesi esteri, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio, falso ideologico in atto pubblico; contestato anche il reato di indebito uso di canali finanziari, non censiti come banche o intermediari finanziari abilitati ad operare sul territorio nazionale, adoperati dai sodali per incanalare le somme loro inviate dalle famiglie dei migranti quale prezzo per l'organizzazione dei viaggi degli stessi verso il nord Europa.
Le indagini, dirette dalla Dda della Procura della Repubblica di Bari e condotte dalla Squadra Mobile di Bari con il coordinamento di Sco e Digos di Bari e con l'apporto informativo dell'Agenzia d'informazione e sicurezza interna, hanno consentito di individuare il capo dell'organizzazione in Hussein Ismail Olhaye, nato in Somalia nel 1984 e residente a Bari. Il predetto, agente plurimandatario di alcune società di money transfer internazionali operanti su piattaforme informatiche non abilitate ad effettuare servizi di pagamento in Italia, è stato catturato a Bari ove gestiva direttamente due internet point che, con quello ubicato a Catania e gestito da suoi collaboratori, sotto la formale veste di associazioni culturali e di servizi per i migranti, in realtà si sono rivelate essere le basi logistiche ed operative dell'organizzazione criminale volta a gestire l'immigrazione clandestina in Italia e verso l'estero.
Catturati a Catania due dei più stretti collaboratori di Hussein, Mohamed Ahmed Siyad, nato in Somalia nel 1984 e Mohamed Muhumed Okar, nato in Somalia nel 1990, gestori dell'internet point nella città etnea. Sono attive, anche in campo internazionale, le ricerche degli altri 8 cittadini extracomunitari somali destinatari della misura cautelare in carcere. La stessa ordinanza ha previsto la custodia agli arresti domiciliari per altre 4 persone di origine somala, implicate nell'attività dell'organizzazione criminale. Tra queste, sono stati tratti in arresto a Bari Shueyb Mohamed Barkad, nato Somalia nel 1985, e Shacni Mohammed, nata in Somalia nel 1985, a cui il provvedimento è stato notificato presso la Casa Circondariale di Salerno ove si trovava ristretta per analoghi reati; i predetti svolgevano indispensabili mansioni logistiche a favore dei migranti. Sono attive le ricerche, anche in campo internazionale, nei confronti degli altri due destinatari della misura.
Infine, è stata data esecuzione alla misura della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di 12 mesi emessa dallo stesso Gip a carico di Vitantonio Cascella, nato a Bari nel 1955, dipendente dell'anagrafe del Comune di Bari: dalle attività di indagine della Squadra Mobile di Bari è stato accertato che il predetto si è lasciato corrompere da Hussein Ismail Olhaye per dichiarare falsamente inesistenti residenze di cittadini somali nel capoluogo pugliese. Nel corso delle indagini, iniziate nel 2015 con l'auiuto di articolati servizi tecnici e di ininterrotte attività di appostamento ed osservazione, in varie località italiane, sono stati altresì operati gli arresti di taluni cittadini extracomunitari di origine somala, in quanto trovati in possesso di documenti falsi; arrestato a Bari anche uno dei principali componenti dell'organizzazione che si recava periodicamente a Napoli per l'approvvigionamento di titoli di viaggio per stranieri falsi di cui venivano muniti i migranti, dietro pagamento di somme di denaro, per poter proseguire il loro viaggio.
Gli elementi acquisiti, corroborati anche dalle dichiarazioni di alcuni migranti entrati in contatto con l'associazione criminale, hanno portato a disvelare le considerevoli dimensioni del fenomeno, radicato su tutto il Territorio Nazionale e collegato con cellule operative all'estero. In particolare, è emerso che i vertici dell'organizzazione, attraverso l'utilizzo dei sopra citati money trasfer illegali secondo il sistema dell'"hawala informatica" - ovvero di rimesse di denaro e di compensazioni tra varie agenzie in Italia ed all'estero basate sulla fiducia negli intermediari e su schemi informali - hanno movimentato on line, nel giro di circa 2 anni e mezzo, somme pari a quasi 9 milioni di dollari; una parte preminente di essi è stata incamerata dal gruppo sia come ricavo derivante dall'attività di traffico di clandestini sia come diritti di commissione sulle somme gestite in qualità di agente money transfer, anche manipolando i tassi di cambio euro/dollaro. E' stata, altresì, accertata l'attitudine degli organizzatori a far rientrare, fisicamente, in Italia, i capitali liquidi necessari a finanziare la parte logistica dell'associazione quali viaggi dei migranti, titoli di soggiorno, spese per l'alloggio e il cibo, oltre che a pagare i compensi dei vari aderenti all'organizzazione.
Nella mattinata odierna, in esecuzione di apposito provvedimento emesso dalla Dda della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari, sono stati oscurati dal Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni i siti informatici non abilitati in Italia su cui gli indagati operavano effettuando i vari servizi di pagamento sia a beneficio dei membri dell'organizzazione che dei migranti. Sequestrati altresì gli internet point a Bari e Catania. Nel corso delle investigazioni, sul punto approfondite dalla Digos della Questura di Bari, sono altresì emerse evidenze in relazione a collegamenti sul web, attraverso social network (facebook, etc), di alcuni componenti del sodalizio criminale individuato con internauti attestati su posizioni filo jihadiste ascrivibili al gruppo terroristico somalo "Al Shabaab". In particolare, a riscontro di tali evidenze sono stati documentati diretti contatti telefonici tra uno dei membri del citato sodalizio con un cittadino somalo, già sottoposto a fermo in Italia nel luglio 2016 per aver favorito l'ingresso sul territorio nazionale, via Malta, di due estremisti siriani militanti dell'Isis/Daesh condannati in primo grado dal Tribunale di Brescia per il reato di associazione per finalità di terrorismo anche internazionale.
