Sanità
Trani città cardioprotetta, lunedì la firma del Protocollo d'intesa
Obiettivo prevenzione: presto la realizzazione di una rete cittadina di emergenza
Trani - domenica 21 gennaio 2018
Lunedì 22 gennaio alle ore 10 presso la sala Giunta del Comune di Trani sarà sottoscritto il protocollo d'intesa per avviare le attività del progetto "Trani Città cardioprotetta" che vede coinvolti l'assessorato alla culture del Comune di Trani, la Asl Bat, la onlus Gesti di Vita e l'associazione Operatori emergenza radio. Sottoscriveranno il protocollo d'intesa il sindaco, Amedeo Bottaro, il direttore generale della Asl, Ottavio Narracci (sarà l'ultima uscita "ufficiale" da dg della Asl) ed i rappresentanti legali delle associazioni impegnate nel progetto. Presenzierà alla sottoscrizione anche il consigliere comunale Carlo Avantario, tra i promotori dell'iniziativa.
L'arresto cardiaco è la principale causa di morte in Italia e l'unico trattamento possibile è la defibrillazione precoce. Secondo i dati Istat, in Italia 1 persona su 1.000 muore di arresto cardiaco ed è per questo che le strategie di lotta all'arresto cardiaco prevedono la presenza sul territorio di un defibrillatore ogni 1.000 abitanti. La realizzazione di una rete cittadina di emergenza, che supporti il lavoro degli operatori 118 ed eviti morti improvvise o episodi di arresto cardiaco dall'esito invalidante, si pone come impegno di grande valore sanitario e sociale.
La letteratura scientifica ci informa che intervenire sul paziente in arresto cardiaco entro i primi 4/5 minuti dall'evento significa avere enormi possibilità di salvargli la vita. Trascorso questo tempo, la percentuale di possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto successivo trascorso inutilmente e, comunque, non si possono evitare traumi cerebrali dall'esito invalidante. Il cervello, infatti, va in ipossia (in carenza di ossigeno) e subisce danni irreversibili. La disponibilità immediata di appropriati soccorsi e di postazioni di emergenza dotate di defibrillatore e dislocate in maniera capillare sul territorio, è, quindi, un servizio irrinunciabile in una società sempre in corsa.
Quindi, se è il cuore a fermarsi per primo, per patologie a carico dello stesso (arresto cardiaco primitivo), l'attività respiratoria spontanea può continuare al massimo per 15-30 secondi; se, invece, è il respiro che si ferma per primo (arresto respiratorio primitivo), il battito cardiaco spontaneo può continuare al massimo per 7-8 minuti. In entrambi i casi è in gioco la vita ed i tempi d'intervento hanno margini incredibilmente ristretti.
Al fine di assicurare la migliore riuscita del progetto e la massima condivisione dello stesso da parte della cittadinanza tutta, si prevede il coinvolgimenti di tutte le differenti componenti sociali (pubblico, privato, associazionismo e volontariato), promossa e coordinata dall'Ente comunale che se ne fa fautore e promotore.
L'arresto cardiaco è la principale causa di morte in Italia e l'unico trattamento possibile è la defibrillazione precoce. Secondo i dati Istat, in Italia 1 persona su 1.000 muore di arresto cardiaco ed è per questo che le strategie di lotta all'arresto cardiaco prevedono la presenza sul territorio di un defibrillatore ogni 1.000 abitanti. La realizzazione di una rete cittadina di emergenza, che supporti il lavoro degli operatori 118 ed eviti morti improvvise o episodi di arresto cardiaco dall'esito invalidante, si pone come impegno di grande valore sanitario e sociale.
La letteratura scientifica ci informa che intervenire sul paziente in arresto cardiaco entro i primi 4/5 minuti dall'evento significa avere enormi possibilità di salvargli la vita. Trascorso questo tempo, la percentuale di possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto successivo trascorso inutilmente e, comunque, non si possono evitare traumi cerebrali dall'esito invalidante. Il cervello, infatti, va in ipossia (in carenza di ossigeno) e subisce danni irreversibili. La disponibilità immediata di appropriati soccorsi e di postazioni di emergenza dotate di defibrillatore e dislocate in maniera capillare sul territorio, è, quindi, un servizio irrinunciabile in una società sempre in corsa.
Quindi, se è il cuore a fermarsi per primo, per patologie a carico dello stesso (arresto cardiaco primitivo), l'attività respiratoria spontanea può continuare al massimo per 15-30 secondi; se, invece, è il respiro che si ferma per primo (arresto respiratorio primitivo), il battito cardiaco spontaneo può continuare al massimo per 7-8 minuti. In entrambi i casi è in gioco la vita ed i tempi d'intervento hanno margini incredibilmente ristretti.
Al fine di assicurare la migliore riuscita del progetto e la massima condivisione dello stesso da parte della cittadinanza tutta, si prevede il coinvolgimenti di tutte le differenti componenti sociali (pubblico, privato, associazionismo e volontariato), promossa e coordinata dall'Ente comunale che se ne fa fautore e promotore.