Vita di città
Trani, assoluzione piena per Mimmo Mastrulli
Si chiude la vicenda del segretario generale nazionale dell'Osapp
Trani - lunedì 25 maggio 2009
Non ci furono tessere false, raggiri né tanto meno truffe ad agenti e sindacati: il tribunale di Trani in composizione monocratica, giudice la dott.ssa Rossella Volpe, ha assolto con formula piena Mimmo Mastrulli, segretario generale nazionale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) da ogni accusa chiudendo così una vicenda che si protraeva dal 2004.
A sporgere denuncia verso Mastrulli erano stati alcuni agenti della polizia penitenziaria, in origine iscritti all'Osapp e poi passati ad altre OO.SS. Secondo costoro Mastrulli avrebbe falsificato le loro firme pur di non perderli come suoi iscritti.
Prima di arrivare in giudizio, Mimmo Mastrulli, difeso dall'Avv. Roberta Schiralli, penalista tranese con studio convenzionato con l'Osapp (ha chiesto tassativamente ed ottenuto la piena assoluzione del suo assistito da ogni reato ascrittogli) ha dovuto sopportare un vero e proprio calvario, soprattutto a livello mediatico, visto che altri sindacati lamentavano iscrizioni pilotate e false che mettevano in dubbio la sua rettitudine come segretario nazionale della più importante organizzazione sindacale di polizia penitenziaria.
Più di cinque anni durante i quali non sono mancate interrogazioni parlamentari, visite ispettive della Commissione Giustizia del Senato che non hanno prodotto la benché minima prova a carico di Mastrulli. Anche la perizia grafica, disposta dalla magistratura, gli ha dato piena ragione: non c'è stata mai alcuna contraffazione delle firme apposte sulle domande di tesseramento, né tanto meno l'ipotizzato reato di truffa.
«Ho sempre creduto nella giustizia – ha commentato Mastrulli – così come ho sempre creduto nelle istituzioni italiane verso le quali sono stato sempre ligio al dovere e soprattutto comportandomi con la massima onestà. Una sentenza che riporta serenità nella mia famiglia che non ha mai dubitato della mia totale innocenza, anche quando il fango riversatomi addosso soffocava ogni più onesta aspettativa».
Le accuse, ribadisce l'Avv. Roberta Schiralli «sono apparse subito infondate e senza nessun presupposto di verità: in pratica si voleva colpire il mio assistito, come pure l'Osapp, che è il sindacato che conta più iscritti nell'ambito della polizia penitenziaria, facendo un uso distorto del sindacato per fini politici».
A sporgere denuncia verso Mastrulli erano stati alcuni agenti della polizia penitenziaria, in origine iscritti all'Osapp e poi passati ad altre OO.SS. Secondo costoro Mastrulli avrebbe falsificato le loro firme pur di non perderli come suoi iscritti.
Prima di arrivare in giudizio, Mimmo Mastrulli, difeso dall'Avv. Roberta Schiralli, penalista tranese con studio convenzionato con l'Osapp (ha chiesto tassativamente ed ottenuto la piena assoluzione del suo assistito da ogni reato ascrittogli) ha dovuto sopportare un vero e proprio calvario, soprattutto a livello mediatico, visto che altri sindacati lamentavano iscrizioni pilotate e false che mettevano in dubbio la sua rettitudine come segretario nazionale della più importante organizzazione sindacale di polizia penitenziaria.
Più di cinque anni durante i quali non sono mancate interrogazioni parlamentari, visite ispettive della Commissione Giustizia del Senato che non hanno prodotto la benché minima prova a carico di Mastrulli. Anche la perizia grafica, disposta dalla magistratura, gli ha dato piena ragione: non c'è stata mai alcuna contraffazione delle firme apposte sulle domande di tesseramento, né tanto meno l'ipotizzato reato di truffa.
«Ho sempre creduto nella giustizia – ha commentato Mastrulli – così come ho sempre creduto nelle istituzioni italiane verso le quali sono stato sempre ligio al dovere e soprattutto comportandomi con la massima onestà. Una sentenza che riporta serenità nella mia famiglia che non ha mai dubitato della mia totale innocenza, anche quando il fango riversatomi addosso soffocava ogni più onesta aspettativa».
Le accuse, ribadisce l'Avv. Roberta Schiralli «sono apparse subito infondate e senza nessun presupposto di verità: in pratica si voleva colpire il mio assistito, come pure l'Osapp, che è il sindacato che conta più iscritti nell'ambito della polizia penitenziaria, facendo un uso distorto del sindacato per fini politici».