Le indagini, dirette dalla Dda della Procura della Repubblica di Bari e condotte dalla Squadra Mobile di Bari con il coordinamento di Sco e Digos di Bari e con l'apporto informativo dell'Agenzia d'informazione e sicurezza interna, hanno consentito di individuare il capo dell'organizzazione in Hussein Ismail Olhaye, nato in Somalia nel 1984 e residente a Bari. Il predetto, agente plurimandatario di alcune società di money transfer internazionali operanti su piattaforme informatiche non abilitate ad effettuare servizi di pagamento in Italia, è stato catturato a Bari ove gestiva direttamente due internet point che, con quello ubicato a Catania e gestito da suoi collaboratori, sotto la formale veste di associazioni culturali e di servizi per i migranti, in realtà si sono rivelate essere le basi logistiche ed operative dell'organizzazione criminale volta a gestire l'immigrazione clandestina in Italia e verso l'estero.
Catturati a Catania due dei più stretti collaboratori di Hussein, Mohamed Ahmed Siyad, nato in Somalia nel 1984 e Mohamed Muhumed Okar, nato in Somalia nel 1990, gestori dell'internet point nella città etnea. Sono attive, anche in campo internazionale, le ricerche degli altri 8 cittadini extracomunitari somali destinatari della misura cautelare in carcere. La stessa ordinanza ha previsto la custodia agli arresti domiciliari per altre 4 persone di origine somala, implicate nell'attività dell'organizzazione criminale. Tra queste, sono stati tratti in arresto a Bari Shueyb Mohamed Barkad, nato Somalia nel 1985, e Shacni Mohammed, nata in Somalia nel 1985, a cui il provvedimento è stato notificato presso la Casa Circondariale di Salerno ove si trovava ristretta per analoghi reati; i predetti svolgevano indispensabili mansioni logistiche a favore dei migranti. Sono attive le ricerche, anche in campo internazionale, nei confronti degli altri due destinatari della misura.
Infine, è stata data esecuzione alla misura della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio per la durata di 12 mesi emessa dallo stesso Gip a carico di Vitantonio Cascella, nato a Bari nel 1955, dipendente dell'anagrafe del Comune di Bari: dalle attività di indagine della Squadra Mobile di Bari è stato accertato che il predetto si è lasciato corrompere da Hussein Ismail Olhaye per dichiarare falsamente inesistenti residenze di cittadini somali nel capoluogo pugliese. Nel corso delle indagini, iniziate nel 2015 con l'auiuto di articolati servizi tecnici e di ininterrotte attività di appostamento ed osservazione, in varie località italiane, sono stati altresì operati gli arresti di taluni cittadini extracomunitari di origine somala, in quanto trovati in possesso di documenti falsi; arrestato a Bari anche uno dei principali componenti dell'organizzazione che si recava periodicamente a Napoli per l'approvvigionamento di titoli di viaggio per stranieri falsi di cui venivano muniti i migranti, dietro pagamento di somme di denaro, per poter proseguire il loro viaggio.
Gli elementi acquisiti, corroborati anche dalle dichiarazioni di alcuni migranti entrati in contatto con l'associazione criminale, hanno portato a disvelare le considerevoli dimensioni del fenomeno, radicato su tutto il Territorio Nazionale e collegato con cellule operative all'estero. In particolare, è emerso che i vertici dell'organizzazione, attraverso l'utilizzo dei sopra citati money trasfer illegali secondo il sistema dell'"hawala informatica" - ovvero di rimesse di denaro e di compensazioni tra varie agenzie in Italia ed all'estero basate sulla fiducia negli intermediari e su schemi informali - hanno movimentato on line, nel giro di circa 2 anni e mezzo, somme pari a quasi 9 milioni di dollari; una parte preminente di essi è stata incamerata dal gruppo sia come ricavo derivante dall'attività di traffico di clandestini sia come diritti di commissione sulle somme gestite in qualità di agente money transfer, anche manipolando i tassi di cambio euro/dollaro. E' stata, altresì, accertata l'attitudine degli organizzatori a far rientrare, fisicamente, in Italia, i capitali liquidi necessari a finanziare la parte logistica dell'associazione quali viaggi dei migranti, titoli di soggiorno, spese per l'alloggio e il cibo, oltre che a pagare i compensi dei vari aderenti all'organizzazione.
Nella mattinata odierna, in esecuzione di apposito provvedimento emesso dalla Dda della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari, sono stati oscurati dal Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni i siti informatici non abilitati in Italia su cui gli indagati operavano effettuando i vari servizi di pagamento sia a beneficio dei membri dell'organizzazione che dei migranti. Sequestrati altresì gli internet point a Bari e Catania. Nel corso delle investigazioni, sul punto approfondite dalla Digos della Questura di Bari, sono altresì emerse evidenze in relazione a collegamenti sul web, attraverso social network (facebook, etc), di alcuni componenti del sodalizio criminale individuato con internauti attestati su posizioni filo jihadiste ascrivibili al gruppo terroristico somalo "Al Shabaab". In particolare, a riscontro di tali evidenze sono stati documentati diretti contatti telefonici tra uno dei membri del citato sodalizio con un cittadino somalo, già sottoposto a fermo in Italia nel luglio 2016 per aver favorito l'ingresso sul territorio nazionale, via Malta, di due estremisti siriani militanti dell'Isis/Daesh condannati in primo grado dal Tribunale di Brescia per il reato di associazione per finalità di terrorismo anche internazionale.